Piccoli Brividi: i mostri della mente di Jack Black invadono il grande schermo

Alla fine dei conti i brividi provati durante la visione sono davvero piccoli, ma assistere all'assalto di una scuola americana da parte una mantide religiosa gigante ha sempre i suoi motivi di interesse.

Non sempre i film per ragazzi riescono nell'intento di ricreare la magia dei libri da cui sono tratti. Troppo spesso soffrono la presenza di sceneggiature infantili o approssimative oppure sono mal recitati. Pur rispecchiando perfettamente il target a cui è rivolto, Piccoli Brividi schiva gli ostacoli del genere riuscendo a catturare l'interesse del pubblico giovane e al tempo stesso rappresenta una piacevole visione anche per gli adulti.

Piccoli Brividi: Jack Black circondato dai suoi mostri
Piccoli Brividi: Jack Black circondato dai suoi mostri

Il merito? Senza dubbio va al team composto da Darren Lemke, Scott Alexander e Larry Karaszewski, capace di dar vita a uno script giocoso e vivace lavorando soprattutto sulla relazione tra i due giovani protagonisti. A sua volta, il regista Rob Letterman confeziona una pellicola appassionante e divertente modellata sui teen adventure degli anni '80 in stile I Goonies. E poi ci sono i libri di R.L. Stine, quei Piccoli Brividi che hanno educato generazioni di giovani lettori alla paura e all'amore per la pagina scritta, qui omaggiati in un'esaltazione del potere della fantasia grazie anche alla presenza del vero Stine in un simpatico cameo.

Vicini di casa

Piccoli Brividi: Jack Black, Dylan Minnette e Odeya Rush in una scena del film
Piccoli Brividi: Jack Black, Dylan Minnette e Odeya Rush in una scena del film

La storia si apre quando Zach (un convincente Dylan Minnette) si trasferisce con la madre vedova da New York a Madison, sonnacchiosa cittadina del Delaware. La nuova esistenza dell'adolescente si preannuncia ben poco eccitante, se non fosse per la bella vicina di casa Hannah Odeya Rush), una Mila Kunis in miniatura con davanti a sé una luminosa carriera) con cui Zach stabilisce subito un certo feeling. C'è solo un problema. L'esistenza di Hannah è controllata da un padre cerbero (Jack Black) che rifiuta ogni contatto con l'esterno e impedisce alla figlia di frequentare la scuola preferendo un'istruzione casalinga. Per cercare di liberare l'amica, prigioniera dell'intrattabile genitore, Zach e l'amico Champ si introducono in casa del vicino aprendo accidentalmente uno dei numerosi libri sigillati che occupano gli scaffali. Il risultato è devastante. Il vicino risulta essere, in realtà, R.L. Stine, autore dei Piccoli Brividi, e i suoi mostri, uno dopo l'altro, abbandonano le pagine dei libri per seminare il panico in città. Il tutto proprio la sera del ballo della scuola. Toccherà a Zach, alla bella Hannah, all'imbranato Champ e a Mr. Stine arginare il caos provocato da yeti, zombie, insetti mutanti, pupazzi di neve, ferocissimi nani da giardino, licantropi, mummie e da un mefistofelico pupazzo che ha un conto in sospeso con il suo creatore.

Il luna park dei mostri

Piccoli Brividi: Jack Black e Odeya Rush in una scena del film
Piccoli Brividi: Jack Black e Odeya Rush in una scena del film

Piccoli Brividi si prende tutto il tempo necessario per farci affezionare ai personaggi. Pur lavorando sulla tipizzazione dei caratteri, il film aggiunge piccoli tocchi che ci aiutano a comprendere la psiche di queste figure, evitando l'effetto macchietta. Apprendiamo così dell'affezione di Zach nei confronti del padre da poco scomparso, della solitudine condivisa con la madre e della difficoltà di ambientarsi in un posto nuovo. Questa lunga fase preliminare favorisce l'immersione nella storia con la dovuta calma preparandoci al luna park vero e proprio, che culmina nella reunion dei mostri pronti ad attaccare Madison. La performance di Jack Black gode di questa misura. Nei panni di R.L. Stine, l'attore evita gli eccessi interpretativi a cui ci ha abituato in passato e si pone come figura di riferimento per i giovani cointerpreti.

Piccoli Brividi: Jack Black in una scena del film
Piccoli Brividi: Jack Black in una scena del film

Il clou di Piccoli Brividi arriva con la comparsa dei mostri letterari che invadono la città per farla pagare al loro creatore. Questa fase è la più genuinamente spettacolare; la natura delle sequenze action ricorda molto da vicino l'ingenuità di certe pellicole degli anni '80. Gli effetti speciali non sono troppo sofisticati, ma mantengono un sapore artigianale che sembra voler lasciare spazio alla fantasia. Pur raggiungendo una certa intensità nelle sequenze dell'attacco dei mostri, Piccoli Brividi è un lavoro rivolto principalmente ai ragazzi e la scelta di dare alle creature maligne un look giocoso, colorato e retrò serve a ribadire il concetto. Alla fine dei conti i brividi provati durante la visione sono davvero piccoli, ma assistere all'assalto di una scuola americana da parte una mantide religiosa gigante ha sempre i suoi motivi di interesse.

Movieplayer.it

3.0/5