Sorridente, disponibile, professionale. Paul Wesley arriva al nostro tavolo sorseggiando una Menabrea fresca. "Mi hanno detto che è italiana..." Ci dice ed evito di dirgli che di birre italiane ce ne sono di migliori... d'altra parte non gli hanno rifilato una Peroni o una Nastro Azzurro. L'occasione è la presentazione di Before I Disappear, inserito nella selezione de Le giornate degli auori di Venezia 2014, film di cui è protagonista e produttore per l'amico Shawn Christensen. Un film dallo spirito indipendente, nato dal corto vincitore di Oscar Curfew ed interpretato dallo stesso regista insieme a Wesley ed alla co-protagonista Fatima Ptacek.
Quella con l'attore è stata una chiacchierata informale, interessante, stuzzicante, che ci ha mostrato un Wesley più complesso di quanto il suo personaggio di The Vampire Diaries potrebbe far immaginare: dai classici della letteratura al cinema, alle sue passioni ed ai primi passi nella regia per la serie di cui è protagonista da sei anni. Un Wesley complesso quanto rilassato e disponibile, professionale ma mai freddo e distaccato, come si percepisce anche dalle foto che abbiamo realizzato prima della nostra intervista. A dispetto della stanchezza per il volo ed il fastidio per l'allarme antincendio che ha interrotto momentaneamente la proiezione del film non più di un'ora prima.
In che modo sei stato coinvolto nel progetto?
Shawn Christensen, l'autore del film, è un mio caro amico, ci conosciamo da quando avevamo 13 o 14 anni. Abbiamo seguito lezioni di recitazione insieme a New York e l'ho sempre ammirato come essere umano. Mentre era in tour, lui è un musicista, mi mandò delle cose autobiografiche che aveva scritto e le trovai magnifiche e gli suggerii di scrivere una sceneggiatura. Lui lo fece e io la diedi al mio agente, perché lui non sapeva nulla dell'ambiente. E così lui ha trovato chi lo potesse rappresentare, ha venduto il suo primo script e dieci anni dopo ha vinto un Oscar. Sono sempre stato coinvolto nella sua carriera e lui nella mia, mi ha sempre aiutato nel fare le mie scelte. Anche in questo caso la collaborazione è venuta in modo naturale: lui aveva questo script, io avevo degli investitori interessati a realizzare un piccolo film, e siamo andati avanti. Poi il ruolo di Gideon è venuto fuori e mi ha chiesto se volessi farlo e gli ho detto "Sicuro!" ed ho fatto in modo di trovare il tempo di lavorarci tra un impegno e l'altro.
Tu sei anche produttore del film ed hai iniziato a dirigere per The Vampire Diaries. Come vedi il tuo futuro, è una direzione che hai intenzione di prendere?
Sì, dirigerò il mio prossimo episodio della serie nel giro di un paio di mesi, quindi continuerò a farlo. Inoltre io e Shawn collaboreremo per un altro progetto e tengo le dita incrociate per questo. Adoro recitare, ma è solo un pezzo del puzzle, e quando sei in una serie per sei anni inizi a sentirti un po' confinato. Essere un attore è un lavoro bellissimo, ma a volte non mi basta per sentirmi realizzato, voglio continuare a creare a diversi livelli e collaborare con persone che ammiro e che possano migliorarmi. Shawn continuerà a fare cose senza di me ed io senza di lui, ma penso che continueremo a collaborare in futuro.
Scrivi anche?
Ma non sono assolutamente poetico come Shawn. Scrivo, ma non è qualcosa in cui mi sento a mio agio. La scrittura, le parole, è qualcosa che richiede un livello di poesia con cui non sono nato. Non so, forse mi sto buttando un po' giù...
Hai detto che Il giovane Holden ti ha cambiato la vita. Ce ne parli?
