Mythic Quest: Raven’s Banquet, la recensione: il mondo dei videogiochi tra comicità e attualità

La recensione di Mythic Quest: Raven's Banquet, la nuova serie ambientata nello spietato mondo dell'industria dei videogiochi e distribuita dalla piattaforma streaming Apple TV+ dal 7 febbraio 2020.

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Mythic Quest: Raven’s Banquet - Una scena della serie Apple TV+

Dallo stesso creatore e interprete della longeva sit com C'è sempre il sole a Philadelphia, Rob McElhenney, arriva sulla piattaforma streaming Apple TV+ Mythic Quest: Raven's Banquet, una nuova serie ambientata nel mondo dei videogiochi che promette qualcosa in più delle risate e del divertimento. Come cercheremo di approfondire in questa recensione di Mythic Quest: Raven's Banquet, questa sit com porta su schermo, con ilarità e intelligenza, molti dei temi caldi del momento ambientando le vicende all'interno della fiorente e competitiva industria videoludica, un settore sempre in continua evoluzione, sia per quanto riguarda le tecnologie che per l'aspetto creativo, finanziario ma sopratutto sociale. Cosa c'è dietro il vostro videogioco preferito? Potrete scoprirlo grazie a questa serie, anche se non possiamo non chiederci quanta della follia dei protagonisti possa davvero in un ufficio di questo. Che dite, un eventuale risposta potrebbe sorprendere?

La folle industria dei videogiochi

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Mythic Quest: Raven's Banquet - Rob McElhenney in una scena del pilot

La trama ci mostra la folle vita lavorativa di un gruppo di sviluppatori alle prese con il lancio del videogioco Raven's Banquet, un'espansione per Mythic Quest, un gioco multiplayer online molto simile a War of Warcraft, su cui tutti hanno lavorato molto e che gli utenti aspettano con ansia. Entriamo così in questo caotico ufficio facendo la conoscenza di coloro che ci lavorano e individuando fin da subito le caratteristiche principali che li contraddistinguono. Ogni personaggio è, infatti, dipinto con vivacità ed efficacia: ognuno ha un proprio umorismo che lo rende identificabile e riconoscibile. Grazie a uno spiazzante inizio, girato come una featurette sul gioco, conosciamo immediatamente i personaggi principali: Ian Grimm, il capo, la mente creativa, eccentrico e narcisista; Poppy la programmatrice di Mythic Quest, intelligente, capace, ambiziosa e super stressata tanto dai ritmi serrati quanto dalle follie dei suoi colleghi; David, il braccio destro di Ian, insicuro e con seri problemi a far valere la propria autorità; Brad, l'addetto al settore marketing, spietato e con pochi scrupoli. Intorno a loro, personaggi altrettanto fuori di testa ma estremamente ben delineati e funzionanti. Una menzione speciale va a Pootie Shoe, influencer quattordicenne che tutti quanti temono e allo stesso tempo detestano, un ragazzino che dalla sua cameretta è in grado si demolire un titolo in pochissimi minuti e che durante lo svolgimento delle vicende riserverà non poche sorprese.

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La poesia del quinto episodio

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Mythic Quest: Raven's Banquet - Jake Johnson e Cristin Milioti nel quinto episodio

Al di fuori del flusso narrativo della serie c'è A Dark Quiet Death, un meraviglioso quinto episodio che dimostra come gli autori di questa serie siano abili a giocare con l'ironia così come a tessere vicende più delicate, impregnate dell'amaro sapore della disillusione ma mosse comunque dai sogni e dalla passione. Protagonista è una giovane coppia di sviluppatori, Doc e Bean (interpretati da Jake Johnson e Cristin Milioti), alle prese con la realizzazione del videogioco dei loro sogni ma anche con il gelido mondo degli affari che antepone i profitti all'arte e alla qualità spingendo elementi poco originali e più mainstream. Questa puntata è un piacevole respiro, una piccola poesia al centro delle ironiche vicende dello show e, mostrando tutte le difficoltà dietro lo sviluppo di un prodotto videoludico, rapisce, conquista e commuove lo spettatore costituendo un incredibile valore aggiunto alla serie di Apple TV+ e facendo intuire tutte le incredibili possibilità di una serie di alta qualità come Mythic Quest: Raven's Banquet.

Perché Mythic Quest: Raven's Banquet è una serie che ci piace

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Mythic Quest: Raven’s Banquet: Rob McElhenney e F. Murray Abraham nel secondo episodio

Mythic Quest: Raven's Banquet ci è piaciuta, ci ha divertito, ci ha fatto riflettere: con il suo umorismo chirurgico e intelligente permette, con leggerezza, di affrontare tematiche importanti e spinose in modo efficace e intelligente. Dal ruolo delle donne e la loro affermazione nell'industria dei videogiochi, all'accettazione dell'unicità di ogni individuo, ogni tema è affrontato in modo mai banale, senza superficialità. Le battute pungenti e le situazioni esilaranti assumono spesso il ruolo di cornice che sottolinea invece di nascondere, rimarca invece di sdrammatizzare. Proprio come in C'è sempre il sole a Philadelphia la comicità diviene strumento affilato, altamente tagliente che, in mano ad autori capaci, riesce a scolpire un prodotto di grande qualità, per nulla scontato e, a suo modo, innovativo.

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Conclusioni

Come affermato nella nostra recensione di Mythic Quest: Raven’s Banquet, questa sit com ci ha piacevolmente colpito. Con il suo umorismo preciso ed efficace affronta con leggerezza temi importanti senza scadere mai nel banale o scivolare sui fastidiosi cliché legati al genere. Ambientata nello spietato mondo dell’industria dei videogiochi ci riporta uno spaccato interessante della vita in ufficio così come delle problematiche legate alla gestione di un prodotto destinato ad utenti giovani ed esigenti. Con un quinto episodio che è realmente una piccola perla questa serie ci ha convinto e fatto riflettere così come ci ha fatto ridere.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • L’umorismo mirato e intelligente.
  • L’ironia come strumento per trattare con efficacia tematiche spinose.
  • Il quinto episodio, delicato e amaro.

Cosa non va

  • Potrebbe non essere apprezzata da coloro che non amano la comedy e che non seguono questa tipologia di serie tv.