Pensive, la recensione: un horror all'ultimo sangue

La recensione di Pensive, film lituano dove un gruppo di giovani, freschi di laurea, organizza un rave-party in aperta campagna, salvo essere presi di mira da un crudele assassino mascherato. Su Rai4 e RaiPlay.

Pensive, la recensione: un horror all'ultimo sangue

Un gruppo di ragazzi, compagni di scuola, ha appena conseguito l'agognata laurea e ora è alla ricerca di un luogo dove organizzare una festa non ufficiale per celebrare a dovere quel momento così importante. I destini di molti di loro sono prossimi a separarsi e Marius vorrebbe finalmente dichiararsi - prima che sia troppo tardi - a Brigita, che ama da sempre ma che è fidanzata con Rimas, lo studende più popolare dell'istituto, un campione sportivo prossimo a una radiosa carriera.

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Alcuni dei giovani protagonisti

Come vi raccontiamo nella recensione di Pensive, è proprio Marius a proporre come luogo per il party una vecchia proprietà di famiglia, una dismessa casa in campagna da tempo abbandonata. Lì, in un ruolo isolato e lontano dalla civiltà, i neo diplomati hanno intenzione di mettere in piedi un rave illegale; al loro arrivo si imbattono in alcune inquietanti sculture in legno legate a chissà quale culto pagano, ma inizialmente non sembrano darvi troppo peso. La notte di festa è destinata però a trasformarsi in un incubo con l'entrata in scena di un misterioso assassino mascherato, che inizia a eliminarli l'uno dopo l'altro senza alcuna pietà.

Una festa indimenticabile

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Pensive: una scena ad alto tasso di tensione

Un gruppo di amici in vacanza, lontani dai pensieri quotidiani e da quelle future responsabilità che li attendono, intendono affrontare un weekend all'insegna della spensieratezza in una località sperduta, dove dare libero sfogo ai propri freni inibitori. Uno stereotipo cardine del filone slasher e infatti la mattanza avrà ben presto inizio, con la maggior parte dei giovani personaggi a fruire quale mera carne da macello per l'incombente, spietato, killer. Killer del quale conosciamo poco o nulla, così come del relativo background. Proprio in questa mancanza di dettagli la sceneggiatura nasconde anche troppo le origini del Male, lasciando in conclusione con un senso di curiosità insoddisfatta e preferendo concentrarsi sulle dinamiche in divenire tra i vari ragazzi al centro del racconto, ognuno alle prese con sogni e speranze ora messi in discussione da quell'evento nefasto.

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Una scena dell'horror

Questa produzione lituana cerca di fare di necessità virtù con il ridotto budget a disposizione e questo rende più facile perdonare alcune ingenuità nella gestione della vicenda, che compensa alcune evidenti forzature con una discreta gestione tensiva: l'atmosfera è a tratti piacevolmente irrequieta e prepara il campo per mettere a nudo le idiosincrasie tra le varie figure coinvolte, che non tarderanno a mostrare i lati più nascosti e oscuri proprio nel momento del bisogno, quando la lotta per la sopravvivenza rischia di ridursi a un cinico mors tua vita mea. Sovvengono echi di un recente, piccolo, cult come Lake Bodom (2016), anche se qui il maggior numero di potenziali vittime coinvolte rende parzialmente più implausibile il massacro in atto, quando con un semplice - per quanto rischioso - "tutti contro uno" si sarebbe probabilmente potuto evitare un ulteriore spargimento di sangue. E proprio la narrazione, a tratti foriera di spunti, altrove sembra perdersi in un bicchiere d'acqua, peccando di una certa disomogeneità a livello di coerenza logica.

Questione di fiducia

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Pensive: i tre protagonisti del triangolo romantico

Naturalmente i vari ragazzi protagonisti sono caratterizzati sui classici stereotipi: dal protagonista timido e introverso alla bella contesagli dal ragazzo più cool della scuola, fino al migliore amico dai saggi consigli e alla punk / alternativa che conosce tutto del folklore autoctono. Non manca naturalmente il drogato su di giri, elemento di ulteriore disturbo quando il silenzio diventa un fattore potenzialmente chiave per la sopravvivenza. La violenza è invero parecchio gustosa, con eccessi splatter e sangue a go-go, e l'ambientazione notturna aumenta quel feeling di pericolo imminente che minaccia le vite dei malcapitati, fino a quell'epilogo amaro che mette in mostra come l'oscurità possa nascondersi non soltanto dove uno se l'aspetta di più.

Conclusioni

Il titolo alternativo We might hurt each other appare come una netta dichiarazione d'intenti nei confronti dei rapporti pronti a intercorrere tra i malcapitati protagonisti di questo slasher di produzione lituana, dove un gruppo di ragazzi neo-laureati si accinge a celebrare il fresco diploma con un rave illegale in un'isolata località di campagna. Ma in Pensive l'occasione di festa si trasforma in un bagno di sangue con la comparsa di un crudele killer mascherato dalle motivazioni apparentemente ignote, un evento che scatenerà dinamiche inedite e inaspettate anche tra gli stessi giovani che lottano per sopravvivere. Un horror a basso budget, non privo di idee interessanti ma altrove forzato, per un target ben definito.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • Atmosfera e ambientazione regalano qualche sano spavento.
  • Discreta caratterizzazione dei personaggi e del loro progressivo oblio psicologico.

Cosa non va

  • Alcune forzature in fase di sceneggiatura.
  • Un villain poco carismatico e poco sfumato.