Outlander: Blood of my Blood, recensione: un prequel che funziona

Il prequel di Outlander racconta la storia di due coppie che si amano tra passato e futuro: se avete amato la serie originale apprezzerete anche questa. Su Sky e NOW.

I protagonisti di Outlander: Blood of my Blood

Inutile negarlo: Outlander è un "mappazzone", citando lo chef Bruno Barbieri. Serie in costume con un po' di fantascienza, fantasy e, soprattutto, un'anima da soap opera. Ok, forse è troppo. Da romanzo Harmony. Ed è proprio questa la sua forza: ha una premessa intrigante, ma sono i colpi di scena continui e le relazioni romantiche a tenere incollato il pubblico davanti allo schermo. Pubblico che, in USA, è numerosissimo: i romanzi di Diana Gabaldon sono un successo, così come l'adattamento televisivo con protagonisti Caitríona Balfe e Sam Heughan. Impossibile quindi non cavalcare l'onda ed espandere l'universo. Outlander: Blood of My Blood, dal 15 settembre su Sky e NOW, è il prequel e ripete lo stesso schema vincente. Per due.

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Jamie Roy e Harriet Slater sono Ellen MacKenzie e Brian Fraser

Sì perché nella serie madre i protagonisti sono Claire Beauchamp (Balfe) e Jamie Fraser (Heughan): infermiera inglese durante la Seconda Guerra Mondiale lei, guerriero scozzese di metà '700 lui. Dopo aver superato un cerchio di pietre, Craigh na Dun, a Inverness, la donna si trova catapultata nel passato. Qui incontra Jamie e, ovviamente, si innamorano perdutamente. Incredibile ma vero, la stessa cosa è successa ai suoi genitori: lo scopriamo proprio in Outlander: Blood of My Blood.

Creata da Matthew B. Roberts, la serie racconta infatti due storie in parallelo: quella di Julia Moriston e Henry Beauchamp, inglesi, conosciutisi alla fine della Prima Guerra Mondiale, e quella di Ellen MacKenzie e Brian Fraser, scozzesi, amanti clandestini nella Scozia di inizio '700. Come fanno intuire i cognomi dei due uomini, si tratta dei genitori di Claire e Jamie. A interpretarli quattro attori di talento: Harriet Slater, Jamie Roy, Hermione Corfield e Jeremy Irvine.

Outlander: Blood of my Blood, l'amore che supera il tempo

Outlander: Blood of My Blood si apre nella Scozia del 1714: Red Jacob MacKenzie (Peter Mullan, guest star di pregio), capo del clan MacKenzie, ha tre figli, due maschi e una femmina, Ellen, appunto. Pur riconoscendo che la figlia sia la più intelligente, non può nominarla sua erede, perché donna. Alla sua morte quindi si pone il problema: la ragazza non può prendere il posto del padre, ma deve sposarsi con il rampollo di un clan amico, così da consolidare il potere della famiglia. Al cuore però non si comanda: l'incontro con Brian Fraser in una stalla, durante il funerale di Red Jacob, è galeotto.

Quello tra Julia e Henry è ancora più romantico: durante la Prima Guerra Mondiale, quindi esattamente 200 anni dopo i fatti visti in Scozia, lei, pittrice che però lavora in un ufficio postale che smista la corrispondenza di guerra, trova la lettera di lui, che sta combattendo al fronte. Commossa dalle sue parole, gli risponde. Inaspettatamente anche lui le risponde: inizia quindi una corrispondenza appassionata, che diventa per entrambi motivo di speranza. A conflitto finito finalmente possono vedersi di persona: è vero amore. Ma, proprio come accadrà di lì a 30 anni alla figlia, ci si mette di mezzo la magia a separarli. E, proprio come dice il Dracula di Gary Oldman nel film di Francis Ford Coppola, attraverseranno gli oceani del tempo per ritrovarsi. Perché nell'universo di Diana Gabaldon funziona così: l'amore è una forza in grado di superare sia lo spazio che le correnti gravitazionali.

Outlander 7, recensione della seconda parte: l'esaltante inizio della fine Outlander 7, recensione della seconda parte: l'esaltante inizio della fine

I fan di Outlander apprezzeranno

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Jeremy Irvine e Jeremy Irvine sono Julia Moriston e Henry Beauchamp

Lo diciamo subito: se amate Outlander apprezzerete anche questo prequel. E, cosa ancora più interessante, essendo una storia ambientata cronologicamente prima rispetto all'originale, può essere vista tranquillamente anche da chi non ha mai sentito parlare delle avventure di Claire e Jamie. Certo, se questo sarà il vostro primo approccio alla saga di Gabaldon e lo apprezzerete, potrebbe venirvi la voglia di recuperare anche le sette stagioni della serie madre (che si concluderà con l'ottava, in arrivo a inizio 2026).

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Una scena di Outlander: Blood of my Blood

E in effetti tutta l'operazione è un'enorme strizzata d'occhio ai fan. Come avrebbe infatti fatto l'appassionato autore di una fan fiction, questi dieci episodi prendono spunto da un evento che era stato dato per assodato, ribaltandolo completamente. Claire ha sempre raccontato che i suoi genitori sono morti in un incidente d'auto. E qui in effetti la macchina vola. Ma vola proprio in un passaggio magico, che li fa andare nel passato. Non è il caso di fare i pignoli: è un pretesto. E va bene così. L'importante è che ci siano tutte le altre caratteristiche imprescindibili di Outlander: sguardi intensi (e carichi di erotismo), baci sotto la pioggia, intrighi, combattimenti, costumi d'epoca, accento marcato. Ecco: cercate di vedere la serie in originale. Il confronto tra accento scozzese e inglese è un valore aggiunto.

La grande novità di questo nuovo capitolo della storia sono quindi i suoi quattro protagonisti: Jeremy Irvine, che esordì in War Horse di Steven Spielberg, è il più famoso del lotto. E si comporta bene. Così come i colleghi: tutti e quattro hanno talento e il giusto physique du rôle. La domanda quindi ora è: i genitori incontreranno i figli a un certo punto? Come direbbe Doc Brown di Ritorno al futuro, sarebbe certamente un pericolo per il continuum spazio-temporale.

Conclusioni

Se amate i romanzi di Diana Gabaldon e l'adattamento televisivo di Outlander, non potete perdervi il prequel dedicato ai genitori di Claire e Jamie. La serie ripete infatti lo schema vincente dell'originale, moltiplicandolo per due. Più scene d'amore, più azione, più intrighi. Il tutto sorretto da quattro protagonisti di talento e con la giusta presenza scenica. Un mix di generi e toni così folle che non può non tenere incollati allo schermo.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • I quattro protagonisti.
  • L'assoluta naturalezza con cui si mescolando toni da soap opera a racconto in costume e fantasy.
  • Le splendide ambientazioni scozzesi.

Cosa non va

  • Se non amate le grandi storie d'amore questa non è la serie che fa per voi.
  • Diversi snodi narrativi sono abbastanza assurdi, ma la verosimiglianza non è ciò che interessa a questa saga.