Dopo l'avventura di Perfetti sconosciuti Paolo Costella e Paolo Genovese tornano a scrivere insieme per il cinema, con il prezioso contributo di Antonella Lattanzi che arricchisce la scrittura con la sensibilità che le è propria. Lo fanno con Per tutta la vita, film in sala dall'11 novembre, ancora una volta una commedia corale dove ad innescare l'azione sarà l'annullamento del matrimonio delle quattro coppie in scena. L'occasione (o il castigo) è quella di dirsi sì per la seconda volta, ma non tutto filerà liscio. Ne abbiamo parlato con il regista Costella, Ambra Angiolini e Fabio Volo che interpretano una delle coppie protagoniste: Vito e Sara, due ex uniti dall'amore per il piccolo Giulio e divisi tra aule di tribunale e assegni di mantenimento.
La video intervista a Paolo Costella, Fabio Volo e Ambra Angiolini
Per tutta la vita, la recensione: Dirsi di nuovo sì
La sceneggiatura e lo sguardo sul femminile
Il film si apre con un prologo affidato a due marionette. Da dove arriva quell'idea?
Paolo Costella: È una forma di teatro giapponese, il Bunraku, e viene da un'esposizione che avevo visto a Tel Aviv in una galleria d'arte. Mi sembrava un buon inizio per dare un'immagine assoluta della coppia tradotta poi in racconto dalle singole storie.
Che cosa ha portato Antonella Lattanzi in un duo ormai consolidato come quello formato da te e Paolo Genovese?
P. C.: Ha portato tanto. Io e Paolo venivamo da alcuni anni in cui avevamo ragionato sulla storie e messo a fuoco dei soggetti, con lei poi li abbiamo scritti e ne abbiamo ridiscussi alcuni.
Quali?
P.C.: La storia della maternità ad esempio viene da lei, e sia nello spunto che nel modo in cui l'abbiamo raccontata, ha tanto di Antonella.
Per tutta la vita: castigo o illusione romantica?
Per tutta la vita è un'illusione da ultimi dei romantici o un incubo?
Fabio Volo: Mi suona più come una minaccia! "Dai saliamo e facciamo l'amore tutta la notte" alla nostra età mi sembra terrorizzante. Si può applicare a pochissime cose, sarebbe invece meglio chiedersi che cosa vogliamo davvero per tutta la vita.
Ambra Angiolini: Penso che nel titolo manchi un punto interrogativo, è la domanda che si faranno tutti quelli che per colpa loro andranno in crisi o si risceglieranno ed è il valore aggiunto di questo film.
Un film sulle seconde occasioni. Che rapporto avete con le seconde possibilità?
F. V.: Io vivo anche di terze e quarte, sono l'uomo delle mille possibilità. La vita è tutta così.
A. A.: Io ho scoperto di avere un'abilità pazzesca nel trasformare il casino che mi succede in cose più alte. Sono una fantasista, capita e non è detto che sia già scritto come vuoi far diventare quel fatto in qualcos'altro. In quella zona lì mi diverto tanto, è un posto in cui a 44 anni vado in vacanza spesso.
Invidiate qualcosa ai vostri personaggi?
F.V.: Vito riparte subito con un'altra storia, un'altra donna, vogliono aprire subito un negozio insieme, comprano mobili, frigoriferi... gli invidio questa incoscienza. Per il resto, no, niente... forse la possibilità di aver vissuto con Ambra un periodo della mia vita.
A. A.: È il secondo film insieme, ci siamo dati una seconda possibilità anche al cinema continuando però una crisi coniugale, nessuno ci offre mai di interpretare coppie felici, chissà perché. Sara mi piace molto: è incasinata, inciampa e poi in questi inciampi scopre sempre qualcosa, può farli diventare la sua faccia vera finalmente, quella per cui non deve essere solo una madre, una compagna, è così bello che qualcuno ti conceda a un certo punto questa opportunità e in questo è una donna fortunata, nonostante la sua storia possa sembrare altro.