Parrucche di ogni colore, unghie glitterate, ombrellino prendisole e barba: segnatevi questo nome, perché Uncle Clifford è uno dei personaggi televisivi migliori dell'anno. Interpretato da Nicco Annan, che ha partecipato a serie come This is us e Shameless, è la persona queer e non binaria responsabile del P-Valley, club di stripper che rende più colorate le notti del Delta del Mississippi.
Creata da Katori Hall, che ci ha lavorato quattro anni, mettendo mano allo spettato teatrale Pussy Valley, frutto di dieci anni di interviste a ballerine di lap dance, P-Valley ha debuttato su StarzPlay il 12 luglio con l'episodio pilota, per un totale di otto capitoli, rilasciati sulla piattaforma di streaming come si faceva una volta, uno a settimana.
Abbiamo avuto la possibilità di raggiungere al telefono proprio Nicco Annan, interprete di Uncle Clifford, dotato di una risata che è uno spettacolo e soppesa ogni parola con grande attenzione: le sue come quelle di chi gli pone domande. Per l'attore P-Valley è molto più di una semplice serie tv su un gruppo di spogliarelliste. È un atto politico e d'amore.
P-Valley: bellezza e mostri si tingono di rosa
Guardando la serie mi siete sembrati come dei pesci in un acquario: vi siete sentiti così durante le riprese?
Direi che mi sono sentito più un pesce nell'Oceano: eravamo in quello che mi piace chiamare un habitat naturale. Un sottobosco. Sono cresciuto a Detroit, in Michigan, con la Motown e Diana Ross: quindi vivere in questo club per me è stato come essere in famiglia. Al P-Valley si va per festeggiare, ma per me è stato come una seconda casa. Stare sul set per me è stato quasi come tornare indietro nel tempo.
Mi è piaciuto l'uso del rosa: nella serie tutto è scuro o rosa, che sostituisce quasi il rosso del sangue. Che significato dai a questo colore?
È parte dello stile dello show: Katori Hall l'ha scritta come un noir ambientato nel Delta del Mississippi. C'è del mistero e il rosa nell'oscurità per me rappresenta la vera essenza dell'essere umano: la bellezza e il mostro insieme. Il rosa è anche il divertimento, il glamour, la libertà: ma in ognuno di noi ci sono anche parti più pesanti. Sento che la serie, con questi colori, dà voce alla complessità dei personaggi. Credo che Uncle Clifford abbia bellezza e mostruosità in lei, così come tutti gli altri personaggi. Vengono tutti da una realtà terribile, ma hanno anche un lato dolce e tenero al loro interno. Il cuore di P-Valley è far crollare gli stereotipi. Non credo questo si possa fare mettendo in mostra soltanto la violenza, o sconvolgendo lo spettatore e basta: il rosa rende tutto più affascinante. È quasi ipnotico.
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P-Valley e il costo del sogno americano
Sul palco, le protagoniste sembrano quasi degli angeli: quando tornano a terra si ritrasformano in diavoli, o, come dicevi, in mostri. Quanto è importante quindi fare quella cosa che ti riesce bene? Avere quel singolo momento di felicità?
Credo sia necessario: in quel momento il nostro spirito si ricarica. Quando sei su quel palo e ti esibisci in uno strip club, c'è molta onestà: stai celebrando te stessa perché non ti senti valorizzata dal mondo. Accetti le tue curve, le tue cicatrici: la tua esibizione diventa un momento per lasciarti andare ed essere libera. È quasi come se volessi attorno a quel palo: le protagoniste ci salgono per alzarsi dal fondo. È una metafora potente. Oscurità e accettazione si mescolano: si prende consapevolezza del proprio corpo e del proprio passato. Quando Uncle Clifford si esibisce, si ritaglia il suo spazio, in cui può essere libera ed esprimersi come vuole, senza paura del mondo esterno, intollerante e omofobo. Chi va al P-Valley è in cerca di un'esperienza diversa: entra in contatto con persone che magari non frequenta nella vita diurna, ma che ti permettono di divertirti perché ti fanno sentire libero.
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Dall'Italia vediamo che gli USA sono in un momento difficile: non soltanto per colpa del Covid, ma anche perché state lottando per dei diritti fondamentali. Quanto è importante una serie come P-Valley in questo momento storico?
