Paul Giamatti è attualmente sulla bocca di tutti dopo la sua straordinaria prova in The Holdovers - Lezioni di vita, che gli è già valsa parecchi riconoscimenti, tra cui il Golden Globe come attore protagonista e una meritatissima nomination gli Oscar nella medesima categoria. Appena la sua seconda in carriera, arrivata ben 18 anni dopo la prima per Cinderella Man - Una ragione per lottare, decisamente troppi se si considerano le sue brillanti interpretazioni in questo lungo arco di tempo. Perché Giamatti potrà anche essere considerato dai più un caratterista, etichetta che lui stesso ha faticato ad accettare in tutti questi anni, ma è probabilmente uno dei migliori attori della storia di Hollywood, proprio grazie alla sua capacità di rendersi invisibile eppure assolutamente fondamentale per ogni ruolo che ricopre ogni volta con una professionalità che ha davvero pochi eguali tra quegli attori che fanno parte della sua generazione (un altro che torna alla mente è il compianto Philip Seymour Hoffman, mai davvero apprezzato quanto meritava).
Fin dai suoi primi ruoli, pensiamo a La dea dell'amore, Il matrimonio del mio migliore amico e The Truman Show, Giamatti ha saputo incarnare quello che comunemente è noto come Everyday Man, l'uomo qualunque (americano in questo caso), uno dei personaggi fondamentali non solo del cinema ma soprattuto della letteratura americana (una figura letteraria spesso al centro dei romanzi di Philip K. Dick, autore che lo stesso Paul Giamatti adora e che avrebbe anche dovuto interpretare in un biopic finora mai realizzato). Non è l'eroe d'azione, non è l'intraprendente e coraggioso individuo che salva la situazione grazie alla sua faccia da schiaffi. È piuttosto l'outsider che, vittima dell'imprevedibilità degli eventi, riesce a imbrigliare tutta l'energia circostante per lasciare un segno indelebile e cambiare il corso della storia. Proprio tenendo in conto questi elementi, abbiamo selezionato alcuni dei suoi lavori migliori, fermorestando che quello in The Hooldvoers (al quale abbiamo dedicato un approfondimento a parte) si aggiunge come ciliegina sulla torta di una carriera davvero ricca e intensa.
1. American Splendor
Dopo una decina d'anni da comprimario, con alcune menzioni di rilievo per The Truman Show, Salvate il soldato Ryan e Man on the Moon, Paul Giamatti ottiene il suo primo vero ruolo da protagonista in American Splendor, film indipendente del 2003 dove interpreta il fumettista underground Harvey Pekar, autore dell'omonima serie a fumetti che dà il titolo alla pellicola diretta da Shari Springer Berman e Robert Pulcini. Pekar è un outsider, relegato ai margini della società americana, con un lavoro che non gli dà alcuno stimolo ma con una passione per il fumetto e un'unica vera missione: raccontare le idiosincrasie dell'americano medio. In questa interpretazione, Giamatti mette in mostra tutta la sua weirdness, grazie a un personaggio che gli aderisce come un guanto. Tutto, dall'impostazione della voce alla postura, rendono la sua performance memorabile e degna di essere riscoperta, qualora vi fosse sfuggita.
2. Sideways - In viaggio con Jack
La prima collaborazione con Alexander Payne mette in luce tutto il talento di Paul Giamatti, chiamato a impersonare un uomo abbattuto dalla depressione dopo il fallimento del suo matrimonio e che accetta di accompagnare l'amico alla vigilia del suo matrimonio in un road trip tra i vigneti della California. Il suo Miles Raymond vi rimarrà impresso per la sua straordinaria conoscenza di tutto ciò che concerne il buon vino, per i suoi scatti di ira furibonda in preda all'alcool, ma anche e soprattutto per la sua presa di consapevolezza: non è mai troppo tardi per cominciare un nuovo capitolo della nostra esistenza. Non tutti affrontano i propri demoni personali allo stesso modo, bisogna trovare il giusto tempo, proprio come la maturazione di un ottimo vino (basta che non sia un "fucking Merlot").
