Rappresenta l'esordio alla regia per Andy Serkis, un attore molto amato, un'icona già leggendaria della performance capture, ma è anche e sorpattutto l'omaggio di un figlio a suo padre, Ogni tuo respiro O meglio, ai suoi genitori e al loro amore che lo ha generato e che ha prodotto, oltre a un figlio che è diventato produttore affermato, anche una serie di innovazioni e iniziative che hanno cambiato radicalmente la visione della disabilità nel Regno Unito.
Per raccontare la vicenda di suo padre, oltre ad affidarsi per la regia all'amico Andy Serkis, co-fondatore della sua Imaginarium Productions, Jonathan Cavendish ha chiamato lo sceneggiatore William Nicholson, candidato all'Oscar per Il gladiatore e Viaggio in Inghilterra. E naturalmente due giovani interpreti tra i più pregevoli di cui possa menare vanto in questi anni la scena britannica, Andrew Garfield e Claire Foy.
In viaggio con Diana
Robin Cavendish era un uomo dinamico, curioso e divertente, un instancabile viaggiatore (si occupava della compravendita di tè tra il Kenya e l'Inghilterra) , ed era in procinto di diventare padre quando la poliomielite lo colpì a ventotto anni, nel 1958. Nel giro di poche ore era paralizzato da collo in giù, e le sue funzioni respiratorie erano compromesse al punto di non poter fare a meno di un respiratore artificiale. Per i medici dell'ospedale kenyota in cui era ricoverato, avrebbe potuto sopravvivere in quelle condizioni per forse tre mesi.
Ci sono persone che sono in grado di tollerare bene l'immobilità, la mancanza di autonomia, la noia che consuma. Robin Cavendish non era così, ed ebbe bisogno della sua Diana; invitata da sanitari, familiari e amici a "lasciare andare" il marito e rifarsi una vita, la giovane donna non volle saperne. La vita la voleva trascorrere con Robin, e fu questo amore a dare a lui non solo il coraggio di affrontare le difficoltà, ma anche l'inventiva nella ricerca di soluzioni per potersi garantire la mobilità e alcune funzioni essenziali, e la determinazione a migliorare, oltre alla propria, l'esistenza di migliaia di persone paralizzate dalla polio e da altre affezioni.
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Ovvietà o autenticità?
Se i momenti più forti ed efficaci di Ogni tuo respiro sono quelli che vedono Robin Cavendish/ Andrew Garfield alle prese con le sue tribolazioni e relative, geniali soluzioni creative, è anche vero che la forte componente sentimentale del film era una necessità imprescindibile per Cavendish figlio, intenzionato a sottolineare la centralità e l'importanza del rapporto tra i genitori, il vero motore degli incredibili successi paterni e la ragione della sua lunga e produttiva sopravvivenza alla malattia.. Il problema vero e proprio del film è la sua prevedibilità: il fatto che a una prima parte del film dedicata all'incontro e ai primi tempi del matrimonio tra Robin e Diana, già costruita in maniera molto convenzionale, seguano sviluppi perfettamente intuibili da cui lo script di Williamson non si discosta di un centimetro.
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Se Serkis non riesce a dare un forte afflato cinamatografico al racconto, pur affrontandolo con grazia, sincerità e misura, ci pensano gli interpreti a dare a Ogni tuo respiro realismo e fascino. Specialmente Andrew Garfield che è un attore con una mimica e uno stile che molti non digeriscono, ma che è capace di sfoderare un'umanità così commovente e autentica che non può che indurci a stupire, ancora una volta, del suo talento e della sua elegante presenza scenica; la splendida regina di The Crown Claire Foy gli risponde con un personaggio che, grazie al suo magnetismo e alla sua fiera determinazione, oltre che a qualche scena scritta con humour e intelligenza, trova una piena dignità e non resta relagato al ruolo di "moglie amorevole". Tanto è sufficiente a fare di Ogni tuo respiro un film godibile se non indimenticabile, oltre che toccante e apprezzabile nelle sue intenzioni.
Movieplayer.it
3.0/5