Paolo Bonolis: 'Cercasi coraggio e idee per una tv di qualità'

Il conduttore ha inaugurato la 41esima edizione del Festival di Giffoni con un incontro durante il quale ha parlato del grande circo di cui fa parte, con successo, da tanti anni: la televisione.

Spiritoso, colto e sorridente, Paolo Bonolis è stato il primo ospite a calcare il palcoscenico della quarantunesima edizione del Giffoni Film Festival. "Paolo è un poeta assoluto che adoro da sempre", ha affermato orgoglioso il direttore Gubitosi, nel presentarlo alla masterclass con i ragazzi della giuria, con cui lo showman si è subito scusato: "E' un agguato quello del pasto: mi hanno fatto mangiare così tanto che avrei voluto incontrare un gigantesco Alka-Seltzer al posto vostro. Ho bevuto anche un po', quindi sono pronto a delirare". In realtà, più che delirare, Bonolis ha alimentato un interessante dibattito con i ragazzi, riflettendo sullo stato di salute della televisione e della società di oggi, e alternando un'osservazione di semiotica (di cui è professore) a battute esilaranti al limite dell'aforisma. Su tutte: "Il linguaggio sta alla televisione come l'uccello a Rocco Siffredi", per indicare quanto la conoscenza della lingua italiana sia fondamentale in un mestiere basato sulla comunicazione e, al tempo stesso, quanto sia importante cambiare spesso registro, "dall'alto della lingua italiana al basso del suo volgare", per tenere alta l'attenzione del pubblico.

Secondo lei cosa manca alla televisione di oggi? Più le idee o il coraggio di attuarle?
Entrambe: le idee mancheranno sempre, finché mancherà il coraggio di attuarle. Del resto oggi non ci viene più chiesto di creare, ma solo di realizzare. E avere idee significa accettare la bellezza di un'idea che è sempre anche un margine di rischio, visto che non è conformata alle altre personalità ma solo alla propria. Non essendoci, poi, una generazione che abbia fiducia in sè, finisce che le idee stesse non ci sono e intanto si atrofizza il coraggio di tirare fuori quelle pochissime non omologate. In sostanza veniamo troppo condizionati dalla paura di essere ciò che siamo, non accorgendoci che è proprio questa l'unica cosa che abbiamo da dire e da dare.

Si può fare una televisione veramente libera in Italia?
In questi trent'anni di esperienza ho imparato che se non vuoi essere censurato, non ti censura nessuno. Io non lo sono mai stato, ho detto delle cose e pagato le relative conseguenze. E se mi avessero censurato, di certo non avrei più avuto quell'interlocutore. Oggi invece spesso chi lamenta la censura poi torna da chi l'ha censurato. Francamente oggi vedo molto più sonno che censura.

In che senso?
Abbiamo smesso di farci domande: io mi chiedo spesso perché mi dicono una cosa, se sia giusta o sbagliata, non tutti fanno altrettanto. Se uscissimo dalla logica dell'accettazione supina di ciò che accade, non saremmo così spinti al torpore del pensiero. Io sento ore e ore di trasmissioni in cui non dicono niente, vedo programmi travestiti da disimpegno pomeridiano per far passare verità atroci, film che raccontano realtà travisate e giornali al soldo dell'editore: tutto è manipolabile, dietro il successo o l'insuccesso di un progetto ci sono sempre le leggi della politica e del mercato.

I segreti di un buon conduttore?
Fin dai tempi di Bim Bum Bam io faccio il Virgilio di chi guarda, sono la guida, la figura di riferimento: da me puoi veder introdotto, spiegato, illustrato tutto ciò che stai vedendo, mi riconosci come simile a te e io ti racconto, ad esempio, il mondo fantastico che stai guardando. E ho sempre cercato di essere onesto, proponendo il disimpegno come tale tipo Ciao Darwin ma anche format più profondi come Il senso della vita. E il più possibile contemporaneo: anche a cinquant'anni devi saper parlare a un pubblico ventenne, a patto che ognuno mantenga la propria età, facendo parte del proprio tempo. Mi spiego: un conduttore cinquantenne che si atteggia come un ventenne è ridicolo, e viceversa.

Progetti futuri?
Cercherò di stupire con il nuovo pre-serale che partirà a settembre. Farò un programma pensato per piacere anche ai bambini. Come dicevo prima, l'importante è essere contemporanei: la televisione può essere un'infezione letale o una medicina portentosa, dipende sempre da come la si usa.