Responsabilità, orgoglio e onore. Siamo sicuri che Edoardo De Angelis ha provato tutto questo nell'avere l'opportunità di adattare in un film la popolare commedia di Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello. Prodotta da Rai Fiction e Picomedia nell'ambito di un progetto che affronterà anche altre opere del maestro napoletano. Il film è il primo di una trilogia curata da De Angelis con Sergio Castellitto, qui interprete dell'iconico Luca Cupiello alle prese con il rito del Presepe e una famiglia da tenere insieme.
Accanto a Castellitto troviamo Marina Confalone nei panni della moglie Concetta, Pina Turco in quelli della problematica Ninuccia e Adriano Pantaleo a dar vita al figlio Tommasino, ma nella nostra chiacchierata con Edoardo De Angelis abbiamo parlato soprattutto di cosa voglia dire adattare un'opera di tale importanza, che tipo di approccio si è avuto al testo e che lavoro fatto sulla musica insieme al compositore Enzo Avitabile.
La video intervista a Edoardo De Angelis
Un evento televisivo, tra rispetto e adattamento
Non può che essere un evento televisivo riportare su schermo il classico di Eduardo a quasi novant'anni dalla sua prima del 1931, un regalo che Rai 1 fa ai suoi spettatori prima di Natale. Ma come ci si approccia a un testo di una tale importanza, conosciuto da tutti, in molti casi anche a memoria? "L'approccio più sano" ci dice Edoardo De Angelis "è trattarlo come un qualunque copione. Qualunque copione si rispetta e questo è meraviglioso. Il rispetto non è in discussione, ma davanti alla bellezza bisogna soltanto ringraziare della fortuna di averlo tra le mani, senza timore reverenziale o sudditanza."
"Tutte le opere che sono dei classici, e questa lo è" ci dice ancora De Angelis, "appartengono all'intera umanità. E siccome anche io faccio parte dell'umanità, quest'opera mi appartiene. Ho lavorato sul copione, ho chiesto agli attori di fare tabula rasa dei ricordi di Eduardo e la sua compagnia come interpreti, per evitare di precipitare nella mera imitazione. Invece questo testo può vivere in un linguaggio diverso da quello in cui era stato pensato inizialmente."
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Il racconto di De Angelis, tra musica e radici
"La prima cosa che ho chiesto a Enzo" racconta De Angelis riguardo la musica composta da Enzo Avitabile, "è stata di lavorare su un approccio incentrato sulla rarefazione. Note staccate e strumenti che si potessero esprimere attraverso di esse, come l'ocarina, lasciandogli anche lo spazio per una canzone originale nel finale." Una composizione che segue l'andamento e separazione in tre anni del lavoro, cambiando con esso e seguendone l'andamento, fino a diventare nuovo strumento di racconto nel finale.
Un'ulteriore curiosità riguarda il lavoro di De Angelis e l'attenzione al territorio in cui si muove. Adattare De Filippo è un modo per guardare anche al passato e non solo al presente? "In realtà per me fare Natale in Casa Cupiello significa guardare avanti. Se c'era qualcosa di Napoli che non avevo ancora esplorato era la dimensione borghese ed Eduardo è autore borghese perché racconta storie di famiglia. Mi mancava affrontare il centro storico e la sua dimensione di casa." E farlo con un testo di Eduardo è stata per lui una grande fortuna, perché "mi ha permesso di fare un film mio che non ho scritto io."