Olivier Assayas e i fantasmi di Clouds of Sils Maria a Cannes
Un film al femminile per il regista francese che dirige la connazionale Juliette Binoche e le americane Kristen Stewart e Chloe Moretz in una storia di invidia, passione e sentimento.
Da buon francese, Olivier Assayas ama le donne e da loro viene riamato. A dimostrare questo assunto ci pensa la perfomance delle tre dive, due americane e una connazionale, di cui si è circondato per il suo Eva contro Eva. Clouds of Sils Maria, ambientato in parte sulle Alpi, racconta la storia di una diva affermata chiamata a fare i conti con la sua nemesi, una giovane e spregiudicata attrice che interpreterà il ruolo che la rese celebre in gioventù. Le tre intepreti in questione sono Juliette Binoche, la star di TwilightKristen Stewart e la giovanissima Chloe Moretz. Assente sulla Croisette, dove Assayas approda per presentare la sua pellicola nel giorno in cui si conclude la selezione internazionale, Kristen Stewart, forse per evitare di incontrare l'ex fidanzato Robert Pattinson, presente a Cannes in ben due pellicole, o per evitare le spinose domande della stampa.
Scopriamo che a suggerire ad Assayas l'idea di Clouds of Sils Maria è stata Juliette Binoche. L'attrice confessa: "Mi trovavo in vacanza e mi è venuta l'idea di realizzare un progetto che parlasse di donne, diviso in tre parti. Però era un'idea incompiuta e non sapevo come portarla avanti. Allora mi sono rivolta a Olivier che però è intimorito dalle donne, era intimorito da me in particolare, e questo mi ha intrigato. Lui mi ha chiesto un paio di settimane di tempo per rifletterci su e poi mi ha richiamato. Ci sono voluti due anni per sviluppare la sceneggiatura, ma siamo felici di aver potuto lavorare su un progetto sviluppando una relazione profonda tra donne". Aggiunge Assayas: "Juliette mi ha dato lo spunto per approfondire temi alla Bergman, ma con uno stile più leggero. Io e Juliette abbiamo cominciato nello stesso momento, facciamo cinema da tanto tempo, ma non ci conoscevamo in modo così approfondito. Scrivere un film per lei è stata una sfida che mi ha portato a riflettere sul nostro rapporto con l'industria, sul modo in cui entrambi siamo sopravvisutti alle difficoltà".
Chloe Moretz: da Hollywood alle Alpi
Nel mettere insieme il suo cast Olivier Assayas ha fatto scelte non ovvie che riguardano soprattutto la scelta di lavorare con due tra le giovani attrici più richieste di Hollywood. Riguardo alla scelta di Chloe Moretz, il regista afferma: "Quella di Chloe era una scelta ovvia. Nel film è incredibile. L'avevo vista giovanissima in Hugo Cabret e l'ho incontrata a Toronto mentre stava girando Carrie per illustrarle il progetto". Come ha vissuto la giovane interprete l'esperienza a contatto con l'industria francese? "Conoscevo già il lavoro di Olivier" racconta la Moretz. "Ho visto Carlos ed è subito diventato uno dei miei film preferiti. Quando lui mi ha contattato spiegandomi la sua idea e parlandomi di Juliette sono stata subito interessata. Si impara così tanto a lavorare a contatto con delle donne, in particolare a donne come Juliette. Poi ho letto la sceneggiatura e l'ho trovata fantastica. Rispetto al cinema americano, quello francese è nuovo, libero e vivo. Mi sono divertita molto a creare il mio personaggio. Jo-Ann è una compilation di molte altre attrici esistenti da cui ho rubato qualcosa. Ho pensato a come mi sento di fronte a tutte quelle persone che vogliono qualcosa da me perciò, grazie a questa chiave di lettura, ho capito subito come interpretare un personaggio che altrimenti mi sarebbe risultato estraneo. Jo-Ann è cupa, è terrificante, ma anche stimolante e divertente. E' uno sforzo per lei essere gentile e sobria per partecipare a un progetto a cui tiene moltissimo".