Oh sì! Io odiavo leggere quando ero più giovane, odiavo i compiti estivi in cui dovevo leggere qualcosa. E ricordo che ero a Londra con la famiglia ed avevo solo una settimana rimasta per leggere questo libro, lo aprii e non ricordo nulla di Londra, perché non riuscii più a metterlo giù. Camminavo per strada leggendo il libro, quasi messo sotto dalle auto, e da allora credo di averlo letto otto volte! Ho letto che i serial killer amano quel libro, magari è un problema!
Credo che molti abbiano un libro che ha cambiato loro la vita...
Sì, credo anche io. Nel mio caso semplicemente ero giovane ed in un'età in cui si inizia a sviluppare il senso di chi si è realmente, e ricordo che leggendolo ero così affascinato dal personaggio, dai conflitti col mondo. Ero stupito che si potessero mettere tutte quelle sensazioni in un libro e penso che qualunque giovane che lo legga possa ritrovarsi nei sentimenti che descrive.
Hai anche dei film preferiti che ti hanno fatto lo stesso effetto?
Sì, ne ho un paio. Non so se ho un film preferiti in senso classico, ne ho che hanno avuto un impatto su di me. Uno di questi è Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman, se invece parliamo di film che mi piace guardare senza particolare coinvolgimento emotivo, ma con grande piacere, ci sono sicuramente i vecchi lavori di Scorsese, come Quei bravi ragazzi. Un altro che mi colpisce profondamente è Stanley Kubrick.
Quindi non molti film di intrattenimento...
No, in effetti faccio molta fatica a guardare quel genere di film. Non trovo facile mettere a tacere la parte analitica del mio cervello. Adoro i film di Woody Allen, però! Io e Annie, Manhattan, Hannah e le sue sorelle sono film fenomenali!
Nessun film di genere? Film di vampiri..?
No, non molto. Ma Lasciami entrare era un buon film di vampiri, secondo me.
Quelli che hai citato, Scorsese, Woody Allen sono anche tuoi modelli? Se dovessi fare un tuo progetto in futuro, con che stile lavoreresti?
Dipende dallo script. Si deve sempre partire dalla lettura dello script, non si può girare tutto alla stessa maniera. Rispetto registi come Wes Anderson, che hanno uno stile molto ben definito. I suoi film sono sempre molto simmetrici, è il suo stile. Ma non credo di avere uno stile specifico, piuttosto cose a cui reagisco meglio. Woody Allen per esempio usa questi campi lunghi con pochissimi tagli, mentre per esempio lo stile di The Vampire Diaries è l'opposto, non credo possa passare più di un secondo senza che ci sia uno stacco di montaggio. E' sempre impostato con montaggio frenetico, musica, con la camera sempre in movimento. La camera, in The Vampire Diaries, non può mai fermarsi. Nel momento in cui si ferma, siamo finiti! Quello è lo stile della serie: sempre in movimento, veloce, veloce, veloce. In alcuni film basta mettere la camera in un angolo e riprendere tutto, ma non funzionerebbe mai per uno show come il nostro e sulla CW. Quindi bisogna prima esaminare il materiale e poi pensare allo stile.
Ci hai parlato dei tuoi libri e film preferiti, ma sei un attore televisivo: hai anche serie che segui?
Non ho mai guardato molta televisione, non ve lo nascondo. Ma da quando ho iniziato a dirigere, ho iniziato a guardarne di più. Apprezzo molto il nuovo formato di miniserie, perché a volte guardare 22 episodi può risultare molto impegnativo. E' troppo, non ho tutto quel tempo! Preferisco guardare sei episodi, otto episodi, o film per la TV. In aereo venendo qui ho guardato The Normal Heart e l'ho trovato molto ben fatto. Ho guardato la prima parte di True Detective perché ne parlavano tanto e volevo vedere di che si trattasse, così come le prime due stagioni i Breaking Bad e le prime quattro de Il trono di spade. In definitiva guardo gli show di cui tutti parlano per capire cosa hanno di speciale.
