L'ascesa di Netflix nel mercato dello streaming legale è in continua espansione, sia a livello puramente geografico (190 paesi in tutto il mondo) che linguistico: la prima serie "originale" della piattaforma (in realtà acquistata dopo che era già andata in onda in Norvegia), Lilyhammer, era bilingue (inglese e norvegese), mentre l'anno scorso hanno debuttato i primi due programmi realizzati appositamente per Netflix in lingue straniere, il giapponese Atelier e il messicano Club de Cuervos (per non parlare di Narcos , anch'esso recitato prevalentemente in spagnolo e, a sorpresa, un successo di non poco conto negli Stati Uniti, tradizionalmente "allergici" ai sottotitoli). Ora il gigante dello streaming, già coinvolto nell'animazione americana tramite il suo accordo con la DreamWorks, si appresta ad entrare nel mondo degli anime con la produzione di Perfect Bones, il primo cartoon nipponico realizzato esclusivamente per Netflix.
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In occasione di questo annuncio storico, abbiamo avuto l'occasione di fare due chiacchiere, al telefono, con Erik Barmack, Vice President International Originals di Netflix. Oltre all'oggetto specifico Perfect Bones, abbiamo parlato anche delle ambizioni di Netflix in generale e dell'Italia in particolare. Ecco cosa è stato detto al riguardo.
La novità Perfect Bones
Cosa può dirci a proposito di Perfect Bones?
Erik Barmack: Prima di entrare nei dettagli, vorrei parlare della filosofia di base all'origine di questa produzione. Ossia, Netflix è ora disponibile in 190 paesi nel mondo intero, e abbiamo notato che in praticamente tutti i mercati dove siamo attivi c'è una fetta sostanziosa di pubblico che ama gli anime quanto li amiamo noi. C'è un desiderio, da parte di quegli appassionati, di poter vedere le serie in un contesto on demand, con tutti gli episodi a disposizione nello stesso momento, doppiati o sottotitolati a seconda del mercato, e non dover aspettare l'uscita tradizionale, che varia da un paese all'altro. Il nostro obiettivo è fare in modo che i fan degli anime abbiano accesso a questi programmi in modo immediato, ovunque si trovino.
Cosa fa di Perfect Bones il candidato ideale per essere la prima serie anime di Netflix?
Volevamo soprattutto lavorare con produttori che avessero alle spalle programmi che noi amiamo. Siamo fan quanto gli utenti di Netflix, ci piacciono moltissimo serie come Psycho-Pass e L'attacco dei giganti. Production I.G. ha un curriculum fatto di serie belle, di alta qualità, anche provocatorie. Eravamo contenti di lavorare con loro, e anche di collaborare con Kazuto Nakazawa, di cui ammiriamo il lavoro fatto su Samurai Champloo, tra le altre cose. Per quanto concerne il contenuto, volevamo che il primo anime originale di Netflix fosse innovativo, divertente e molto serializzato. So che non sto rispondendo in modo esaustivo alla tua domanda, ma questi sono gli elementi principali che hanno attirato l'interesse di Netflix.
Quanto ci è voluto per convincere Production I.G. che Netflix fosse la soluzione ideale per questa serie?
C'è stato un dialogo. Penso che a loro interessasse soprattutto la possibilità di potersi servire di una piattaforma globale, e di avere a disposizione 75 milioni di abbonati. Inoltre, Production I.G. non è avversa all'idea di correre dei rischi, di cercare nuove opportunità. Da quel punto di vista, siamo molto compatibili sul piano culturale.
Perfect Bones è fantascienza, e ha una premessa nota ai fan di genere. Cosa lo rende diverso da altri prodotti simili, e appetibile agli utenti di Netflix?
Beh, è un programma insolito. È un po' più dark, più complesso, bisogna vedere tutti e dodici gli episodi per conoscere tutta la storia, e queste sono cose che piacciono a Netflix da un punto di vista creativo. E c'è il nesso con la fantascienza, un altro genere importante per noi. Questo è il primo anime che produciamo, e credo che ce ne saranno molti altri nei prossimi anni. Per noi è molto importante offrire qualcosa di diverso, ma che abbia anche un certo pedigree.
Quando sarà disponibile?
Non l'abbiamo ancora visto, le sceneggiature sono ancora in fase di elaborazione e stiamo sviluppando attivamente il progetto. Ci lavoreremo per gran parte del 2016, e a fine anno saremo in grado di annunciare una data.
Netflix e l'Italia
Cos'altro possiamo aspettarci prossimamente da Netflix, in particolare per l'Italia?
Beh, come forse saprai, il mio gruppo è lo stesso che ha commissionato Suburra, una serie prodotta da Cattleya, la stessa di Gomorra - La Serie e Romanzo criminale - La serie. È in fase di scrittura, e sarà una serie unica nel suo genere, molto innovativa, scritta e realizzata interamente in italiano, a partire dal film che è uscito l'anno scorso. Sarà un prodotto molto italiano, ma disponibile in 190 paesi, e siamo molto contenti di poterci lavorare.
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Può dirci qualcosa su come sta andando Netflix in Italia, dove è arrivato da poco?
Non parliamo mai di numeri legati a paesi specifici, ma siamo molto soddisfatti dell'accoglienza italiana. Per noi è un ottimo mercato, il pubblico ha un grande interesse per i film e le serie TV.
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Futuro senza confini
ci sono grandi autori e grandi storie in tutto il mondo
La vostra programmazione attuale e futura include progetti in spagnolo, italiano, francese e giapponese. Quale sarà il prossimo passo, a livello linguistico?
Noi siamo dell'idea che esistano grandi autori ovunque nel mondo. Stiamo anche girando in Brasile, e prossimamente annunceremo altre serie realizzate al di fuori degli Stati Uniti. Il principio fondamentale è quello: ci sono grandi autori e grandi storie in tutto il mondo, e noi vogliamo essere una piattaforma di distribuzione per quelle storie. Siamo molto contenti di potervi offrire, il 5 maggio, Marseille, realizzato in francese, con Gérard Depardieu e Benoît Magimel. Ci sarà un pubblico in Francia, ovviamente, ma anche a livello internazionale. Quello che ci piace di più è avere tra le mani materiale di qualità, come Suburra o Perfect Bones, e poterlo proporre ad un pubblico globale.
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