La faccia espressiva di Amber Mithunder è una delle cose che rimane più impresse di Prey, film di Dan Trachtenberg ambientato nelle pianure del '700 degli Stati Uniti e che, dopo mezz'ora di paesaggi bellissimi e scene di caccia, diventa improvvisamente il prequel di Predator. Su Disney+ dal 5 agosto, Prey è una pellicola sorprendente.
Anche grazie alla sua protagonista: gli autori hanno fatto la scelta vincente di costruire una storia semplice, che usa la caccia come metafora. Dentro ci si può trovare una riflessione su molti temi attualissimi, dalla condizione delle donne allo sterminio dei Nativi Americani fino al cambiamento climatico. Ma al cuore Prey è la storia di una lotta per la sopravvivenza tra specie differenti.
Al posto dei muscoli e dell'imponenza fisica di Arnold Schwarzenegger, che nel primo film del 1987 è il militare Dutch Schaefer, qui abbiamo lo sguardo intelligente e il fisico agile e leggero di Amber Mithunder, che instaura una lotta mentale con l'alieno. Ne abbiamo parlato proprio con l'attrice.
Prey: intervista ad Amber Mithunder
Prey, la recensione: uno scontro di testa più che fisico
Prey: una lotta mentale più che fisica
Ha chiesto consigli a Schwarzenegger?
No, non ci ho mai parlato. Arnold, dove sei?!
Forse è un po' spoiler, ma pensa che Naru riesca nell'impresa perché tutti la sottovalutano? A volte essere sottovalutati può essere un vantaggio?
Penso che a volte sia assolutamente vero. Penso che anche lei non sia consapevole della sua forza. Ognuno di noi sa in cosa è bravo e cosa vorrebbe fare: a volte queste due cose coincidono.
Prey: il rapporto con la natura e la capacità di adattarsi
Amo il rapporto del suo personaggio con la natura: con il cane, gli alberi, tutti quei bellissimi paesaggi. So che è molto attiva per far prendere coscienza alle persone del cambiamento climatico. Quanto è importante preservare la natura e riscoprire il nostro rapporto con lei?
Moltissimo. Sono molto coinvolta nel tema dei diritti degli animali fin da quando ero un'adolescente. Mi sta ancora molto a cuore. Dobbiamo tutti vivere su questo pianeta, non possiamo andare da nessuna parte. Almeno che io sappia. È estremamente importante.
Prey e le similitudini con Predator, dal ruolo della natura ai protagonisti
Il suo personaggio è molto intelligente perché riesce a trasformare la propria debolezza in forza: comincia a pensare in modo diverso. Quanto è importante riuscire ad adattarsi alle cose?
Mi piace molto questa cosa. Penso che l'adattabilità sia in assoluto una delle qualità migliori. In tutte le sue forme: adattarsi a situazioni diverse, oppure affrontare una situazione un certo numero di volte e cambiare il proprio punto di vista. Ho visto Ricomincio da capo e mi sono resa conto che non sapevo come sarebbe andato a finire! Come per Ricomincio da capo: tutte le storie sono state già raccontate più volte, ma sono in continua evoluzione, come il lavoro che facciamo sulla nostra mente e sul corpo.
Prey: la preparazione fisica di Amber Mithunder
Questo film è un mix di generi: un po' fantascienza e anche un po' horror. Pensa che l'horror sia il genere in grado di descrivere meglio il mondo di oggi?
Non so, in un certo senso. Come per qualsiasi cosa, in questo ci sono moltissime cose su cui concentrarsi. È buffo che questo film sia descritto come un horror perché non ci ho mai pensato! Sono una bambina quando si tratta di horror. Ci sono un sacco di temi.
Cos'è stato più difficile, il boot camp di quattro settimane che ha fatto per prepararsi, o affrontare Predator?
Onestamente la parte più difficile è stata la scena del fiume. Forse la fossa con il fango. Il boot camp serve per prepararti, ma poi quando sei lì, sul campo, non puoi scappare o prenderti un giorno di pausa. Devi farlo. Essere nel processo è la cosa più difficile: non ti puoi fermare.