Malanotte, la recensione del fumetto che ci porta nel mondo della Pantafa

La recensione di Malanotte - La maledizione della Pantafa, il fumetto edito da Coconino Press a cui si ispira il film di Emanuele Scaringi ora nelle sale.

Malanotte, la recensione del fumetto che ci porta nel mondo della Pantafa

L'uscita al cinema di Pantafa è stata un'occasione ghiotta per recuperare un albo a fumetti che ci aveva già incuriositi alla scorsa Lucca, ma non avevamo ancora avuto modo di leggere: Malanotte. La maledizione della Pantafa, volume pubblicato proprio in occasione della fiera toscana da Coconino Press, firmato da Marco Taddei e La Came, splendidi autori di testi e disegni di quest'opera così riuscita. Un'occasione ghiotta per recuperare l'albo e scrivere questa recensione, nella speranza di riportare l'attenzione su un volume che merita di essere letto e di intercettare la curiosità di chi può aver visto e apprezzato anche il film di Emanuele Scaringi da poco arrivato nelle sale nostrane, che attinge alla stessa leggenda del folklore abruzzese che anima anche le pagine di Malanotte, per costruire un progetto crossmediale perfettamente integrato e bilanciato tra cinema e fumetto.

Ritorno a casa

337533374 556944763208403 6557565495761316837 N

La trama di Malanotte ci porta indietro agli anni '60 e segue Ernesto, che gira per l'Italia armato del suo registratore alla ricerca di storie del folklore locale, con l'intenzione di raccogliere testimonianze di un'Italia che rischia di scomparire in una corsa verso il progresso e la modernità. La storia impostata da Marco Taddei inizia con il ritorno di Ernesto nel paesino in cui era cresciuto e che dà il titolo all'albo, Malanotte, piccolo centro abruzzese che l'uomo ha abbandonato da piccolo, trascinato via da un padre in fuga, per trasferirsi in città e inseguire una vita di tipo diverso. Un ritorno a casa per immergersi nelle tradizioni e le credenze locali... a costo di scoprire qualcosa di inaspettato e inquietante.

Pantafa, la recensione: il corpo spettrale della paura popolare

Da ospite a intruso

337319279 761687895307030 2559736890662703001 N

La storia tratteggiata da Malanotte si sviluppa su pochi giorni, un breve intervallo di tempo in cui Marco Taddei è abile a mostrarci come varia l'approccio del paese al ritorno di Ernesto, che passa in poco tempo da ospite accolto con gioia e attenzioni a straniero da emarginare e mandare via nel minor tempo possibile e possibilmente senza conseguenze. Una transizione che la sceneggiatura gestisce con cura, gestendo l'atmosfera e i tempi in modo efficace: Taddei ci immerge nelle dinamiche del piccolo centro abitato incoraggiando l'empatia nei confronti del suo protagonista, lasciandoci percepire l'ambiente attraverso gli occhi di un Ernesto che (ri)scopre Malanotte, in un tira e molla di sensazioni diverse, dalla nostalgia all'inquietudine.

Pantafa, Kasia Smutniak ed Emanuele Scaringi: "La Pantafa potrebbe scappare e infestare le grandi città"

Una splendida favola gotica

337518365 538224998392044 4290359780087166587 N

Il risultato è una splendida favola gotica, valorizzata dal lavoro artistico de La Came su disegni che sostengono ed enfatizzano il racconto, amplificando l'atmosfera ed evocando la tensione. La Came ci conduce tra le stradine e i chiaroscuri del fittizio paese di Malanotte per evocare inquietudini reali, delineando tradizioni che sanno di arretratezza, un non detto che insinua dubbi, ombre che non sono solo materiali. Testi e disegni diventano un tutt'uno nel portare su carta le sensazioni del protagonista che evolvono tavola dopo tavola, alla scoperta di verità su quel luogo che aveva abbandonato e sulla maledizione che grava sulla casa che era stata della sua famiglia, che torna a precipitagli sulle spalle.

Conclusioni

Quella di cui vi abbiamo parlato nella recensione di "Malanotte. La maledizione della Pantafa" è un ottimo esempio di storia di genere nostrana che funziona su carta quanto, e forse più, di quanto stia riuscendo a fare anche in sala con "Pantafa". Il merito è sicuramente dei testi puntuali di Marco Taddei, che seguono il protagonista Ernesto nel suo tormentato ritorno a casa, ma anche dell'incredibile atmosfera che sanno evocare i disegni de La Came, che sfrutta bianco e nero, chiaroscuri e ombre, per richiamare e rappresentare le ambiguità di tradizioni e contraddizioni del piccolo paesino che dà il titolo all'opera.

Movieplayer.it
4.0/5

Perché ci piace

  • I testi di Marco Taddei, che tratteggiano l'evoluzione del protagonista e delle sue sensazioni al ritorno a casa.
  • Gli splendidi disegni de La Came, che sanno evocare inquietudine e tensione con grande atmosfera.
  • Il non detto che emerge nel corso della lettura e dice molto delle tradizioni e contraddizioni dei piccoli centri abitati come Malanotte.

Cosa non va

  • È una storia dalla grande atmosfera che può non coinvolgere chi ama storia più dinamiche.