Pappi Corsicato getta Il seme della discordia a Venezia

Regista e cast incontrano la stampa in occasione della presentazione al Lido del film, che ha avuto una ricezione piuttosto varia.

Ultimo film italiano in concorso alla mostra veneziana, Il seme della discordia è una pellicola brillante e colorata che affronta con tono grottesco e surreale argomenti drammatici quali la violenza sulle donne, l'aborto e l'adulterio. A presentare il film al Lido il regista Pappi Corsicato e parte del nutrito cast composto da Caterina Murino, Alessandro Gassman, Martina Stella, Michele Venitucci, Valeria Fabrizi, Iaia Forte e Isabella Ferrari. Il seme della discordia punta molto del suo appeal sulle variopinte scenografie e sul look delle protagoniste femminili, portatrici di una bellezza stilizzata e affascinante come quella delle dive degli anni '60. La bond girl Caterina Murino spiega quanto lavoro è stato fatto su costumi, colori, forme del corpo e trucco marcatamente anni '60, ispirato a Sophia Loren, ma anche a Dalida, per raggiungere il risultato che vediamo nel film.

"Pappi ci ha fatto penare" confessa la Murino "dato che ogni inquadratura sul corpo è stata studiata al millimetro. Il tema fondamentale del film, infatti, è quello di un mondo di donne bello e perfetto esteticamente, ma disastrato interiormente. Il cinema di Corsicato vuole prendere la vita alla leggera parlando anche di temi importanti. Questa leggerezza mi ha aiutato moltissimo, visto che io, pur avendo alle spalle molte commedie, ho difficoltà a essere brillante e mi porto dietro un naturale bagaglio drammatico. Per me è stato molto difficile girare la scena di nudo visto che io non mi spoglio mai nei film. Per girare volevo il mio corpo completamente coperto di schiuma perciò la costumista ha passato il pomeriggio a montare insieme bagnoschiuma e schiuma da barba. Alla fine, però, si era formato un mastice bianco spalmato sul mio corpo che non scendeva con l'acqua della doccia. Abbiamo riso molto, ma questa piccola gag ha contribuito a smorzare la tensione. E' merito di Pappi che sa sempre creare la giusta atmosfera sul set".

Le fa eco Martina Stella a cui Corsicato ha affidato un ruolo di contorno, un personaggio la cui unica funzione è creare un raccordo tra le varie scene, ma che si dimostra ironico e grottesco. "Abbiamo lavorato sui cambiamenti, ho molte parrucche, non sono sempre bella, ma il mio è un personaggio surreale e molto divertente, non la solita bellona supersexy di altre mie interpretazioni".
Pappi Corsicato è il direttore d'orchestra di questa curiosa sarabanda e rivela che "lavorando con questi splendidi attori, lo sforzo è stato minimo. I maschi sono tutti uomini belli, ma sfigati, fragili. Le donne vivaci e affascinanti.

C'è un'impotenza e una sterilità generalizzata nei rapporti tra tutti i personaggi che sono soli e un po' allo sbando. Ho girato alle falde del Vesuvio perché volevo ricreare un'atmosfera esotica che nascondesse il marcio sotto la superficie. Il film è costellato di piccole tragedie, ma non è drammatico, perché la narrazione si sposta su un piano non realistico. Io sono autodidatta, senza velleità autoriali. Colori e musiche fanno parte del bagaglio di cose che mi piacciono. Dopo Chimera, girato sette anni fa, ho rivisto tutto e sono tornato a un cinema più semplice, che mi ha dato spazio per inventarmi cose spiritose. Io parteggio più per un mondo femminile che si permette follie e contraddizioni che per quello maschile. Le donne hanno un atteggiamento più spigliato e spiritoso, ma io sono in empatia con tutti".

Osservando l'atmosfera che si respira ne Il seme della discordia, è impossibile non paragonare lo stile di Corsicato a quello del grande maestro spagnolo Pedro Almodovar. "Io con Almodovar ci ho anche collaborato, ma lui, come Tarantino, i Coen e David Lynch, attinge al cinema nobile del passato. In Inland Empire, che molti ritengono incomprensibile, David rifà una scena di Viale del tramonto. Io cerco di rielaborare un cinema più povero. La scena della doccia l'ho ripresa da film di serie B di cui nemmeno ricordo il titolo. Quello che mi interessa è rielaborare elementi che, in qualche modo, mi colpiscono affinché poi divengano miei".

Musa italiana della mostra è la biondissima Isabella Ferrari, presente insieme a Monica Guerritore sia nel film di Corsicato che in quello di Ferzan Ozpetek. "Lavorare con Pappi è stato veramente surreale. Non mi era mai capitato niente di simile. Con lui la superficie è interessante quanto la profondità, è la sua visione del mondo, la pop art. Quando mi è stato offerto il film mi sono fidata ciecamente di un regista e di un amico anche se non mi sentivo in grado di fare il ruolo che lui mi chiedeva in quanto voleva un personaggio non realistico. Alla fine ho deciso di lasciarmi andare e Pappi ha guidato la mia recitazione facendole raggiungere quel grado di leggerezza e comicità necessario a un personaggio surreale come il mio".