Pupazzi alla riscossa, la recensione: Robert Rodriguez ci spiega quanto è bello essere imperfetti

La recensione di Pupazzi alla riscossa - UglyDolls, un film di Kelly Asbury, prodotto da Robert Rodriguez pensato per i bambini; ai più piccoli piacerà tantissimo.

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Pupazzi alla riscossa: una scena del film animato

Moxy è un po' come Truman Burbank. Ve lo spieghiamo nella recensione di Pupazzi alla riscossa, il nuovo film di animazione tratto da una storia di Robert Rodriguez, presentato alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione parallela Alice nella città, e in uscita il 14 novembre. Nel senso che lei lo sa che c'è qualcosa là fuori. Come il Jim Carrey di The Truman Show, Moxy vive in un posto che ha dei confini che, per un motivo o per l'altro, non è possibile superare.

Se Truman, dopo aver capito quanto limitato e circoscritto fosse quel mondo, trova quelle porticina alla fine del mare e del cielo, Moxy ha già trovato un tubo, al di là del quale c'è altra vita, probabilmente quella di un bambino da abbracciare e da amare. Ovviamente non siamo dalle parti di un film intellettuale come The Truman Show, anche se i suoi spunti li offre. Pupazzi alla riscossa - UglyDolls è un film espressamente pensato per i bambini e destinato a loro: elementare nei tratti, e con un messaggio molto edificante. A loro piacerà.

La trama: una grande avventura

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Pupazzi alla riscossa: una scena del film

Moxy e i suoi amici pupazzi vivono a Bruttopoli, in un mondo tutto loro, che ha un suo equilibrio. Lei, però, sogna altro. Sa che al di là di quel tubo che delimita il suo mondo c'è la possibilità di trovare un bambino a cui dare il proprio amore. Ma, per arrivarci, dovrà avere a che fare con il leader dell'Accademia della Perfezione, il pupazzo Lou.

Come Ducky e Bunny di Toy Story 4

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Pupazzi alla riscossa: una scena del film d'animazione

Non appena abbiamo visto quei pupazzi brutti, che poi non sono brutti affatto ma solo un po' strani, un po' imperfetti, ci sono venuti subito in mente due personaggi appena visti in un altro film di animazione. Sono Ducky e Bunny di Toy Story 4, quei due peluche un po' grossolani che Buzz incontrava in un Luna Park, dove erano il premio per un tiro a segno: sono quei pupazzi di qualità non troppo alta, dai colori improbabili, di poco valore che troviamo nei Luna Park o negli Autogrill. Moxy e i suoi amici sono un po' così. Pupazzi non proprio di prima scelta, che sono stati messi un po' da parte. Ma, proprio come Ducky e Bunny, hanno un desiderio, che poi è lo scopo di tutti i pupazzi: raggiungere un bambino e dargli tenerezza.

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Pupazzi alla riscossa: una sequenza del film

Che cosa piace ai bambini

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Pupazzi alla riscossa: un momento del film

Una delle chiavi di Pupazzi alla riscossa è proprio questa. Che cosa piace ai bambini? Ai bambini non interessa tanto la bellezza, la perfezione. I bambini sono veri, istintivi, si affezionano ai loro giochi anche per un particolare, o, in questo caso, per la tenerezza. In realtà i bambini impazziscono per i personaggi brutti o, diciamo, un po' particolari. Perché in loro, spesso, c'è anche molta dolcezza. Tutto questo vale per i personaggi di Pupazzi alla riscossa, e vale anche per il film stesso.

Pupazzi alla riscossa è realizzato con un'animazione molto, molto ingenua (a livelli di certe animazioni fatte per la tv), e molto lontana dagli standard altissimi a cui ci hanno abituato case di produzione come Pixar, Dreamworks, Illumination, solo per fermarci ai leader del mercato. Ma se il tema del film è proprio il rifuggire la perfezione a tutti i costi, che senso avrebbe un film strabiliante a livello visivo? Se ai bambini piacciono i giocattoli imperfetti, può piacere anche un film elementare come questo. Anzi, gli piacerà sicuramente.

Una storia di Robert Rodriguez, ma piacerebbe a Tim Burton

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Pupazzi alla riscossa: un'immagine del film

In teoria, il discorso sarebbe aperto anche alla pre adolscenza, visto che si parla di apparenza e sostanza, di quel dover essere belli, alla moda, impeccabili a tutti i costi, che scatta da una certa età in poi: il personaggio di Mandy è qui proprio per dirci questo. Anche se difficilmente i preadolescenti andranno a vedere questo film, che rimane un prodotto per bambini, e si tiene anche lontano da quel gioco di citazioni che le grandi case di produzione hanno messo in atto per ammiccare anche agli adulti. In realtà la storia, diretta da Kelly Asbury, è ideata e prodotta da un artista che ci ha abituato a un cinema prettamente per adulti, quel Robert Rodriguez, storico sodale di Quentin Tarantino e autore di film come Dal tramonto all'alba, Sin City, Machete, che qui ha messo da parte ogni tentazione di firmare il suo lavoro con qualche marchio di fabbrica, ma mettendosi al servizio della storia. Anzi, colpisce come, in contrasto con il suo cinema fatto di bianchi, neri e rosso sangue, qui il racconto sia fatto da rilassanti tinte pastello. Piuttosto, tutta la parte nell'Accademia della Perfezione potrebbe essere un tema caro a Tim Burton ed Herny Selick, vista la loro passione per i diversi e l'idiosincrasia per tutto ciò che è regolare e omologato. Ci viene in mente quella frase di Oscar Wilde che definisce molto bene questa idea burtoniana: "Piacere a tutti significa piacere a nessuno".

Conclusioni

Dalla recensione di Pupazzi alla riscossa avrete capito che è un film espressamente pensato per i bambini e destinato a loro; elementare nei tratti, e con un messaggio molto edificante: non dobbiamo essere perfetti a tutti i costi. Ai bambini piacerà.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • Il messaggio è molto edificante: non dobbiamo essere perfetti a tutti i costi.
  • I brutti pupazzi in realtà sono belli, e simpatici: ai bambini piaceranno.

Cosa non va

  • L’animazione è molto ingenua rispetto agli standard di oggi.