La Pantafa è una creatura che viene dal folklore italiano, più precisamente abruzzese, regione d'origine di Emanuele Scaringi, alla seconda regia dopo l'esordio La profezia dell'armadillo (2018). Su questa leggenda popolare è basato il film omonimo, _Pantaf_a, dal 30 marzo in sala.
Una madre, Marta, porta la figlia Nina (Greta Santi, al primo film) in un paesino di montagna, dove pensa che avrà meno problemi a dormire. Qui invece viene perseguitata da una presenza maligna, che le ruba il respiro durante la notte.
A interpretare la protagonista è Kasia Smutniak che l'horror non solo non lo ama, ma non lo vede proprio. Ha infatti dichiarato più volte di non aver mai visionato Pantafa. E di non avere nessuna intenzione di farlo. Abbiamo incontrato il regista e l'attrice a Roma, dove ci hanno fatto intuire che forse potrebbe anche esserci un sequel.
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Pantafa: un sequel in città?
Durante la nostra live su Twitch con regista e attrice, Emanuele Scaringi ci ha detto che gli piacerebbe molto costruire un universo horror tutto italiano basato sui mostri della nostra tradizione popolare. E chissà, magari la Pantafa, dopo l'arrivo di Marta e Nina, potrebbe decidere di andare a cercare vittime in città: "Marta è un personaggio in fuga, che in qualche modo cerca un luogo che pensa protetto, dove andare a rifugiarsi. In realtà da te stesso non fuggi. Quindi il problema non è la città, ma quello che tu porti dietro che fa paura. C'è un film spagnolo, che è stato fonte di ispirazione, Come si può uccidere un bambino, in cui succede questo: una coppia torna nel paesino dove si sono conosciuti. Lei è incinta. Lì ci sono solo bambini, perché si è sparso un virus che uccide solo gli adulti. E, in modo inconsapevole, questi due adulti portano il virus dei bambini in città. Quindi ora probabilmente la Pantafa è scappata e sta prendendo possesso delle mamme delle grandi città."
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Kasia Smutniak invece non ci vuole nemmeno pensare: "Nell'ambiente urbano c'è molta più ferocia. Basta pensare al traffico di Roma e a quello che provoca nelle persone. Io però la Pantafa non la vorrei vedere né in campagna, né al mare, né in montagna e soprattutto non nella città. Lontano da me, che sto meglio."