Il tuffo nelle calde acque polinesiane in Oceania 2 finalmente è arrivato. E con esso un carico di aspettative non tutte realizzate purtroppo. Sì perché nell'era dei secondi capitoli, e questo 2024 tra Joker, Inside Out e Gladiatore già ne contiamo diversi, ci si si deve imbattere in storie più o meno riuscite e questo nuovo film d'animazione Disney si trova un po' a metà tra il successo e la disfatta. Il primo Oceania, spezziamo subito una lancia in favore di questa pellicola, era una storia che nel 2016 funzionava bene: nuovo world building, nuova protagonista Disney come Vaiana di assoluto rispetto, nuovo co-protagonista come Maui rivoluzionario per la casa di Topolino (così tanti tatuaggi non si erano mai visti sul grande schermo), e soprattutto un impianto audiovisivo, con almeno tre canzoni iconiche, che lo piazzavano senza dubbio nell'Olimpo dei film più amati e apprezzati della Disney.
L'idea di far conoscere la straordinaria cultura polinesiana e Maori con le avventure di una giovane adolescente l'ho sempre ritenuto un bellissimo assist per le nuove generazioni, perché all'epoca i libri sulla spiritualità e tradizioni di quei popoli iniziavano a spopolare nelle librerie (anche per questo film) facendo crescere quella sana curiosità che tanto fa bene alle nuove leve. E poi? Devo dire che ho più volte pensato che Oceania potesse essere una pietra miliare da lasciare incastonata all'interno del palinsesto Disney, senza la voglia o pretesa di smuovere nuovi racconti, anche se la mitologia Maori ne è sconfinata, finché nel 2023 apparve la notizia di un nuovo capitolo dedicato a Vaiana & Co.
Alla scoperta del mondo di Oceania
Aspettative? Alte proprio per il grande successo che ricevette il primo film e malauguratamente, nonostante diversi punti a favore come il superamento di nuovi ostacoli da parte di Vaiana stessa e l'ampliamento dei confini oltre il reef alla ricerca di nuove popolazioni, il film, nonostante il grade risultato al botteghino, ha lasciato perplessa parte della critica. Senza dubbio il punto a favore di questo secondo capitolo (come era il primo del resto) è la possibilità di far innamorare i più piccoli, e non solo, di una cultura antica come quella polinesiana, ma andiamo a vedere quanta fantasia c'è nelle avventure di Vaiana & Co.
La Spirale nella vela di Vaiana e la grotta delle barche
La spirale è un simbolo usato dall'alba dei tempi attraverso tutto il mondo e chiaramente il suo significato cambia a secondo della sua direzione. La spirale di Vaiana, con il disegno antiorario, si riferisce principalmente all'acqua e alle migrazioni delle tribù e rappresenta anche la ciclicità dell'esistenza, l'espansione, l'evoluzione e la creazione stessa. Moana, il vero nome originale di Vaiana, tra l'altro significa oceano in molte lingue polinesiane, e sempre tornando alla spirale si tratta anche di un simbolo femminile che riconduce all'utero divino, cosmico, che da nascita ad ogni cosa.
La grotta, così fondamentale nel primo film e presenta anche nel secondo, indica in molte culture il luogo sacro, sia come grembo della Madre Terra che un luogo di incontro dei propri mondi interiori. Le grotte difatti erano spesso usate come luoghi per i riti di passaggio: anche una sorta di sfida con se stessi, per affrontare le proprie paure attraverso il buio e la solitudine al fine di emergere ad una nuova consapevolezza. Vaiana difatti affronta la sfida e giunge al tamburo, strumento sacro per moltissime culture come i Nativi Americani, dove, attraverso il ritmo che le viene indicato, risveglia la voce dei suoi antenati giungendo così alla visione e alla verità sulle sue origini. Inoltre la grotta è da sempre usata anche come luogo per lasciare un messaggio ai posteri con le proprie scritture rupestri: così era utilizzata dai polinesiani e così viene usata dal popolo di Vaiana.
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Viaggiare per mare guardando le stelle
In entrambi i film le stelle rappresentano un punto molto importante per le pellicole, ma sicuramente nel secondo capitolo, tra la cometa e la costellazione della visione di Vaiana, sono ancor di più fondamentali. La maggior parte delle stelle che vediamo sono quelle della costellazione di Orione e le Pleiadi, gruppo di stelle che hanno rivestito per l'intera umanità un'enorme importanza: indicavano difatti i tempi della semina oltre ad i periodi di navigazione indicando i tempi più propizi per imbracarsi in mare ed evitare i periodi delle tempeste. Makali'i ("piccoli occhi" o "piccole stelle") è un gruppo di sette stelle che conosciamo sotto il nome di Pleiadi (anche se in occidente abbiamo perso traccia della settimana stella che secondo alcune leggende si sarebbe persa o sarebbe scappata dal cielo). Makali'i era la stella-timoniere di un capo in particolare: Hawai'iloa.
