Non c’è campo: l’insostenibile leggerezza di Moccia

A quattro anni da Universitari, Federico Moccia torna dietro la macchina da presa con Non c'è campo, storia di una scolaresca che impazzisce quando, in gita, i telefoni smettono di funzionare. Tra nostalgia degli anni '80 e una visione stantia della tecnologia, si ride e si riflette poco. Al cinema dal 1° novembre.

Non c'è campo: Caterina Biasiol e Beatrice Arnera in una scena del film
Non c'è campo: Caterina Biasiol e Beatrice Arnera in una scena del film

Da tre metri sopra al cielo a cinque giorni a Scorrano, paesino in provincia di Lecce dove una scolaresca romana va in visita d'istruzione per scoprire le opere di Gualtiero Martelli (Corrado Fortuna), artista che si è rifugiato in mezzo alla campagna per sfuggire al caos della vita moderna. Accompagnati dalla professoressa Basile (Vanessa Incontrada), che a casa vive una situazione di tensione con il marito (Gianmarco Tognazzi), i ragazzi sono messi di fronte a un dramma: a Scorrano non c'è campo, nemmeno per telefonare, figuriamoci per chattare su WhatsUp o usare Google Maps.

Leggi anche: Non c'è campo: Moccia, Elodie e Mirko Trovato parlano dell'amore ai tempi del wi-fi

Tornati a uno stadio in cui per darsi un appuntamento ci si deve arrangiare, gli studenti riscoprono la bellezza di guardarsi negli occhi e non attraverso lo schermo di un cellulare, abbandonando momentaneamente i selfie per un vecchio jukebox: grazie al potere ristoratore della musica, e al dialogo, riappacificano tensioni, confessano segreti tenuti a lungo nascosti e trovano finalmente il coraggio di confessare il proprio amore a quella ragazza che guardano sospirando da tempo.

Non c'è campo: Neva Leoni e Mirko Trovato in una scena del film
Non c'è campo: Neva Leoni e Mirko Trovato in una scena del film

A quattro anni da Universitari - Molto più che amici, Federico Moccia torna a dirigere un film, nato ancora dalla sua penna: Non c'è campo, nelle sale dal primo novembre, usa lo stratagemma dell'assenza di connessione come collante tra i suoi numerosi protagonisti, un po' come gli incidenti in motorino fanno conoscere le coppie di Tre metri sopra il cielo e Scusa ma ti chiamo amore: dai lucchetti di ponte Milvio ai selfie, lo scrittore e regista cerca di scattare una fotografia dei giovani d'oggi, ma lo fa con gli occhi di quando era adolescente, trasformando la pellicola in un tributo nostalgia agli anni '80, citando scene dei I Goonies (la traduzione del dialetto pugliese come lo spagnolo della domestica da parte di Mouth nel film di Richard Donner) e rimpiangendo i "bei tempi andati" in cui non ci si relazionava attraverso la tecnologia.

Leggi anche: Le 15 migliori serie tv della nostra (e vostra) adolescenza

Non è un paese per giovani

Non c'è campo: Vanessa Incontrada e Corrado Fortuna in una scena del film
Non c'è campo: Vanessa Incontrada e Corrado Fortuna in una scena del film

Sorta di luogo idilliaco dove il tempo si è fermato, Scorrano diventa metafora della giovinezza che si fugge tutta via, dando una visione romantica e idilliaca dei rapporti tra adolescenti, fatti di batticuori e baci sognati, di mani sfiorate e gelosie. Questa visione nostalgica non sembra però adatta ai ragazzi di oggi, che nascono con uno smartphone già in mano e si relazionano tra loro e con il mondo in un modo completamente diverso da quello non solo dei loro genitori, ma anche dei fratelli più grandi. Demonizzare la tecnologia in questo modo, in nome di una presunto ritorno a uno stadio più semplice e quindi migliore, è totalmente anacronistico, se si pensa invece a quanto abbia fatto bene ai ragazzi più timidi il potersi relazionare agli altri grazie a chat di gruppo e messaggi privati.

Non c'è campo: una scena del film
Non c'è campo: una scena del film

Gli adulti non fanno una figura migliore: narcisisti e totalmente concentrati su se stessi, sono ritratti come delle persone ormai disilluse che pensano solamente all'aspetto più carnale delle relazioni, contrapponendosi all'amore idilliaco dei ragazzini. A conferma di questo gli unici due giovani con pulsioni sessuali dichiarate, tra cui la Flavia interpretata da Beatrice Arnera, presto protagonista femminile di Addio fottuti musi verdi dei The Jackal, sono guardati con sospetto, ormai già macchiati dai vizi dei grandi. Totalmente gratuita l'introduzione del tema transgender, a un pelo dalla parodia involontaria.

Leggi anche: Addio fottuti musi verdi: i The Jackal contro gli alieni, ma per salvare il mondo servono più risate

Non c'è campo: Federico Moccia sul set del film
Non c'è campo: Federico Moccia sul set del film

Mettendo in campo due dei giovani attori italiani di fiction più amati dal pubblico adolescente, Mirko Trovato di Braccialetti Rossi ed Eleonora Gaggero di Alex & Co, Moccia strizza l'occhio ai coetanei dei protagonisti, ma mette in bocca a tutti un umorismo di pancia che difficilmente riesce a strappare una risata a chi ha più di dodici anni. Per conoscere davvero i teenager d'oggi il cellulare bisogna tenerlo acceso e magari silenziarlo solo quando serve davvero.

Movieplayer.it

1.5/5