È arrivato in sala questa settimana Omen - L'origine del presagio e la prima risposta del pubblico, che lo posiziona a ridosso del podio nella classifica di incassi, ci dimostra che c'è interesse e attenzione per il genere e per questo tipo di titoli che vanno a riprendere con modalità diverse film consolidati del passato. Nello specifico il film diretto da Arkasha Stevenson va a collocarsi prima degli eventi de Il presagio e ci racconta, con la sua natura di prequel, la nascita del bambino che abbiamo conosciuto in quel titolo del 1976. In modo del tutto naturale, la storia è ambientata a Roma e segue l'arrivo in città di una giovane donna che intende dedicare la vita alla Chiesa, le sue misteriose e oscure visioni e quei dubbi che vanno a minare una fede fino ad allora incrollabile, trovandosi faccia a faccia con una cospirazione che minaccia di mettere in pericolo l'umanità e il mondo. Abbiamo avuto modo di approfondire il film con due dei suoi interpreti che appartengono al nostro cinema: Andrea Arcangeli e Nicole Sorace.
Andrea Arcangeli, Nicole Sorace, i loro personaggi e l'importanza della quota italiana nel cast
"Carlita è una ragazza molto diversa da me" ci ha spiegato Nicole Sorace, "viene esclusa da tutti per una piccola differenza che cerca di nascondere, ma non può tener celata perché è dentro di lei." Il suo è un ruolo significativo nell'economia di Omen - L'origine del presagio, che l'attrice tratteggia con la giusta intensità. Più limitato, ma non meno importante, il ruolo affidato ad Andrea Arcangeli che ha cercato di dare spessore al suo personaggio: "mi piace cercare un'umanità nei ruoli, che non siano solo delle figurine messe lì a interpretare uno stereotipo. Mi piaceva questo personaggio perché non è banalmente un cattivo ed era qualcosa che mi piaceva già in sceneggiatura."
"Penso che sia molto importante per noi italiani arrivare ad avere queste opportunità" ha detto la Sorace riguardo la presenza di attori italiani nel cast del film, "è importante avere queste occasioni e questi spazi nei film stranieri e mi ritengo molto fortunata ad avere avuto questa opportunità." Un'idea che condivide anche Arcangeli, che fa anche un salto ulteriore: "Ogni tanto per fortuna capitano queste occasioni, quando per esigenze di trama vengono a girare in Italia. Questo inoltre è un cast completamente internazionale e siamo fortunati a farne parte... ma sarebbe bello se accadesse anche il contrario e ci portassero a girare a Los Angeles qualche volta."
Questioni di genere e l'horror che lascia qualcosa allo spettatore
Abbiamo chiesto ai due interpreti quale sia il loro rapporto con l'horror, trovando un approccio molto diverso. "Qui siamo agli opposti" ha detto Nicole Sorace, che si è rivelata una vera esperta del genere, "sono grandissima fan degli horror e amo quando sono più psicologici, quando hanno una storia che abbia un senso." Posizione diversa per Andrea Arcangeli che ha visto "un paio di horror da piccolo che mi hanno abbattuto e da quel giorno non sono più riuscito a guardarli." Un ricordo che non ha trascurato nemmeno quando è arrivata la proposta per questo film: "dall'interno è diverso, girarli è completamente un'altra cosa. Questo però è un horror più psicologico, quasi d'autore", più angosciante che spaventoso in senso stretto, grazie alla regista che "è riuscita a trovare una quadra tra il drammatico e lo spaventoso che funziona molto."
Riprendere i grandi titoli del passato
È stato una piacevole sorpresa il prequel de Il presagio, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione, e quindi la si può considerare un'operazione sensata e riuscita, ma non siamo mai contro sequel, prequel, remake e reboot a prescindere, perché può essere comunque l'occasione per accendere i riflettori su grandi titoli del passato che possono essere scoperti dalle nuove generazione. Abbiamo chiesto cosa ne pensassero anche ad Andrea Arcangeli e Nicole Sorace. "Questo è un film con una propria dignità, che non deve essere necessariamente la conseguenza di qualcos'altro," ha detto la Sorace, "ma allo stesso momento è bellissimo ritrovare questi piccoli particolari e collegamenti con i film del passato." Camminare sulle proprie gambe, pur nel collegamento con quel che è stato, ed è d'accordo anche Andrea Arcangeli: "devono essere film che hanno un'esigenza vera di esistere e sono pochi, perché ultimamente c'è la sensazione di non avere molto da raccontare. Non sono un grande fan dei reboot, a meno che non si abbia voglia di staccarlo da quel che era stato, altrimenti diventano solo operazioni di marketing. Questo Omen ha qualcosa da dire."