Paddington, dall’orso al cult: come è diventato un'icona della cultura britannica

L'orsetto va alla scoperta delle proprie origini tornando in Perù: attraverso questo viaggio fatto di gentilezza e serenità, andiamo alla scoperta di un mito che è diventata simbolo del Regno Unito, arrivando anche alla corte della Regina.

Paddington in un frame dell'ultimo film che lo vede protagonista

Nel mondo ci vuole un po' di gentilezza: potrebbe essere uno slogan perfetto per Paddington in Perù, un orso che ha fatto delle buone maniere un mantra di vita. Da quando quell'etichetta, che recitava di prendersi cura di quell'orso, lo ha portato nella sua nuova casa a Londra, lontano da quel Perù che nell'ultimo film tornerà a conoscere, alla scoperta delle proprie origini. Una storia, quella di Paddington, che parte da lontano, che affonda le proprie radici nella letteratura inglese per mano di Michael Bond, che nel 1958 gli diede i natali. Da quel giorno, passo dopo passo, quell'orso gentile e affabile si è guadagnato il suo posto nel mondo, attirando l'attenzione anche della Regina Elisabetta.

Prendetevi cura di questo orso

Paddington In Peru Foto
Paddington in Perù: una foto del film

Galeotta fu la Stazione di Londra Paddington per Michael Bond. Nella hall della stazione, dove oggi si può trovare una statua dell'orsetto, lo scrittore, aggirandosi tra i vari negozi che si stagliano all'interno del grande padiglione ferroviario, snodo della Great Western Railway, del Heathrow Express e della Elizabeth Line, notò un orso di pezza. Solitario su uno scaffale, stando a quanto si racconta, nel periodo di Natale del 1956 quel peluche attirò l'attenzione di Bond, che in appena dieci giorni riuscì a realizzarne un primo racconto.

Bond non era nuovo al mondo editoriale inglese: dopo aver prestato servizio nella Royal Air Force per la seconda guerra mondiale, aveva deciso di dedicarsi alla scrittura e all'audiovisivo, dividendosi tra l'impiego di cameraman televisivo della BBC e autore di opere teatrali. Alla BBC ebbe l'opportunità di incontrare Narvey Unna, che dopo la guerra si era dedicato alla vendita di opere radiofoniche all'estero: aveva aperto un'agenzia letteraria e insieme a Nina Froud iniziò a fare la fortuna della BCC vendendo i loro programmi al di fuori del Regno Unito. Tra i suoi primi rappresentati ci fu proprio Michael Bond, destinato a diventare il suo più famoso rappresentato.

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Il fattore Harper Collins

Unna portò la storia di Paddington a William Collins, l'editore che oggi conosciamo col nome di Harper Collins, e da lì la storia divenne realtà: la vicenda dell'orso ritrovato alla stazione di Paddington da una famiglia di Londra, la famiglia Brown, colpì tutti.

Paddington In Peru
Locandina di Paddington in Peru

Seduto sulla sua valigia, spaventato e spaesato, con un'etichetta che chiedeva supporto e aiuto, quell'orso nasceva dal ricordo del suo autore della seconda guerra mondiale: bambini che salivano sui treni per fuggire da Londra ed evitare i bombardamenti, destinati a non sapere cosa sarebbe stato del loro futuro; tutti loro avevano un cartellino legato intorno al polso e con loro un piccolo bagaglio nel quale mettere le primarie esigenze e necessità. Proprio come Paddington, che pur non scappando dalla guerra si era ritrovato a dover fuggire dalla propria terra per giungere in un posto del tutto nuovo, quella Londra che, adesso, era pronta ad accoglierlo.

L'orso Paddington

Incapaci a comprendere il nome dell'orso, i Brown decisero di chiamarlo come la stazione in cui l'avevano ritrovato, portandolo con sé al 32 di Windsor Gardens, ad Harow Road, tra Notting Hill e Maida Vale, nelle iconiche case a schiera che corredano quelle strade residenziali nelle quali è possibile ritrovare anche la porta blu che aveva ispirato Richard Curtis nell'omonima storia di Notting Hill. Quell'orso gradualmente diventa un personaggio del quale l'Inghilterra non può fare a meno: esistono 15 storie, di cui l'ultima è stata scritta nel 2007 e pubblicata nel 2008, 9 anni prima la morte di Bond. Cinquant'anni di avventure che hanno condotto quell'orso clandestinamente giunto a Londra dal Perù a confrontarsi con un'avventura minacciosa, che viene ripresa nel terzo film per il suo viaggio verso le origini: il confronto con la polizia del Regno Unito, desiderosi di sapere se i suoi documenti sono in regola o meno.

