Obi-Wan Kenobi, la recensione del quinto episodio: piccoli Padawan crescono

La recensione del quinto episodio di Obi-Wan Kenobi (1x05), che pone l'accento sul passato di Darth Vader e sulla performance di Hayden Christensen.

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Obi-Wan Kenobi: Ewan McGregor in una scena della serie Disney+

Siamo quasi al capolinea, con questa recensione del quinto episodio di Obi-Wan Kenobi, il penultimo capitolo della miniserie che ha riportato sullo schermo il cavaliere Jedi in live-action dopo quasi vent'anni di assenza. Un ritorno che si è dimostrato faticoso, tra il fatto piuttosto palese che dovesse essere un film successivamente convertito in miniserie (con qualche inciampo strutturale) e l'uso - per alcuni discutibile - di personaggi noti per rimpolpare quello che in teoria poteva essere il modo ideale per scavare nella psicologia di Obi-Wan senza tirare in ballo situazioni trite e ritrite. Questo episodio dà - finalmente - ragione a una delle scelte più rischiose, ossia l'uso di Darth Vader, ma c'è anche da chiedersi se non sarebbe stato opportuno limare un po' qua e là per avere qualcosa di più scorrevole (basti pensare al quarto capitolo, della durata di appena mezz'ora e abbastanza evidentemente un riempitivo per arrivare al numero richiesto di episodi).

La sete di vittoria

Hayden Christensen in una scena de L'attacco dei cloni
Hayden Christensen in una scena de L'attacco dei cloni

L'episodio precedente di Obi-Wan Kenobi si concludeva con la rivelazione che l'Impero aveva trovato il modo di rintracciare i fuggitivi Ben e Leia, dando nuovamente a Darth Vader la possibilità di vedersela con il suo vecchio maestro. E mentre si attende l'inevitabile duello, il penultimo capitolo approfondisce anche il rapporto che i due avevano prima del passaggio al Lato Oscuro di Anakin Skywalker. Alcuni flashback, infatti, mostrano le prime fasi dell'apprendistato di Anakin in termini di duelli e uso della spada laser (il taglio di capelli è ancora quello da Padawan, e presumibilmente questa sequenza si situa prima degli eventi di Star Wars ep. II - L'attacco dei cloni), con Obi-Wan che riassume perfettamente il difetto maggiore del suo discepolo: la voglia di vincere a tutti i costi è il motivo per cui avrà sempre la peggio nei corpo a corpo. Una filosofia che si potrebbe applicare anche a Reva, i cui modi impulsivi rischiano di creare ulteriori problemi, soprattutto ora che stanno emergendo nuovi dettagli sul suo passato e sul rapporto con Vader...

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L'importanza di essere Hayden Christensen

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Obi-Wan Kenobi: una scena del terzo episodio

A monte si è parlato molto dell'inclusione di Hayden Christensen nel cast, con qualche (legittimo) dubbio su quanto fosse una scelta creativa forte e quanto invece una pura trovata di marketing, dato che quando indossa l'armatura è solo uno di due interpreti fisici di Darth Vader (come spiegato dallo stesso attore, per le scene di lotta è necessaria la controfigura a causa della discrepanza fisica tra Christensen e il personaggio) e il merito per la recitazione si riconosce soprattutto al doppiatore James Earl Jones, anche se in questo caso rimane l'interrogativo sul contributo vocale a causa della menzione nei credits della tecnologia Respeecher. E finora, avendo visto l'attore canadese fuori dall'armatura solo per alcuni strategici primi piani di Vader sfigurato e apparizioni allucinatorie di Anakin in campo lungo, era alquanto lecito chiedersi se il marketing nostalgico avesse raggiunto nuove vette grottesche.

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Hayden Christensen in una sequenza del film Star Wars ep. III - La vendetta dei Sith
Hayden Christensen in una sequenza del film Star Wars ep. III - La vendetta dei Sith

Ed ecco che il quinto episodio giustifica l'inclusione di uno dei volti storici della trilogia prequel, riproponendolo come era nel 2002 (tramite un po' di ringiovanimento digitale, per lui e per Ewan McGregor), ma con vent'anni di esperienza in più per lui e senza la zavorra dei dialoghi non sempre eccelsi di George Lucas, che all'epoca trasformarono Christensen in uno dei bersagli prediletti per gli sberleffi dei fan (come ci ha ricordato Kevin Smith con Clerks II, le doti recitative del giovane attore nell'Episodio II gli valsero il soprannome "Mannequin Skywalker"). Qui, in un contesto nuovo, agevolato anche dalla crescita anagrafica dei giovani fan della seconda trilogia, c'è la rivalsa, e la gioia negli occhi di Christensen nel ritrovare il ruolo che lo rese una star è evidente, rivisitando con maggiore maturità un'epoca complicata della sua vita e della storia del franchise.

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Verso il gran finale

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Obi-Wan Kenobi: Darth Vader in una scena della serie

E con quei momenti di introspezione sincera si arriva finalmente al nucleo tematico ed emotivo della miniserie, che negli episodi precedenti era piuttosto nebulosa nel voler esplorare i traumi dell'Ordine 66 (salvo per momenti specifici della performance di McGregor) e qui si sfoga con un senso del tragico che ripaga la pazienza di chi segue lo show ogni settimana ma non scioglie il dubbio su quanto fosse necessario convertire il progetto di lungometraggio in miniserie per lo streaming, al netto delle esigenze aziendali (programmazione di Disney+ e rimaneggiamento delle strategie interne di Lucasfilm per i film del franchise). Adesso la Forza è genuinamente potente per quanto riguarda le avventure di Obi-Wan, e forse lo sarà anche per l'episodio conclusivo, ma ci ha messo un po' per arrivare.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Obi-Wan Kenobi 1x05, spiegando come il penultimo capitolo della miniserie sia un ottimo momento esteso di introspezione.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Rivedere Hayden Christensen nel ruolo di Anakin è molto emozionante.
  • Ewan McGregor è ancora più intenso del solito.
  • Le premesse/promesse per il finale sono buone.

Cosa non va

  • L'esito artistico dell'episodio sottolinea ulteriormente le fragilità strutturali del progetto.