3. Cinderella Man - Una ragione per lottare
Gli anni Duemila sorridono molto a Giamatti, che reclutato da Ron Howard consegna una delle sue prove più emozionanti in un ruolo da caratterista purissimo. Nella pellicola interpreta infatti Joe Gould, il manager e amico di vecchia data del protagonista Russell Crowe, che lo aiuterà nei suoi momenti più difficili, condizionati dall'abbattersi della Grande Depressione sugli Stati Uniti e sulle finanze di milioni di americani, e gli offrirà l'occasione per riscattarsi e diventare campione, quando tutti pensavano non fosse possibile. La prova di Giamatti è maiuscola e assolutamente alla pari di quelle delle sue co-star, e per questo ottiene una meritatissima nomination agli Oscar 2006 (quell'anno a vincere sarà tuttavia George Clooney con Syriana).
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4. La versione di Barney
Adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Mordecai Richler, La versione di Barney probabilmente non sarà uno dei migliori film della storia del cinema, in quanto non stupisce per regia o capacità di messa in scena, soprattutto avendo a disposizione la cornice di una Roma nel pieno degli anni '70. Tuttavia, Giamatti conferisce al suo Barney Panofsky la stessa sottile tragicità del personaggio scritto da Richler, il suo stesso entusiasmo per la vita e la sua completa visione irrazionale dell'esistenza. Uno dei ruoli migliori in carriera per l'attore che con questo vince il Golden Globe come protagonista (anche se verrà brutalmente ignorato dall'Academy).
5. Mosse vincenti
L'anno successivo, Giamatti ottiene nuovamente un ruolo da protagonista, a conferma del suo periodo migliore a Hollywood, quando viene scelto da Tom McCarthy per una storia che ancora una volta parla di riscatto sociale e seconde occasioni. Qui interpreta un avvocato squattrinato che ha dedicato la sua vita ai meno abbienti consentendo loro di aver una adeguata difesa. Dilaniato dall'ansia e dai problemi cardiaci, nel tempo libero allena una squadra di lotta olimpica con risultati non proprio ottimali. Nella sua vita però piomba Kyle, ragazzo problematico che però si rivela un vero talento nella lotta. Mike lo prenderà sotto la propria ala ma la madre, tossicodipendente appena uscita da una comunità di recupero, tornerà a reclamarlo. Si tratta di una delle interpretazioni meno note di Giamatti, ma è anche una delle sue più caratteristiche e che meglio riflettono la sua intera carriera nei panni di questo personaggio sostanzialmente buono e ironico, pronto a tutto per salvare un giovane alla deriva (ruolo che preconizza in qualche modo il Paul Hunham di The Holdhovers).
6. Cosmopolis
Tra i pochissimi ruoli "negativi" di Giamatti, quello in Cosmopolis è tra i più potenti e agghiaccianti della sua intera carriera. Qui ha a disposizione soltanto pochissime sequenze nel finale dell'adattamento cinematografico del romanzo di Don DeLillo ad opera del grande David Cronenberg, ma proprio in quei momenti finali, Giamatti lascia il segno con una performance che rimarrà scolpita in maniera indelebile negli occhi degli spettatori ("I'm having my Korean panic attack"). La dimostrazione di come anche con soli pochi minuti a disposizione, Giamatti sia un attore in grado di lasciare il segno, aspetto che lo pone all'interno del gruppo dei più grandi interpreti viventi.
7. Private Life
Quello che per chi scrive è probabilmente da includere nella Top 3 delle migliori performance di Paul Giamatti è sicuramente quella fornita in Private Life, al contempo tenero e spietato ritratto di una coppia che prova disperatamente a generare un figlio (passando da fecondazione assistita, adozione e utero in affitto). La pellicola, oltre a essere sorretta dalla scrittura impeccabile dell'autrice e regista Tamara Jenkins, si poggia su una gara di bravura tra Giamatti e la co-star Kathryn Hahn, qui davvero in stato di grazia. Sono due i momenti da segnalare in mezzo a quello che è un campionario di sequenze emozionanti: lo sfogo di Richard nei confronti del medico che ha appena "molestato" la nipote e quello successivo in camera da letto nei confronti della moglie, dopo l'ennesimo fallimento della fecondazione. Un ritratto dei due personaggi che colpisce per la sua spietata onesta senza mai risultare pesante o ricattatorio.
Questa la nostra selezione, ma ovviamente non possiamo non citare anche Lady in the Water, Le idi di marzo, 12 anni schiavo, Saving Mr. Banks, più la miniserie John Adams dedicata al secondo presidente degli Stati Uniti, e la più serie recente Billions, se non volete privarvi di nessuna delle sue interpretazioni di rilievo.