La vecchia e la nuova generazione
In Clouds of Sils Maria Juliette Binoche interpreta un'attrice affermata costretta a fare i conti con un alter ego giovane, fresco, ambizioso, che ha davanti a sé un futuro radioso mentre lei è giunta a quel punto della carriera in cui è tempo di bilanci. E' difficile per una donna affrontare l'idea di invecchiare e misurarsi con la nuova generazione? "C'è un tempo per ogni cosa" spiega la Binoche. "Quando capisci cosa vuoi realmente dalla vita il tempo diventa eterno. E' importante essere un creatore, produrre e non fermarsi. A quel punto l'orologio perde di importanza. Io ho un lavoro che mi soddisfa e sono talmente impegnata da non aver mai tempo per chiedermi Che ore sono?" L'attrice, che dimostra di avere un approccio filosofico di fronte alle circostanze della vita, riflette anche sul rapporto con le giovani attrici emergenti di oggi e su come il suo mestiere è cambiato nel corso degli anni spiegando: "Qui a Cannes mi sono sempre sentita a casa. Grazie al pubblico e ai giornalisti ho sempre ricevuto grandi riconoscimenti per il mio lavoro. Io vivo nel presente, non nel passato. Il cinema mi stupisce ogni giorno. Prima di trovarmi davanti alla macchina da presa non so mai come si evolverà il mio personaggio. Le cose cambiano, a ogni film incontro persone nuove e nuove situazioni e credo che questa sia la ragione che rende tutto così magico".
Gioco di specchi
Juliette Binoche riflette sui vantaggi e sugli svantaggi dell'essere un'attrice che interpreta un'attrice. "Non credo che ci siano grandi vantaggi. Certo, rispetto a un personaggio che svolge un altro mestiere non sono costretta a fare ricerca, ma devo dire che il personaggio di maria è molto diverso da me. E' un'attrice cupa, arrabbiata. Lavorare insieme a Kristen Stewart, che interpreta la mia assistente è stato divertente perché da lei ho imparato un sacco di cose. Rispetto a me, Kristen è molto più addentro lo star system, è seguita dai paparazzi perciò mi ha svelato dei trucchi per sopravvivere sotto i riflettori. Riguardo agli svantaggi, forse è un po' più stressante del solito. Ogni personaggio richiede una trasformazione. Questa è la magia della recitazione. Io sono il personaggio e al tempo stesso sono me stessa. C'è indentificazione e al tempo stesso non c'è mai. Ciò che mi interessa realmente è fare in modo che ogni momento, per il mio personaggio, sia un momento di verità". Clouds of Sils Maria contiene anche un frammento di pièce, il testo che le due attrici dovranno interpretare. Lecito chiedersi se esista anche tutta la Pièce e se un giorno la vedremo messa in scena. "In realtà ne ho scritto solo un frammento" confessa Assayas "e per farlo mi sono ispirato al lavoro di Fassbinder Le lacrime amare di Petra von Kant. La pièce esiste già indipendentemente da me".
Olivier Assayas: un regista rilassato
Come sottolinea Juliette Binoche "le creazioni di Olivier Assayas trasmettono grande serenità, gioia e passione nei confronti del cinema". Il regista, amatissimo dai suoi interpreti, svela il segreto che si nasconde dietro questa positività: "Quando lavoro cerco di creare un ambiente di libertà e fiducia e questo è possibile solo con attori di talento. Ci vuole fiducia per arrivare alla fine del viaggio. Non mi piace fare prove prima dell'inizio delle riprese perché credo che in questo modo gli attori siano più coinvolti nel processo creativo. Non voglio vedere prima ciò che vogliono fare, voglio che siano liberi di seguire il loro primo intuito". Nel caso di Clouds of Sils Maria, anche lo splendido paesaggio alpino, in cui gran parte del film ha luogo, contribuisce ad amplificare questa sensazione. "Mi piaceva ambientare la storia in un paesaggio naturale senza tempo, dove gli effetti della modernità non incidono sull'ambiente e dove le relazioni umane sono al centro di tutto. Nel mio film è molto presente la tecnologia e il tutto diventa ancora più stimolante perché ad usarla sono attrici, donne che hanno una vita piena e che passano da un'idenità all'altra. Nel film appaiono chat, messaggi, computer, internet, è come se Maria e Jo-Ann facciano costantemente i conti con i loro avatar. Siano isolate e al tempo stesso vivano nel mezzo del caos. E' per questo che ho scelto una location naturale, senza tempo, un luogo in cui i personaggi riescano finalmente a fare i conti con il loro vero io, ad ascoltare la loro anima". In un film così ricco e pieno di ombre non mancano neppure i famtasmi. "Ero molto interessato alle leggende degli spiriti che infestano le vette di Sils Maria, anche se queste leggende non sono direttamente collegate al mio film. Nel lungometraggio, però, è presente una dimensione astratta che a che vedere con un momento preciso della storia del cinema in cui osservazione del naturale e del soprannaturale si fondono. Si parla di lanterne magiche, ombre cinesi, paesaggi misteriosi e in Clouds of Sils Maria ho cercato di riproporre la stessa atmosfera".