E ci trovi qualcosa di speciale?
Oh sì, trovo che ci sia un grande quantitativo di talento in queste serie, ma per qualche motivo non mi va di guardarle per intero. Mi basta fare degli assaggi.
Non hai proprio la TV?
Ho la TV, non ho la cable. Guardo tutto on demand. Diciamo che non mi capita mai di tornare a casa dopo una lunga giornata e mettermi a guardare la televisione, è qualcosa che proprio non faccio. Quando guardo qualcosa, è come un evento, è qualcosa che pianifico. Sono invece ossessionato dal mio iPad, leggo roba, controllo le notizie, scarico roba, vado su iTunes. Con tutto questo, chi ha tempo per la tv?!
E pensi che cinema e TV saranno...
Sicuramente! Saranno una cosa sola. Non ancora, ma ne stiamo vedendo l'inizio.
E pensi che i film a cui lavori possano avere un mercato digitale?
Penso proprio di sì. Ho due progetti in uscita, uno è Before I Disappear e un altro ha appena cambiato titolo ed ora si chiama Amira & Sam che pure ha trovato distribuzione. E tutti e due saranno disponibili in Digital Download insieme all'uscita in sala. Penso che probabilmente sia la scelta migliore e quando hai un film del genere è bene farlo uscire in poche sale, far appassionare la gente che vuole vederlo e poi fornire il Digital Download.
Essere un regista che è anche attore è più facile o più difficile? Com'è lavorare con attori che sono anche amici?
Quando ho diretto The Vampire Diaries, ho scoperto di essere pieno di complimenti con chiunque. "Oh mio Dio, sei bravissimo", "Sei stato grande", "Sei fantastico!" E non si tratta di mentire, ero del tutto sincero, semplicemente ho scoperto che è il modo migliore per me di ottenere quello di cui ho bisogno. Penso che sia importante far sentire gli attori al sicuro, perché è un lavoro in cui gli si richiede costantemente di essere vulnerabili e penso che si debba creare un ambiente in cui si possano sentire al sicuro per dare il massimo. Non puoi creare talento dove non c'è, non puoi creare una mela da una banana, ma puoi ottenere il massimo da ognuno. E fortunatamente gli attori con cui ho lavorato sono tutti pieni di talento. E' importanti farli sentire al sicuro in modo che possano esporsi... esporre le proprie emozioni, intendo, non il proprio corpo. Quello è tutto un altro lavoro. [scherza, ndr]
Fai sempre ruoli intensi. E' una scelta o in futuro ti piacerebbe fare una commedia?
Adoro la commedia! Ne ho fatta in passato e vorrei poterne fare ancora in futuro. Non vedo l'ora che qualcuno mi dia l'opportunità. Ho fatto una commedia in passato, si chiama Roll Bounce, ed è stupida... in senso buono, intendo! Interpreto un ragazzo che è un campione di skate degli anni '70 e sto sempre in body. La gente lo guarda e dice "ma quello è Stefan di The Vampire Diaries?!" e ride.
Ti piace essere il "vampiro triste"? Sei invidioso del tuo collega Somerhalder che ha il ruolo più divertente?
Sì! E' stato fortunato ad avere il ruolo più divertente. E' sempre più divertente interpretare il cattivo ed è più facile per un attore. E' molto più dura esprimere emozioni e vulnerabilità, mette alla prova la propria psiche.
Ma poi hai avuto modo di rifarti!
Su mia richiesta!!!
Il ruolo che vorresti interpretare o il film che vorresti dirigere?
C'è un film di Charles Chaplin che racconta di una ragazza cieca che si innamora di un barbone. Si chiama Luci della città. E ho sempre pensato che fosse una storia bellissima e magari ci sarà modo di adattarla un giorno.
Ti piace anche l'hockey su ghiaccio e lo snowboard, hai ancora tempo per allenarti?
Sfortunatamente no. Ora faccio boxe, quindi state attenti!