È un fenomeno la Illumination. Lo è stata sin dall'inizio con quel Cattivissimo me che ha conquistato tutti, e non solo per gli iconici Minions che ne sono venuti fuori, lo ha ribadito con prepotenza la scorsa primavera con il successo straordinario di Super Mario Bros. Ma ci ha stupiti anche con il film di cui vi parliamo in questa recensione di Prendi il volo, perché riesce a portare avanti anche un discorso più autoriale, già emerso per esempio in Sing, lavorando sulla costruzione narrativa del film piuttosto che sulle fulminanti gag con cui si sono fatti notare nel corso degli anni e che hanno rappresentato la principale ossatura di molti dei loro progetti.
Il nuovo film non arriva nelle sale con la grande attesa che aveva accompagnato Super Mario o con l'attenzione mediatica che di base hanno i Minions grazie al loro impatto comunicativo, ma si rivela un film capace di divertire e conquistare il pubblico, in particolare quello più giovane, nel periodo che conduce alle festività, data l'uscita del 7 dicembre (dopo due giorni di anteprime nel weekend del 2 e 3 dicembre).
Voglia, e timore, di nuove esperienze nella trama di Prendi il volo
Al centro della storia di Prendi il volo ci sono i Mallard, una famiglia di anatre migratorie (il titolo originale, Migration, è indicativo di questo dettaglio) composta da papà Mack, mamma Pam e i due figli Dax e Gwen. Una famiglia intrappolata, ma anche rassicurata, nella routine del proprio stagno del New England, finché l'arrivo di un altro gruppo di anatre migratorie stuzzica la loro curiosità con i loro racconti di luoghi remoti, affascinanti, entusiasmanti. Papà Mack è incerto, trattenuto dalla voglia di mantenere la propria famiglia al sicuro, ma mamma Pam non ne può più di starsene nella loro placida routine e vorrebbe una scossa che possa mostrare il mondo e le sue infinite opportunità ai loro figli. Convince così Mack a partire, ad abbracciare la loro natura migratoria e intraprendere un viaggio verso la Giamaica, passando per New York, affrontando il mondo, le sue meraviglie e i suoi costanti pericoli. E scoprendo molto di più di loro stessi.
Mettersi alla prova e capire se stessi
C'è attenzione e cura nella costruzione dei personaggi di Prendi il volo, a cominciare dal lavoro di Francesco Scianna e Serena Rossi nei ruoli di Mack e Pam (in originale sono Kumail Nanjiani ed Elizabeth Banks, ma nel cast vocale figura anche Awkwafina per l'impagabile capo di una banda di piccioni di New York), nel loro partire da posizioni divergenti nell'affrontare il viaggio che li aspetta. Una costruzione come sempre accompagnata da un ottimo character design capace di tratteggiare i personaggi con poco, per comunicare pensieri, motivazioni, attitudini. E comunicare le emozioni che li accompagnano.
Un lavoro che funziona sui protagonisti, ma risulta efficace anche sui comprimari, anche quelli che appaiono per poco e riescono a rubare la scena, come il già citato piccione di New York o l'antagonista del caso, che mette in scena una sua propria personalità riconoscibile e capace di rappresentare un valore aggiunto per l'azione.
Spettacolo visivo, evoluzione narrativa
Un'attenzione ai personaggi giustificata dalla maggior cura dedicata alla costruzione narrativa del film nel suo complesso: Prendi il volo non è una mera raccolta di gag, ma una storia ben scritta da Mike White (Creatore di The White Lotus e sceneggiatore di quel piccolo gioiello che è School of Rock), semplice e lineare nella struttura, classica nel senso più nobile del termine, ma mai banale pur nell'esigenza di potersi rivolgere a un pubblico giovane. Una Illumination a fuoco, quindi, capace di sorprendere anche sul fronte visivo, grazie alla regia fresca e dinamica di Benjamin Renner, che alterna intimità e cura emotiva a sequenze ariose e vibranti che sottolineano e mettono in evidenza il livello tecnico raggiunto dallo studio.
Nel suo saper comunicare e proporre spettacolo, Prendi il volo si va a inserire con convinzione in una fine di 2023 che sul fronte sale cinematografiche si preannuncia di grande soddisfazione e ricchezza per gli appassionati di questo mondo, accanto al nostro Enzo D'Alò, la solita Disney e il ritorno di Hayao Miyazaki.
Conclusioni
Ci ha convinti il nuovo film Illumination, come si evidenzia nella recensione di Prendi il volo: uno spettacolo visivo molto buono, con un livello tecnico superiore al solito, ma è sul fronte narrativo che il film fa un passo in avanti rispetto ad altre produzioni dello studio che sembravano più una raccolta di gag per divertire il pubblico. Ci si diverte comunque nel nuovo film che segue le avventure delle anatre migratorie, ma è l’attenzione ai personaggi e la loro evoluzione a fare la vera differenze, coinvolgendo, divertendo ed emozionando.
Perché ci piace
- I personaggi, la loro costruzione e crescita.
- La maggior attenzione per la struttura narrativa del film.
- Un livello tecnico che sorprende in positivo.
Cosa non va
- È una storia che si rivolge in prima battuta a un pubblico più giovane e può non coinvolgere chi vuole qualcosa di più maturo nell’approccio.