Oppenheimer, il recente biopic firmato da Christopher Nolan (Inception, Dunkirk), che ha curato sia la regia che la sceneggiatura, è molto stratificato e complesso: una pellicola imponente che ad ogni visione regala nuove chiavi di lettura e spunti di riflessione. Proprio per questo motivo è quasi impossibile riassumere in poche righe tutti i temi e i messaggi che scaturiscono, sia a livello narrativo che estetico, dal lungometraggio, ma forse analizzare singole scene è forse la chiave giusta per descrivere al meglio l'opera.
Oppenheimer è una fonte inesauribile di sequenze iconiche, alcune probabilmente tra più significative degli ultimi anni di cinema, ma c'è una in particolare, che, alla stregua dell'incontro tra Truman e il protagonista (che abbiamo analizzato qui), ha un valore imprescindibile, perché fondamentale per capire il messaggio di fondo del film. Ci riferiamo al fortuito e breve colloquio tra J. Robert Oppenheimer ed Albert Einstein post-lancio della bomba atomica, nel 1947, presso la United States Atomic Energy Commission.
Il confronto tra due geni della scienza
Per prima cosa è opportuno sottolineare che questo incontro tra due grandi geni della scienza, come confermato da Nolan stesso, non è mai avvenuto in queste modalità e in questo contesto, nonostante Oppenheimer ed Einstein, nella realtà storica, si sono visti in più di un'occasione e si ritenevano amici. Proprio il cineasta americano ha specificato che l'inventore della teoria della relatività, proprio nel passaggio del film di cui stiamo parlando, rappresenta una figura per certi versi simbolica e archetipica, un garante della scienza che il pubblico conosce molto bene e sul quale può fare affidamento. Ecco che quindi il confronto tra gli scienziati è una sorta di scambio tra allievo e maestro, nel quale il fisico tedesco, al di là del contenuto stesso della conversazione (che vedremo dopo) passa il testimone al suo collega più giovane, che diventa di fatto il nuovo nome di riferimento della fisica moderna, con tutte le responsabilità che tale incarico comporta.
Oppenheimer, le opinioni della redazione
La forza del dialogo tra pensieri antitetici
Un altro dettaglio importante da notare in Oppenheimer è che la scena in questione è la perfetta incarnazione del dibattito scientifico che, spesso, è molto distante dall'effettiva realtà dei fatti, come abbiamo già spiegato nel nostro articolo dedicato alla differenza tra teoria e pratica. Ebbene, dopo il lancio della bomba atomica a Hiroshima e Nagasaki, J. Robert Oppenheimer, dopo essere stato chiamato da Lewis Strauss, Presidente della Commissione per l'energia atomica degli Stati Uniti d'America, ad entrare nell'organizzazione, ha modo di parlare con Einstein della pericolosità dell'arma in ottica futura. I due appartengono a due schieramenti diversi: se Einstein ha lanciato il sasso al Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosvelt proponendo la costruzione della bomba (ma poi ha ritirato la mano non prendendo parte del progetto Manhattan), Oppenheimer invece è colui che ha reso possibile questa invenzione rivoluzionaria. Anche se con pensieri totalmente opposti ed antitetici, i due arrivano alla medesima, terrificante, conclusione, mostrandoci concretamente che spesso la scienza arriva alle medesime soluzioni anche partendo da strade divergenti.
Una sequenza che acquista significato nel tempo
Non ci dimentichiamo che questa ricca sequenza di Oppenheimer diventa sempre più imponente e significativa a mano a mano che il film va avanti. All'inizio non viene dato troppo peso alla scena, con Nolan che confonde lo spettatore suggerendo che il dialogo tra gli scienziati abbia come unico scopo la demolizione di Strauss (interpretato da un Robert Downey Jr. in stato di grazia). Con il passare del tempo, però, il faccia a faccia tra il protagonista ed Einstein diventa progressivamente sempre più centrale, specialmente dal momento in cui proprio Lewis Strauss lo cita durante il suo tentativo di scalata al Gabinetto degli Stati Uniti. Ed ecco che emergono i primi dubbi: come mai l'autore continua ad insistere proprio su tale evento, nonostante sia qualcosa di futile? Solo alla fine, finalmente, capiamo che proprio in questo breve e concentrato incontro è racchiuso tutto il messaggio conclusivo della pellicola e rimaniamo stupefatti, proprio perché Christopher Nolan ha giocato con grande intelligenza a livello di ritmo e narrazione.
Il punto di congiunzione tra inizio e fine
Prima di arrivare al cuore effettivo del dialogo, però, è anche doveroso analizzare che posizionamento ha, a livello strutturale, la scena in questione all'interno del complesso mappamondo filosofico e geopolitico che vediamo all'interno del film. L'incontro tra le due grandi menti della fisica, infatti, è un indispensabile punto di congiunzione tra l'inizio della pellicola (dove già viene mostrato l'incontro tra Strauss e Oppenheimer oltre che conseguentemente lo scambio tra quest'ultimo ed Einstein) e la fine, con il passaggio conclusivo di Oppenheimer che riprende appieno il dialogo visto precedentemente, riempiendo i silenzi e il non detto, che poi sfociano in una considerazione finale forse un po' troppo esplicita ma di grande impatto. Proprio per questo motivo, a prescindere dal contenuto del discorso, siamo in presenza di una sequenza portante che regge non solo due parti diverse del lungometraggio, ma che le unisce in maniera armonica, riuscendo in modo sorprendere a chiudere l'intero cerchio contenutistico e tematico.
Oppenheimer: per Christopher Nolan è sempre questione di tempo
Un messaggio terrificante che si collega alla modernità
Chiudiamo il nostro articolo andando infine a sviscerare le parole vere e proprie che si dicono i due scienziati in Oppenheimer e quale eco, purtroppo terribile, hanno per il nostro presente. Se vi ricordate bene, in un altro breve incontro tra Oppenheimer ed Einstein, il secondo aveva spiegato al protagonista che potenzialmente la bomba atomica avrebbe potuto dare il via ad una reazione a catena che avrebbe distrutto il globo. Dopo il Trinity Test e la conseguente detonazione dell'arma in Giappone, tale pericolo viene scongiurato, perlomeno dal punto di vista scientifico, ma non sul piano concreto. Con uno sguardo di puro terrore e sgomento (in parallelo con il viso deluso e amareggiato di Einstein), infatti, J. Robert spiega al suo collega che il lancio della bomba ha spinto, implicitamente, il mondo intero ad armarsi, con tutti gli Stati che, provando a superare questa invenzione, rischiano di distruggere la Terra. Uno scambio immaginario tra i più grandi fisici dell'epoca che hanno compreso (troppo tardi) di aver consegnato agli esseri umani lo strumento della loro rovina.