Mythic Quest, serie Apple creata da Charlie Day, Megan Ganz e Rob McElhenney (anche protagonista), lo stesso team di C'è sempre il sole a Philadelphia, ha a propria disposizione un ricchissimo gruppo di protagonisti. Ambientata nell'ufficio di una società che sviluppa videogiochi, la serie usa soltanto come spunto l'industria videoludica, trasformandola in uno specchio della società contemporanea. A guidare il cast sono però in due: Rob McElhenney e Charlotte Nicdao, interpreti rispettivamente di Ian Grimm, direttore creativo del gioco, e Poppy Li, capo dei programmatori.
Nella prima stagione abbiamo visto Ian e Poppy scontrarsi costantemente: lui è così preso da sé e dal suo ego da non voler concedere mai ad altri di brillare. Lei, che giustamente lavora più di tutti, ha preteso più controllo creativo sul gioco (Mythic Quest appunto). Con l'arrivo della pandemia realtà e finzione si sono fuse: alla fine del primo ciclo di episodi il lockdown ha messo a dura prova Ian e Poppy, che hanno scoperto di volersi bene come fratelli. Nel mezzo ci sono stati due puntate speciali, Quarantine ed Everlight: la prima ambientata tutta su Zoom, la seconda è una gemma, un fantasy con tanto di effetti speciali e combattimenti.
La seconda stagione è su AppleTV+ dal 7 maggio con i primi due episodi, poi uno nuovo ogni settimana, per un totale di nove. Abbiamo raggiunto gli attori via web, facendo il punto su Mythic Quest 2 che è un grande salto qualitativo, sia dal punto di vista produttivo che di scrittura.
Everlight: l'episodio speciale di Mythic Quest
Everlight è strepitoso: com'è stato girare scene d'azione? E come facciamo a ritrovare la luce in un momento così difficile?
Rob McElhenney: Potrebbe sembrare un cliché, ma credo che i personaggi l'abbiano trovata in loro stessi. Così come è stato per noi: avevamo bisogno di rivederci e lavorare di persona, interagendo davvero, nello stesso spazio, insieme ai nostri amici e alle persone a cui vogliamo bene.
Charlotte Nicdao: È stato davvero un episodio divertente da girare: è il sogno di qualsiasi attore che si realizza. Quando ho letto la sceneggiatura non mi sembrava vero che avremmo potuto fare tutte quelle cose. Ci siamo dovuti allenare per le scene di combattimento ed è divertente esattamente come ce lo si immagina. Sono molto orgogliosa di come è venuto e di come la gente sta reagendo all'episodio: è una celebrazione della speranza. Che in questo momento ci serve molto.
Mythic Quest e il mondo dei videogiochi
Di serie ambientate in uffici e luoghi di lavoro ce ne sono tante, poche però raccontano il mondo dei videogiochi. Perché avete scelto proprio questo settore?
Rob McElhenney: Per noi era importante realizzare una serie che potesse svolgersi ovunque: la cosa importante sono le dinamiche che si instaurano tra persone che lavorano costantemente a contatto. Abbiamo deciso di ambientarla nell'industria dei videogiochi perché è un ambiente traversale, che trascende le differenze culturali. Sapevamo anche che l'industria dei videogiochi sta esplodendo ma non sono state raccontate molte storie ambientate in questo mondo. Soprattutto che non rendono giustizia a cosa succede veramente in questo ambiente. Spesso ci si limita a prendere in giro i giocatori o chi lavora in questo ambiente, senza renderli persone sfaccettate. Quando invece sono delle persone che lavorano in uno dei campi di maggior successo del pianeta.
Ian e Poppy nemiciamici
Il rapporto di amore e odio tra Ian e Poppy è uno dei fulcri della serie: come si evolve in questa seconda stagione?
Charlotte Nicdao: È un rapporto complesso: sono rivali e allo stesso tempo in un certo senso sono anche migliori amici. Nella prima stagione si saltano costantemente alla gola, ma poi nel finale si ricordano che si vogliono bene e sono preoccupati per il benessere dell'altro. Nella seconda stagione sono sulla stessa lunghezza d'onda, sono entusiasti di essere partner e questo approccio collaborativo funziona. Poppy è un personaggio che presenta diverse sfide: anche se è una persona buffa e stravagante sa molto bene cosa vuol dire essere una donna in una posizione di potere. Nella prima stagione Poppy voleva avere maggior controllo creativo sul videogioco che sta costruendo. Ora nella seconda stagione ce l'ha. Ma non sa ancora come maneggiarlo. È un genio quando si tratta di programmazione, non così tanto quando si tratta di essere una leader.
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Rob McElhenney: Mi piace l'idea che Ian nasconda molti segreti e che nessuno riesca a rompere la sua armatura tranne Poppy: loro si conoscono meglio di chiunque altro. La prima fonte di ispirazione per questa seconda stagione è stata l'idea di lasciarci la pandemia alle spalle. Volevamo un futuro ottimista, anche se la normalità non tornerà presto e non tornerà facilmente. Per questo abbiamo voluto realizzare un episodio di transizione: Everlight è proprio questo.