Piove, il sorprendente film horror di Paolo Strippoli tra Stephen King e Ari Aster

In uscita nelle sale cinematografiche il 10 novembre, il nuovo lungometraggio del regista di A Classic Horror Story ha tutte le carte in regola per divenire un grande cult italiano di genere, forte di stile, contenuti virtuosi e dal sapore internazionale.

Piove, il sorprendente film horror di Paolo Strippoli tra Stephen King e Ari Aster

Se non avete ancora visto A Classic Horror Story, questo è il giusto momento per farlo. Uscito su Netflix nell'estate del 2021, l'horror diretto a quattro mani da Roberto De Feo e Paolo Strippoli riusciva a declinare con potenza visiva e d'intenti l'eleveted horror americano in chiave nostrana, trovando giusta dimensione e concetto in qualcosa di tipico e regionale, dando così anima e personalità al progetto. Se De Feo era già conosciuto per il suo The Nest del 2019, la vera sorpresa è stato scoprire occhio e talento di Strippoli, che tanto in chiave di scrittura quanto di regia ha dimostrato grande propensione nel confezionare un prodotto piccolo e vincente, a suo modo rivoluzionario per il cinema italiano. Un autore così dedicato e appassionato che appena un anno dopo il suo straordinario esordio torna adesso più in forma che mai per il suo secondo lungometraggio, Piove, in sala dal 10 novembre per Fandango, scritto a sei mani insieme a Jacopo Del Giudice e Gustavo Hernandez ma questa volta diretto in solitaria e ancora una volta straordinariamente bene da Strippoli, che dimostra così senza più dubbi la sua innata predisposizione per il genere.

Il dramma del risentimento

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Piove: una scena del film

Di fatto l'autore non inventa nulla ma gestisce bene il tutto. Esattamente come accadeva in A Classic Horror Story, le ispirazioni creative sono forti ed evidenti, dai testi e adattamenti di Stephen King (La Nebbia, It, Shining) fino a John Carpenter e ancora oltre a guardare allo stile composto e articolato di Ari Aster, specie in termini di manipolazione del dramma personale o familiare nel tentativo - riuscitissimo - di generare contrasti, paura e tensione. Il punto è che, quasi come appartenesse già ai più grandi, nella sua intimità artistica Paolo Strippoli amalgama con precisione e decisione ogni tassello ispirazionale in una miscellanea che assume forma e concetti propri, plasmato per essere in parti uguali orrore, tragedia e riflessione sociale sia nella sua compostezza cinematografica che nelle tarate esasperazioni stilistiche.

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Piove: una scena tratta dal film

Si riconosce il Re dell'Orrore soprattutto nell'idea di creare una male atavico e nascosto che sedimenta al di sotto della civiltà, in grado di mutare stato e inerpicarsi sotto forma di paura fin dentro i più reconditi e spiazzanti sentimenti dell'animo umano. Prende il dramma del risentimento e lo trasforma in terrore e violenza, lasciando che sia un elemento "naturale" a generare sempre più odio, paranoia, ritorsioni ed efferatezze di vario livello. Roma è la Derry di Strippoli, le sue fogne quelle del più nero cuore inquietante della società contemporanea, dove i genitori diventano figli e questi ultimi non hanno più figure cardine a cui ispirarsi se non ai modelli più sbagliati e letali.

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Alienazioni

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Piove: una sequenza

Piove pesca ancora da King nel rendere l'odio una malattia infettiva della psiche, contagiosa e mortale soprattutto per gli affetti cari. Se Roma è Derry, la casa della famiglia Morel è l'Overlook Hotel, mentre tutto e tutti fuori vengono lentamente avvolti da queste pestilenziali e misteriose esalazioni che una volta freddate nel corpo e nella mente solidificano in rabbia, rancore e bieco desiderio. Nei movimenti macchina e nella ricercatezza dell'immagine e dei punti ripresa, così come in una ragionata interiorizzazione della tragedia a lenta elaborazione, il film ricorda non da vicino ma quasi l'horror a' la Aster. Lavorando comunque in raffinata sottrazione e affrontando il tema della periferia con sguardo d'autore a tutto tondo, Piove strizza anche un po' l'occhio al compianto Claudio Caligari e ai fratelli D'Innocenzo, racchiudendo però tutto e bene e ordinatamente nello scrigno oscuro dell'horror.

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Piove: un'immagine tratta dal film

Guarda a tutti, Strippoli, per poi alienarsi e ricadere in se stesso e trovare la chiave di lettura cinematografica più caratteristica e a lui più vicina, dando la giusta singolarità artistica al progetto, che è un altro gran bel titolo da cui il cinema italiano di genere può continuare il suo percorso d'ascesa verso una ben ritrovata eccellenza.