La vita di Mark Wahlberg sembra una sceneggiatura liberamente tratta da street movie come The Departed, The Fighter o Contraband. Che preferiate l'action allo stato più puro, gli intrighi di mafia o il classico poliziesco, non fa alcuna differenza perché l'ex cattivo ragazzo di Dorchester ha sperimentato questi generi sulla propria pelle prima di interpretarli sul grande schermo. Nel suo film personale tutto inizia simbolicamente a sedici anni con un arresto per furto e annesso pestaggio. Ma, come in tutte le storie di riscatto personale, anche questa volta il carcere ha sul nostro protagonista un effetto benefico, spingendolo ad abbandonare crimine e droga. A tirarlo fuori dei guai è la musica ed il gruppo Marky Mark & the Funky Brunch fondato con un deejay, mentre gli scatti di Herb Ritts per la campagna di intimo di Calvin Klein accanto a Kate Moss gli aprono le porte del cinema. Film come Boogie Nights, The Yards, Three Kings e La tempesta perfetta lo rendono riconoscibile al grande pubblico anche se alcuni, più o meno malignamente, sono convinti che debba gran parte del suo successo all'amicizia con Clooney. Sta di fatto che, con o senza Gorgeous George al suo fianco, Mark procede senza esitazioni aggiudicandosi anche una doppia nomination, agli Academy Awards e ai Golden Globes, come attore non protagonista in The Departed di Martin Scorsese. Oggi, dopo aver condiviso il set anche con l'orsacchiotto Ted e aver sperimentato anche il ruolo di produttore televisivo, Wahlberg si prepara a tornare sul grande schermo con Broken City, diretto da Allen Hughes e interpretato da Russell Crowe e Catherine Zeta-Jones. Distribuito da 20th Century Fox dal 7 febbraio, il film segue le indagini dell'ex poliziotto Billy Taggert, ingaggiato dal sindaco di New York per indagare sul presunto tradimento della moglie. Tra appostamenti e indagini, però, il detective con un passato da dimenticare porterà alla luce più di una semplice relazione extraconiugale, trovandosi inaspettatamente coinvolto nella politica corrotta della città.
Con il film Ted ha deciso di affrontare per la prima volta la commedia, mettendo momentaneamente da parte l'action poliziesco che ha caratterizzato gran parte della sua carriera. Subito dopo, invece, è tornato a vestire i panni dell'antieroe in Broken City. Come si è sentito a viaggiare tra questi due ruoli così agli antipodi?
Mark Wahlberg: Devo dire che mi è piaciuto molto. Naturalmente sono due lavori completamente diversi, tanto che tornare ad un action con risvolti politici come Broken City dopo l'esperienza insolita di Ted mi ha spaventato un po'. Comunque sapevo che non sarei stato a lungo lontano da questi ruoli. Sono quelli che mi vestono meglio e rappresentano anche gran parte della mia conoscenza cinematografica, anche se mi piace variare ed espormi a delle sfide. Ricordo che io mio padre eravamo dei fan di Serpico, Chinatown e Il braccio violento della legge.
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Parlando proprio della sceneggiatura, sappiamo che per molto tempo è rimasta all'interno della Black List dove sono archiviati i migliori soggetti mai prodotti da Hollywood. Cosa l'ha attirata di questa storia tanto da riportarla alla luce e produrla indipendentemente? Mark Wahlberg: Quando ho letto la sceneggiatura ho capito immediatamente perche gli studios si sono sempre rifiutati di mettere soldi su di un film del genere. Però, ad attirarmi è stata proprio la sua pericolosità concettuale. Dopo il successo di The Fighter sapevo di avere gli strumenti giusti per piegare qualche major ai miei desideri, ma ho deciso di seguire la strada della produzione indipendente lasciando a loro solo l'onere della distribuzione. In questo modo abbiamo avuto maggiore libertà. Non volevo che nessuno potesse intromettersi rimaneggiando il finale o cambiando dei particolari nel film per ottenere un incasso maggiore al botteghino. Naturalmente tutto questo ha chiesto dei sacrifici perché ognuno ha lavorato quasi gratis. Inoltre mi ha affascinato il discorso sulla corruzione che, nei fatti, possiamo rintracciare in ogni grande città americana da Los Angeles fino a Chicago.
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Quale progetto la convincerebbe ad abbandonare momentaneamente il grande schermo per recitare in televisione? Mark Wahlberg: In realtà non ho mai pensato a questa possibilità. Se capitasse credo che reciterei solo per una stagione visto che non mi piace trovarmi a rifare sempre la stessa cosa. E poi, il miglior ruolo televisivo lo ha già interpretato Steve Buscemi in Boardwalk Empire.
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La notte degli Oscar si avvicina. Qual è il suo favorito? Mark Wahlberg: Non sono riuscito a vedere proprio tutti i film candidati, ma per me il vincitore è Argo di Ben Affleck. Anzi, credo che sia stato assurdo non nominarlo anche come miglior regista. Questa mancata nomination ha radunato intorno a lui grande simpatia e molti consensi. Spero onestamente che vinca perché in questi anni Ben ha dimostrato di essere un regista molto interessante e costantemente in crescita.
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