Perché il reboot dei Pirati dei Caraibi è una pessima idea

Polemiche dopo le voci di una produzione in partenza nel 2025: resettare una saga del genere comporta rischi enormi. Il primo tra tutti? I reboot non li vuole nessuno. Figuriamoci senza una leggenda chiamata Jack Sparrow...

Johnny Depp è Jack Sparrow

Ci verrebbero in mente innumerevoli motivi per rafforzare il concetto già espresso nel titolo. Uno, però, potrebbe contenerli tutti: i reboot, oggi, hanno stancato. Hanno stancato il pubblico, e lo vediamo dai dati incontrovertibili degli incassi che, puntualmente, tradiscono le aspettative degli studios (come nel caso de Il corvo). Dunque, perché continuare, perché incaponirsi?

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Johnny Depp è Jack Sparrow

Per questo, la suggestione di un reboot dei Pirati dei Carabi, pressoché ufficializzata da Jerry Bruckheimer, e ora rafforzata dai rumors che vedrebbero la produzione iniziare a fine 2025, appare decisamente poco assennata, e poco lungimirante. "Ci sono due film diversi in fase di studio. Speriamo di realizzarli entrambi, penso che Disney sia d'accordo nel voler realizzare anche quello con Margot Robbie", spiegava Bruckheimer ad EW a maggio. Ecco, come si può realizzare un reboot di una saga cinematografica, senza tenere in considerazione colui che la saga l'ha resa leggendaria, e quindi di conseguenza cancellare qualcosa di già ampiamente radicato nell'immaginario popolare?

Pirati dei Caraibi: un reboot impossibile

Capitan Jack Sparrow e Barbossa sperduti nella giungla di Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare
Capitan Jack Sparrow e Barbossa sperduti nella giungla di Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare

Del resto, è impossibile reboottare qualcosa di tanto iconografico. Di nuovo, l'esempio de Il corvo è emblematico (com'è stato emblematico anche l'esempio dei Ghostbusters al femminile, rifiutato dal pubblico), e potrebbe risultare emblematico l'esempio dei Pirati dei Carabi. Non c'è dubbio che la trilogia originale, diretta da Gore Verbinski, sia probabilmente tra le migliori saghe d'avventura mai realizzate (e La maledizione della Prima Luna è un capolavoro di genere). Tra l'altro realizzata in un momento di grande vivacità artistica (era l'inizio del Millennio) e di grande sperimentazione (una sperimentazione replicata da Disney solo agli inizi dell'MCU), ben calcata da colui che poi ha reso grandioso l'intero franchise: Johnny Depp aka Jack Sparrow.

Geoffrey Rus, Johnny Depp e Keira Knightley in una scena di Pirates of the Caribbean: At Worlds End
Geoffrey Rus, Johnny Depp e Keira Knightley in una scena di Pirates of the Caribbean: At Worlds End

Qui, la parentesi da aprire è obbligata: vista la pregressa querelle legale di Johnny Depp, che ha affrontato in tribunale le accuse di violenza arrivate dalla (ex) moglie Amber Heard, la Disney ha bloccato qualsiasi tipo di rapporto lavorativo con l'attore (anche ora, che le accuse sono cadute? Vedremo). Di conseguenza, bloccando una sua possibile presenza nei prossimi capitoli dei Pirati. In questo senso, la strada cercata da Bruckheimer è doppia: fin da Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar (peggiori incasso della saga) si è cercata un'idea per un successivo capitolo. Idea, oggi, tradotta in un totale reboot e, pure, in uno spin-off che coinvolgerebbe Margot Robbie. Uno tra questi due soggetti, tra l'altro, dovrebbe essere stato scritto da Craig Mazin (lo stesso di The Last of Us) in coppia con Ted Elliot, poi rivisto da Jeff Nathanson, come precedentemente annunciato dal produttore.

Pirati dei Caraibi: il reboot si girerà nel 2025, sciolto il nodo sul ritorno di Johnny Depp?

Giù le mani da Jack Sparrow

Geoffrey Rush con Johnny Depp e Chow Yun-Fat in una scena di Pirates of the Caribbean: At Worlds End
Geoffrey Rush con Johnny Depp e Chow Yun-Fat in una scena di Pirates of the Caribbean: At Worlds End

Il tumulto attorno all'annuncio era poi prevedibile: dopo che il sito insider World of Reel ha rilasciato la notizia di un POTC MOVIE senza titolo in produzione a fine 2025 a St. Vincent (location dei precedenti capitoli), e ancora senza cast ufficializzato, i fan hanno subito espresso un marcato disappunto, rimostrando quanto "Senza Depp non potrebbero esserci i Pirati dei Caraibi". Ora, pur consci che il cinema è sia un'arte che un'industria (e come ogni industria deve remunerare il più possibile), l'azzardo della Disney sembra a tutti gli effetti un salto nel vuoto: se lo spin-off con Margot Robbie potrebbe avere una sua logica, tenendo in qualche modo viva l'attenzione su una saga storica senza intaccare troppo sulla struttura originale, un'operazione di reboot non troverebbe, nel pubblico, nessun grado di attrattiva, visto l'estremo legame instaurato nei confronti dell'icona Jack Sparrow (come dargli torto?).

Johnny Depp con Sean Bailey al D23 nel 2015
Johnny Depp con Sean Bailey al D23 nel 2015

Molto semplicemente, se viviamo nell'epoca della poca originalità è chiaro che lo spettatore, pur cercando al cinema le certezze (da qui i sequel, prequel e via discorrendo), è lontano dall'apprezzare questa mastodontica quantità di remake e reboot, ed è lontana anni luce dal supportare operazioni che tradiscano qualcosa di molto poco perfezionabile. Lo ripetiamo, gli incassi non premiano quasi mai tali operazioni, con un rigetto generale da parte della platea. Potrebbe essere un discorso romantico, ma personaggi come Jack Sparrow non possono certo essere rimpiazzati. Ogni tentativo, per restare in tema filibustiero, è destinato a naufragare ancora prima di lasciare il porto.