La sera della sconfitta inferta a Sonny Liston, il campione di boxe Cassius Clay incontra Malcolm X, Sam Cooke e Jim Brown per festeggiare. In quelle poche ore l'uomo deciderà del suo futuro, delineando con gli amici anche quello della lotta per i diritti civili. Una storia che non potrebbe essere più attuale e che Regina King, per il suo esordio alla regia con One Night in Miami, sceglie di raccontare partendo dalla sceneggiatura di Kemp Powers, anche autore anche dell'omonima pièce teatrale. "Mi interessava parlare dell'incontro tra sport e lotta per i diritti civili" ci ha spiegato lo sceneggiatore, "è stato incredibile scoprire dell'amicizia tra questi quattro personaggi, che sono per me una grandissima ispirazione, quasi dei 'Black Avengers' per me."
Durante la conferenza stampa di presentazione del One Night in Miami a Venezia 77 abbiamo avuto modo di parlare, in diretta streaming, con i quattro protagonisti - interpretati da Kingsley Ben-Adir, Aldis Hodge, Leslie Odom Jr e Eli Goree - la regista e lo sceneggiatore, e abbiamo scoperto che cosa abbia significato per loro lavorare ad un film come questo, che arriva in un periodo così particolare della Storia americana, in cui la lotta per l'uguaglianza razziale è più viva che mai. "Il fatto che la storia che raccontiamo nel film sia così contemporanea è la ragione che ha spinto molti di noi ad essere parte di questo progetto" commenta Regina King, "si tratta di una vicenda accaduta così tanti anni fa, ma in realtà potrebbe essere avvenuta oggi. È il tipo di dibattito che ora viene portato avanti nel nostro paese e nel resto del mondo. Era destino che facessimo questo film, e spero che possa in qualche modo smuovere la conversazione, che possa creare un cambiamento, che è ancora così necessario." A rendere questo film così speciale è anche il fatto che sia stato diretto da una regista donna: "È molto importante che Venezia presenti una pellicola diretta da una donna di colore, questo potrebbe aprire porte ad altre registe. Sono molto grata di essere parte di questo Festival, c'è così tanto talento lì fuori, spero che vedrete molto di più di noi in futuro."
Un film per cambiare le cose
"Questi quattro personaggi, queste quattro icone, non possono che essere una fonte di ispirazione per la comunità afroamericana, possono essere la loro voce" spiega la regista. "Mia madre ha visto il film per la prima volta ieri sera e ha pianto" commenta poi Eli Goree, che nel film interpreta un giovanissimo Cassius Clay, "è stato estremamente forte e toccante per lei vedermi sullo schermo in quel ruolo. Lui era uno dei suoi idoli, vedere una persona di colore raggiungere quel tipo di successo aveva avuto un impatto incredibile per lei, ma anche per il resto della comunità."
Un film di questo tipo - di cui abbiamo parlato nella recensione di One Night in Miami - non può che avere un'influenza positiva, soprattutto nel contesto delle proteste di questo periodo: "Un film come questo può aiutare la gente a capire come mettere in atto un cambiamento," spiega Aldis Hodge, che interpreta Jim Brown, "sono convinto che questo film sia stato realizzato perché può fare qualcosa, è arrivato in questo momento per un motivo. La mia sensazione è che possa aiutare la gente a vedere il dolore che prova la mia comunità." A prendere la parola è poi Leslie Odom Jr., che ha il ruolo di Sam Cooke, che ricorda un altro progetto a cui ha preso parte e che ha in qualche modo influenzato il dibattito politico: "Anche il musical Hamilton ha avuto un ruolo importante ma noi, come attori, ci preoccupiamo solo di fare il nostro lavoro al meglio, il resto poi succede da solo, non ne abbiamo il controllo. Per quanto riguarda questo film posso solo dirvi che abbiamo dato il massimo."
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La vulnerabilità di quattro icone
One Night in Miami colpisce per come rappresenta i suoi protagonisti, quattro personaggi iconici che non avevamo mai visto in queste vesti: "Ciò che rende questa sceneggiatura così incredibile, così accattivante, è il fatto che rappresenta Cassius Clay, Malcolm X e gli altri come delle persone vere, vulnerabili. Sono sì delle icone, ma sono anche persone reali," spiega Regina King, "il primo passo da fare per me è stato trovare gli attori giusti per questi ruoli, che fossero in grado di portare la vulnerabilità di questi quattro uomini sullo schermo. Kingsley Ben-Adir, che interpreta magistralmente Malcolm X, è d'accordo con la regista: "Per noi era importante rappresentarli in un modo nuovo, doveva essere evidente la loro vulnerabilità. Li abbiamo sempre visti in situazioni pubbliche, al lavoro, mai nell'intimità, nel privato. Questa era la nostra possibilità di rappresentarli in un modo completamente diverso." "Regina ci ricordava sempre, durante le riprese, quanto fosse importare far risaltare questa loro vulnerabilità, dovevamo far trasparire il loro lato più umano, intimo," continua Eli Goree, "Sono dei supereroi ed è facile rappresentarli come se non fossero umani, ma dovevamo riuscirci."