Estremamente importante: non possiamo scordarci che l'arte può essere anche una forma di attivismo. Credo che la serie mostri moltissimi aspetti delle persone, chi sono veramente: è importante per la comunità. Parla di politica, economia, uguaglianza: è facile etichettarla semplicemente come uno show su delle spogliarelliste. È molto più di questo: chiede rispetto, spinge a non dare le persone per scontate, a non giudicarle dall'alto in basso.
Nella serie un personaggio dice: "I sogni sono costosi: fai pagare quanto valgono". Secondo te oggi qual è il prezzo del sogno americano?
Questa è una bella domanda: il sogno americano è molto caro e credo sia stato già pagato con la mia stirpe. Questo paese ha un'eredità già saldata, dalla mia gente, dalla gente di colore: abbiamo costruito questa nazione col nostro sangue. Non possiamo pagare ancora: chiediamo semplicemente l'uguaglianza che ci spetta. Uguali diritti. Il costo è alto: ma è stato già pagato.
Per Nicco Annan anche la moda è una forma di attivismo
Lo stile della serie è incredibile: adoro le unghie glitterate di Uncle Clifford! Hai contribuito al suo look?
Abbiamo lavorato insieme, c'è stata grande collaborazione con la costumista Rita McGhee e i truccatori: abbiamo discusso molto dell'aspetto di Uncle Clifford. Ho contribuito, magari andando a ripescare un capo couture che poteva avere mia nonna. Quando ci siamo ritrovati con tutti i costumi davanti, a volte ho chiesto delle aggiunte, come per il look alla Frida Kahlo o l'ombrellino alla Via col vento. Ogni look che indosso è un omaggio a una donna di colore: da Diana Ross a Shirley McAlpine a una mia compagna di liceo, che stava sempre in ultima fila. Ho voluto rendere omaggio alle donne di colore con cui sono cresciuto: per fare questo abbiamo combinato vestiti, trucco e capelli.
Quindi anche bellezza e moda possono essere una forma di attivismo?
Certo! Sentivo che era fondamentale esprimere i sentimenti di Uncle Clifford anche attraverso l'abbigliamento: la sera nel locale è su tacchi altissimi, mentre durante il giorno possiamo vederla anche in infradito e tuta. Così come i capelli: quando si allenano vediamo i loro capelli, durante l'esibizione invece indossano delle parrucche. Trucco, capelli e vestiti vengono usati sia come forma di protesta che di sostegno.
P-Valley e il corpo delle donne
Le donne di colore sono una categoria particolarmente svantaggiata: quanto è importante liberare i loro corpi? Sento che, quando le donne saranno finalmente tutte libere di decidere dei loro corpi, se avere un figlio o no, essere grasse o magre, sessualizzate o no, allora saranno davvero emancipate.
Assolutamente. Asso-lu-ta-men-te! È come se fossimo tutti rinati in questo show: è il nostro tempio, il nostro palazzo. Il nostro corpo cambia se noi cambiamo: se ci accettiamo così come siamo. In questa serie celebriamo il corpo delle donne: il Pink è come un menù, mostriamo ogni opzione, ogni tipo di corpo. In quel club c'è qualcosa per tutti, esattamente come nel mondo reale.
Secondo te perché, per alcune persone, è così difficile accettare che l'amore è amore? Se amo qualcuno, a un altro non cambia niente. Perché è così difficile da capire?
Credo che per alcune persone l'amore sia difficile da capire perché non l'hanno provato: non sanno come sia e quindi non sanno gestirlo. Nella serie si percepisce che tra i personaggi c'è amore: hanno un posto dove andare, in cui sono amati. Non parlo soltanto di amore tra amanti: ma anche di amore per la sorella che ti sta accanto, tra donne che si sostengono. È molto importante nello show: le donne non sempre vanno d'accordo tra loro, ma alla fine si aiutano. Lo stesso vale per il mio personaggio, Uncle Clifford, una persona non binaria, che va d'accordo con il buttafuori, un uomo etero, senza problemi: anche questo è amore. L'amore è anche dire: ti vedo. Ti vedo per come sei e sono onesto con te. È questo il tipo di amore che c'è nel club: che non vuol dire che tutti vadano necessariamente sempre d'accordo. Di nuovo: la bellezza e il mostro. Esattamente come nella società.