Sì, certo, lo stesso regista, la stessa attrice. Per certi versi, anche le stesse tonalità circostanti, e circostanziali. Oltre questo, però, spulciando a dovere le pieghe delle sceneggiature, approfondendo lo sguardo in relazione ai personaggi e al contesto, si nota immediatamente un tratto capace di legare, in modi opposti, Povere creature! e La Favorita. Come? Yorgos Lanthimos rafforza il suo legame artistico con Emma Stone, facendole indossare un ruolo opposto ma, in qualche modo, continuativo. Da una parte la Bella Baxter di Povere creature! (qui la recensione), che ha folgorato Venezia 80 (Leone d'Oro al miglior film), dall'altra la Abigail Masham de La favorita (che sempre a Venezia vinse il Leone d'Argento).
Entrambi scritti da Tony McNamara, e ideati per contenere una marcata evoluzione della protagonista, spinta da un forte bisogno di affermazione. Chiaro: una lettura inizialmente semplicistica, ma affatto banale considerando quanto Povere creature! e La favorita siano due film legati alle parole, con lo script enfatizzato dalle ottiche grandangolari di Yorgos Lanthimos. Un metro registico ben preciso, e l'obbiettivo ultimo di creare all'interno dei film una chiara evoluzione, accompagnata in tutti e due i casi da un senso di scoperta, di accettazione, di meravigliata consapevolezza. Ma il gioco di Lanthimos, pur simile nel linguaggio narrativo, mette in contatto gli universi di Bella e Abigail, rigirando i tratti distintivi di due donne tanto complesse quanto bisognose di sottrarsi (e ribellarsi) allo status quo di una femminilità avvilita da una società maschio-centrica.
Povere creature!, Bella Baxter come Ulisse
Un discorso chiaramente ampio, il nostro: Bella Baxter in Povere Creature!, che arriva dal romanzo di Alasdair Gray (uscito nel lontano 1992), è a tutti gli effetti una vittima della mascolinità tossica: suicida, arriva nel laboratorio del Dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe) che, tramite i suoi eccentrici esperimenti, riesce a riportarla in vita. Bella, però, è una bambina appena nata nel corpo di una donna. Nella fumosa Londra Vittoriana, inizia un percorso di conoscenza (emozionale, sessuale, professionale, individuale) che, per narrativa e svolte, ricorda l'Ulisse di Omero, poi esplicato da Dante nel XXVI canto dell'Inferno. Quel "fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza", infatti, si addice perfettamente a Bella Baxter.
Una fuga da Itaca, per un risolutivo ritorno che la porta ad affrontare la stessa società maschilista (i Proci): Bella come Ulisse, tra sfide, pericoli, suggestioni. Il canto delle sirene, addirittura il ciclope. Se l'Odissea è alla base di ogni racconto basato sull'evoluzione e la maturazione del protagonista, Povere creature!, sia nel romanzo di Gray, sia nel film di Yorgos Lanthimos, è una sua costola moderna, e come detto vicina agli spunti de La favorita. Come? Nei riflessi di Abigail Masham c'è la stessa voglia di Bella Baxter di evadere da un destino teoricamente già segnato. Bella e Abigail si approcciano al cambiamento in modi diametralmente diversi, evolvendosi in modi altrettanti differenti, ma comunque assimilabili nell'idea comune di Lanthimos: spezzare la tipica rappresentazione femminile, mostrandole "Tanto complesse quanto meravigliose e orribili, al pari degli uomini", come spiegava in un'intervista del 2018 a Deadline.
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La favorita e la scalata di Abigal Masham
Come Bella, anche Abigail è un personaggio di scrittura, nel quale il suo (terribile) passato si fonde con lo scopo futuro di realizzarsi. Costi quel che costi. Una storia vera (potete leggerla qui) chiaramente adattata a far da collante nel legame esplosivo tra Abigal, la Regina Anna (Oliva Colman) e la fidata consigliera Sarah Churchill (Rachel Weisz). Ora, non vogliamo soffermarci sull'attinenza storica ai fatti, ma l'intreccio morboso tra le tre, con seguente 'successo' di Abigail, che prende il posto di Sarah Churchill dopo un percorso machiavellico (tuttavia accettando di inginocchiarsi, alla fine), è frutto - come in Povere Creature! - di un netto stravolgimento dettato, ancora, dall'influenza maschile: è stata scambiata dal padre per pagare debiti di gioco, ed è quindi intenzionata di riprendere la sua posizione sociale alla coorte, sfilacciata, della regina Anna che, afflitta da problemi di salute, ha di fatto spostato il potere nelle mani della Churchill.
Dunque, un ideale ritorno ne La favorita, così come in Povere creature!. Ma se l'universo è comune, è poi la netta opposizione tra i ruoli che fa la differenza all'interno di un percorso di crescita o di de-crescita (dipende dai punti di vista, in particolar modo per Abigal). Bella torna letteralmente alla vita, diventando un'anti-eroina fedele solo alla sua libertà; Abigail torna allo stato sociale da lei agognato, sacrificando però la libertà stessa a cui forse non aveva mai creduto o sperato. Allora, e in un certo senso, Povere creature! è una risposta diretta a La favorita; una rivisitazione che segue due percorsi opposti ma paralleli nelle relative scalate, in cui ogni finalità viene giustificata dai mezzi (cinematografici) di Yorgos Lanthimos.