Ultimo film italiano in concorso, Per amor vostro è un'opera seconda firmata da Giuseppe M. Gaudino, regista di Giro di Lune Tra Terra e Mare. Il film è venuto alla luce dopo mille difficoltà grazie alla scelta di un nutrito gruppo di produttori che hanno unito le forze per sfatare il mito del cinema italiano incapace di scrollarsi di dosso l'eredità del Neorealismo. Nel team produttivo figura anche la Buena Onda di Riccardo Scamarcio e il motivo principale è la scelta di Gaudino di eleggere sua musa Valeria Golino per il ruolo di Anna, perno della pellicola. Se la scelta di un uso libero di effetti speciali, immagini irreali, postpoduzione e canzoni che si intersecano nella narrazione ci permettono di definire Per amor vostro un film sperimentale, la componente realista, in realtà, è assai presente. Il film si svolge a Napoli e racconta la storia di Anna, una donna che tenta di barcamenarsi tra le difficoltà del quotidiano crescendo tre figli, uno dei quali è sordomuto, mentre il marito fa l'usuraio.
Per quanto riguarda l'aspetto visionario della narrazione, qualcuno scomoda addirittura Fellini e Gaudino non nega l'influenza, ammettendo di essersi ispirato al maestro riminense per la componente onirica. Come spiega lui stesso: "Le scelte stilistiche del film servono a suggerire che questa è una storia collettiva, potrebbe toccare chiunque. Volevo raccontar emozioni, non fatti reali. La componente concreta del film esiste, si vede nei temi che tocco, ma mi stava a cuore veicolare un'emotività diversa perciò ho scelto di utilizzare immagini, suoni, colori e musiche non realistiche. Credo che un film sia riuscito quando il sentimento si veicola dai creatori al pubblico. Perciò volevo usare più livelli di senso per raccontare questa storia, stimolando varie percezioni".
Un tuffo nell'ignoto: viaggio in una Napoli infernale
Focus di Per amor vostro è, naturalmente, Valeria Golino. L'attrice incarna su di sé il ruolo di moglie, figlia, madre, innamorata. Un ruolo a tutto tondo in cui la Golino brilla, comparendo praticamente in ogni scena. Parlando del suo coinvolgimento nel progetto, l'attrice racconta: "Avevo già girato a Napoli, la città in cui sono cresciuta, La guerra di Mario e La kryptonite nella borsa. Per me sono stati due film molto importanti, ma questa che vedete in Per amor vostro non è la Napoli di nessun altro se non di Beppe Gaudino. Io sono entrata a far parte di un universo e di un immaginario unico. Napoli è un recipiente perfetto, può raccogliere tutto e il contrario di tutto, è un luogo estremamente immaginifico. La Napoli di Beppe è un girone dantesco, è una città brutta e bella al tempo stesso, è un luogo astratto". Luogo in cui gli attori hanno avuto difficoltà a entrare, soprattutto a comprendere l'essenza dell'ambizioso progetto nella sua totalità.
L'unica via possibile, a quel punto, è stata quella di affidarsi nelle mani del visionario Gaudino tuffandosi in un'avventura senza rete. Prosegue la Golino: "Entrare nel Beppe-pensiero è difficile. Non c'è un unico modo. Di volta in volta, come Anna, mi sono adattata a capire cosa stava succedendo perché Beppe non voleva che noi avessimo preconcetti. Mentre lavoravo ero vigile, ero attenta, ma non capivo ciò che stavo facendo e col senno di poi penso sia stato meglio così". Aggiunge il collega Adriano Giannini: "Il Beppe pensiero è un immaginario complesso e articolato. Il lavoro fatto sul personaggio è nato la prima volta che ho incontrato Beppe. Non ho capito cosa mi voleva dire, ma era talmente affascinante che ho deciso di seguirlo. Il processo di lavorzione è stato tutto così, cercare di intuire a livelli quasi magici ciò che stavamo facendo. I personaggi sono nati lavorando sul set, capendosi, non capendosi, affrontando l'ignoto. Valeria, come Beppe, ha un potere magico. Quello che facevo era seguire i loro incanti senza pormi domande".
Un linguaggio, mille linguaggi
Nel coacervo di vari linguaggi, verbali e non, usati in Per amore vostro, ingrediente essenziale è la lingua dei segni che Anna usa abitualmente a casa per comunicare col figlio Arturo, non udente. Per Valeria Golino e Massimiliano Gallo, che interpreta suo marito, non è stato facile apprendere un sistema di segni complesso che nel film ha un'importanza fondamentale. Come spiega il regista: "Usare il linguaggio dei segni era un altro modo per esprimere la difficoltà di comunicare. Non volevamo compiacere nessuno, ma Anna, avendo un figlio sordo, dimostra di essere una donna capace di comunicare in modi diversi. Tutti gli attori hanno lavorato con due coach per preparare le scene familiari che volevamo molto realistiche. Anna ha un grande potenziale che le permette di capire gli altri, ma per sé non ha parole. E' un personaggio pieno di sfaccettature, per questo la amo".
Valeria Golino aggiunge: "Le competenze che un attore cerca di portare nel film non devono essere le migliori in assoluto, ma devono essere giuste per il personaggio. Ci ho messo mesi per imparare il linguaggio dei segni e invidio i colleghi che apprendono tutto subito. Volevo che si vedesse che il linguaggio dei segni usato da Anna è stato appreso per amore, per condividere l'universo di silenzio del figlio". Diversa è la situazione di Massimiliano Gallo, padre assente e violento: "Io ho avuto un approccio diverso, non ho imparato più di tanto il linguaggio dei segni perché il mio personaggio non vuole comunicare col figlio. Non sa amare, non sa parlare con i suoi e non accetta i problemi fisici del figlio. Con lui riesce a esprimersi solo in modo violento".