Paddington: il simpatico orsetto al London Natural History Museum in una scena del film
Paddington: il simpatico orsetto al London Natural History Museum in una scena del film

Si tratta di un aspetto da non sottovalutare, perché al di là di quella che fu l'ispirazione stessa di Paddington, Bond ha sempre voluto rievocare quella che è la proverbiale accoglienza degli inglesi nei confronti degli stranieri. Il viaggio dell'orso è rappresentativo di tutti coloro i quali dall'estero si sono recati a Londra, basti pensare anche a tutti gli italiani che in quegli anni hanno compiuto il viaggio verso il Regno Unito nella speranza di trovare un sogno da realizzare. Gli stessi signor e signora Brown si ergono, nelle vicende di Paddington, a modelli dell'inglese tipo, aperti e accoglienti, pronti a gestire la propria dimora come una casa di accoglienza per creare una famiglia allargata.

È chiaro che negli anni la figura dell'orso peruviano possa aver preso delle connotazioni atipiche, soprattutto per la sua natura da ambiente postbellico, ma il suo perseguire una golosità estrema nei confronti della marmellata, il suo ottimismo sempre solare, il temperamento cittadino che forse Bond avrebbe voluto vedere in tutti gli abitanti di Londra rappresentano in qualche modo l'utopia che ogni londinese anelava.

Un successo planetario

Lo scrittore di Newbury ottenne così tanto successo con il suo nuovo personaggio che nel 1967, ben 9 anni dopo la pubblicazione del primo libro, decise di lasciare il proprio ruolo alla BBC, così da potersi dedicare full time alla scrittura. Le storie di Paddington sono state pubblicate in oltre venti paesi nel mondo, anche in Italia, grazie all'intervento di Donatella Ziliotto, alla quale si deve anche l'approdo di J. K. Rowling in italiano, per restare in ambito pop, ma anche tantissimi autori classici.

Quel confronto sul proprio passaporto, sulla propria condizione a Londra, rappresentò per Bond una vera e propria chiusura del cerchio, dato che dichiarò, ai tempi, di non voler più continuare a scrivere storie su Paddington: non un rifiuto, bensì una scelta ben ponderata. Essere un rifugiato a Londra era un concetto che l'autore voleva far passare, per intensificare ancor di più quel concetto di tenerezza che bisogna provare nel guardare gli occhi dell'orso peruviano: "La vita non è facile per qualcuno che ha lasciato il proprio paese e non può tornare indietro", dichiarò Bond, nonostante non fosse egli stesso un fan dei sottotesti delle proprie storie. In questo caso, però, era abbastanza evidente l'intenzione della storia di chiusura.

Paddington In Peru Zia Lucy E Paddington
Paddington in Perù: il piccolo Paddington con Zia Lucy

La statua che oggi è possibile trovare nella stazione di Paddington venne inaugurata il 24 febbraio 2000, in presenza di Michael Bond stesso: richiamando quella che era la posizione che l'autore aveva immaginato per il suo ritrovamento, l'orso può essere notato seduto su una valigia e con un cartello al collo con su scritto "Prendetevi cura di quest'orso. Grazie", un messaggio universale, che può essere rivolto a qualsiasi londinese, al quale si chiede di prendersi cura dei rifugiati, di chi si ritrova ad arrivare nel Regno Unito in cerca di supporto e sostegno. Un messaggio di accettazione e inclusione. Il 4 giugno del 2022, inoltre, a 5 anni dalla morte di Bond, Paddington è stato anche protagonista di un breve filmato con la Regina Elisabetta II che lo ha invitato a un tè in attesa del concerto per il giubileo di platino della regina stessa. Uno scambio d'intesa tra le due icone: l'orso con il suo sandwich alla marmellata nel cappello, la Regina con il suo nella borsetta, pronto per ogni evenienza. Un altro bel messaggio di vicinanza e fratellanza nei confronti di un adottato, un acquisito, un londinese divenuto tale per grande merito.

Paddington in Perù riprende tutto di questi concetti: il suo aver ricevuto il passaporto, finalmente, lo rende non più un clandestino, e chiude un grande cerchio che Bond aveva deciso di tenere aperto per 50 anni. Una trilogia che potrebbe farci intendere che da qui in avanti per le avventure di quell'orso non ci sarà più spazio sul grande schermo, ma in realtà sappiamo che potrebbero essere in produzione uno spin-off che possa riprendere le ulteriori vicende raccontate nei rimanenti 12 racconti di Bond, dai quali sono stati già recuperati alcuni elementi qui e lì nei precedenti due film, col secondo dedicato, tra l'altro, alla memoria del suo autore.

Quella tenerezza, quell'iconica propensione alla gentilezza continuerà a essere protagonista, non solo sul grande schermo, ma anche sul piccolo, che potrebbe accogliere una serie televisiva. L'attesa sarebbe per il 2027, mentre lo spin-off arriverebbe nel 2028, che sarà il 70esimo anniversario di Paddington. E nel frattempo Tom Fletcher lavora a un adattamento musical, per un futuro sempre più radioso per l'orsetto del Perù.