Pitch Perfect 3: le Bellas alla conquista del Vecchio Continente

Il franchise musicale scritto da Kay Cannon e prodotto da Elizabeth Banks aveva iniziato a mostrare la corda già al secondo episodio; questo terzo film ha tutte le caratteristiche del sequel stanco e fuori tempo massimo, anche se in compagnia delle Bellas in ogni caso non ci si annoia.

La vita dopo l'università, per le ragazze delle Bellas, glorioso gruppo a-capella del college di Barden, non è esattamente rose, fiori e gorgheggi. La carriera di produttrice di Beca Mitchell ha appena subito una brusca battuta d'arresto; le sue coinquiline Fat Amy e Chloe si barcamenano tra imitazioni comiche, lavoretti e corsi serali. L'occasione per verificare che anche Aubrey e le altre non sono messe meglio, e per abbandonarsi alla struggente nostalgia, è la reunion che ha luogo in occasione di un'esibizione delle "nuove" Bellas, capitanate dalla giovane Emily.
Aubrey ha la soluzione per rinnovare la sorellanza e ritrovare la gioia di esibirsi insieme: un tour europeo con le forze armate statunitensi, al fianco di altre band, e con l'appeal aggiuntivo della competizione: uno dei gruppi canori sarà scelto per aprire il concerto di DJ Khaled che chiuderà il tour, e potrà firmare con lui anche un contratto discografico.

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Pitch Perfect 3: Hailee Steinfeld, Anna Kendrick, Rebel Wilson, Brittany Snow, Anna Camp e Chrissie Fit in un momento del film
Pitch Perfect 3: Hailee Steinfeld, Anna Kendrick, Rebel Wilson, Brittany Snow, Anna Camp e Chrissie Fit in un momento del film

Brave, Bellas, bis?

Pitch Perfect 3: Elizabeth Banks e John Michael Higgins in una scena del film
Pitch Perfect 3: Elizabeth Banks e John Michael Higgins in una scena del film

Dopo aver diretto il primo sequel, Pitch Perfect 2, Elizabeth Banks lascia la regia di questo terzo capitolo a Trish Sie, autrice di vari corti e video musicali nonché timoniera di Step Up All In. Banks resta come produttrice, e non rinuncia ad apparire nei panni della caustica commentatrice Gail che, con il suo incorreggibile e misogino compare John (John Michael Higgins), tallona le Bellas per realizzare il peggior documentario di sempre.
Alla sceneggiatura ritroviamo Kay Cannon, qui assistita dal navigato collega Mike White. Ma se gà in Pitch Perfect 2 apparivano vani gli sforzi di ricreare la magia del primo film con quell'incantesimo credibile che trasformava, attraverso un genere musicale marginalizzato e sbeffeggiato, un gruppo di ragazze marginalizzate e sbeffeggiate nelle invincibili Barden Bellas, in questo secondo è difficile vedere persino gli sforzi, perché probabilmente non ci sono.

Pitch Perfect 3: Rebel Wilson e Anna Kendrick in una scena del film
Pitch Perfect 3: Rebel Wilson e Anna Kendrick in una scena del film

A livello di plot, Pitch Perfect 3 è inconsistente e all'insegna della banalità: c'è il canovaccio che porta le protagoniste in una serie di location europee da cartolina, dalla Spagna al sud della Francia, un paio di sublot più o meno romantici, una celebrazione dell'amicizia femminile che si manifesta in gridolini e abbracci più che in senso autentico di complicità e solidarietà, e - ciliegina sulla torta - una sottotrama con risvolti crime thriller che coinvolge Fat Amy e il suo babbo ritrovato, interpretato da John Lithgow con un orrido ma in fondo accattivante accento australiano.

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Battle of the Bands

Pitch Perfect 3: Hana Mae Lee in una scena del film
Pitch Perfect 3: Hana Mae Lee in una scena del film

Volendo perdonare l'abuso di Toxic di Britney Spears, una canzone gradevolissima se ascoltata una volta sola, i numeri musicali di Pitch Perfect 3 sono fortunatamente meno sciatti del suo script, e, anche se manca l'originalità dei momenti più creativi e memorabili del primo e anche del secondo film, salire sul palco con le Bellas sempre magnificamente acconciate e abbigliate resta un piacere. Le band rivali nella dimensione competitiva del film sono meno efficaci che nei capitoli precedenti, e questo nonostante il carisma di Ruby Rose, un po' sottoutilizzata nel ruolo della grintosa leader delle Evermoist (a proposito, lo sapete voi che problema di matrice indubbiamente sessista hanno gli americani con la parola "moist"?).

Pitch Perfect 3: Anna Camp in una scena del film
Pitch Perfect 3: Anna Camp in una scena del film

Sul fronte del cast, Anna Kendrick è ancora l'eroina ironica e intelligente che ci è piaciuta dal primo momento, ma diventa sempre più difficile avere a cuore il suo futuro professionale o sentimentale; Brittany Snow sa rendere la sua Chloe ancora più adorabile e spumeggiante ed è la sua, pur semplice, sottotrama romantica quella che ci ridesta l'attenzione (aiuta il fatto che il soldatino Matt Lanter sia bello come lei). L'unico problema che abbiamo con Hailee Steinfeld è che la vogliamo vedere di più, all'anima più comica e sfrontata del franchise, l'incontenibile Fat Amy di Rebel Wilson, non manca il materiale ma è quasi tutto di dubbia qualità, e lo slapstick senza inventiva finisce per stuccare. Fortunatamente per Fat Amy il finale del film ha in serbo almeno una scena esaltante, per salutare i fan della più irriverente della Bellas con il sorriso sulle labbra.

Movieplayer.it

2.5/5