I polinesiani osservavano le stelle e studiavano le correnti stagionali e il cielo per orientarsi e partire nel momento migliore. Prima dell'invenzione della bussola, del sestante e dell'orologio o del sistema di navigazione satellitare GPS, i polinesiani navigavano in oceano aperto senza strumenti, attraverso l'attenta osservazione dei segni della natura. Il navigatore Nainoa Thompson della Polynesian Voyaging Society, dopo averne appreso le tecniche da Mau Piailug, un maestro navigatore di Satawal in Micronesia, ci spiega come una "bussola stellare" può essere utilizzata per dare la direzione senza l'ausilio di altri strumenti.
"La bussola stellare è lo schema mentale di base per la navigazione", spiega. "Noi abitanti delle Hawai'i diamo il nome alle case delle stelle: i luoghi dell'oceano da cui esse provengono, e quelli ove tornano ad immergersi. Se sai identificare le stelle, e se ricordi da dove salgono e scendono, saprai trovare la giusta direzione. La bussola stellare serve anche per leggere il percorso di volo degli uccelli e la direzione delle onde. Serve a ogni cosa. E' una costruzione mentale che aiuta a memorizzare ciò che è necessario sapere".
I polinesiani e il popolo di Vaiana sono stati rappresentato molto bene, erano degli esploratori, partivano sia per prestigio che per curiosità alla ricerca di nuove isole, verso cui successivamente poter migrare per dare vantaggio e benessere alla propria tribù. Nei loro viaggi, che potevano essere lunghi giorni, come mesi, portavano con se tutto il necessario tra cui noci di cocco, tarò e altre piante alimentari, maiali, polli e cani (quindi tutto quello che si è visto in Oceania 2 rispecchia fedelmente la storia). Spesso restavano in mare per tantissimo, ecco perché sono sopravvissuti i più forti e robusti.
I tatuaggi di Maui
L'elemento più rivoluzionario dei due film è senza dubbio l'uso massiccio dei tatuaggi in Mau, difatti nella storia non c'era polinesiano senza tatuaggi perché per la loro tradizione il tatuaggio raccontava chi eri, e chi era la tua famiglia, i tuoi sogni e speranze, ti caratterizzava come persona e valorizzava le tue conquiste. Farsi un tatuaggio in Polinesia inizia con un discorso introspettivo su sé stessi, su ciò che conta per te, sarà poi il vostro tatuatore e confidente a tradurre tutto ciò in forma indelebile sulla vostra pelle attraverso l'iconografia classica Polinesiana. Maui con i suoi tatuaggi "vivi" è l'icona più fedele ad un polinesiano che la Disney potesse disegnare e realizzare per il cinema, tra l'altro la storia di Maui, con le sue diverse sfumature, è narrata dalle Hawaii (dove ha dato nome all'isola Maui) fino all'isola di Pasqua.
Anche il grande amo di Maui fa parte di una leggenda storica di quei popoli. L'enorme amo di Maui, era chiamato "Manaiakalani" e si narra che con questo amo, sul quale fu apposta come esca l'ala dell'uccello "ʻalae", Maui "pescò" le isole Hawaii. Un giorno, mentre Maui era a pesca con i suoi fratelli, il suo amo si impigliò nel fondale marino, dicendo ai suoi fratelli, per farsi beffe di loro, che aveva preso un pesce enorme ed aveva bisogno del loro aiuto. E così, essi cominciarono a tirare con tutte le loro forze, intenti in questo sforzo non si accorsero che, mentre stavano tirando, dalle acque dell'oceano stava sorgendo un'isola. Maui ripeté questo scherzo più volte, creando le isole Hawaii. Un parallelismo perfetto con quello che deve fare Maui alla fine di Oceania 2.
L'isola di Motunui e il popolo di Vaiana
L'isola dove vive la gente di Vaiana, non esiste nella realtà, ma per le caratteristiche uniche che vengono ben descritte nei due film si colloca sicuramente all'interno della Polinesia. Il popolo di Vaiana è ben descritto in molte peculiarità culturali e ambientali nelle immagini che vedrete anche nel film. I Polinesiani hanno alle spalle 3000 anni di storia e cultura e sono una delle culture più longeve di tutta la Terra. Diverse sono le teorie sulle origini, la più credibile li colloca provenienti dalla Nuova Guinea. In migliaia di anni, spostandosi tra le isole in canoa, hanno colonizzato Tonga, le Cook, Samoa, la Polinesia Francese (già abitate intorno al 300 a.C.) e qualche secolo dopo raggiunsero addirittura le Hawaii, l'Isola di Pasqua (attorno al 500 d.C.) e infine la Nuova Zelanda attorno al 1000 d.C.
Questi tre luoghi rappresentano il vertice del triangolo polinesiano, ma un recente studio li avvicina anche ai Nativi Americani. Sì perché forti evidenze genetiche sembrano confermare che sia avvenuto un contatto transoceanico a cavallo del dodicesimo secolo, nel periodo precolombiano, tra i nativi americani e le antiche popolazioni polinesiane, che all'epoca viaggiavano alla scoperta delle isole più remote del Pacifico. Che questi due popoli si siano incontrati molto prima dell'arrivo degli europei sulle coste del Nuovo Mondo è una tesi ancora non provata al 100x100 ma senza dubbio affascinante e che pone il tema di Oceania 2, la ricerca di altri popoli, molto vicino alla realtà storica.