Moon Knight, recensione del quinto episodio: viaggio dentro una mente frammentata

La recensione del quinto episodio di Moon Knight, dove (quasi) tutti i nodi vengono al pettine all'interno della psiche complessa di Marc Spector.

Moon Knight First Look
Moon Knight: una scena

Ci siamo quasi: con la recensione di Moon Knight 1x05 arriviamo in prossimità del capolinea per questo esordio del tormentato personaggio Marvel su Disney+, e siamo al cospetto dell'episodio che, più di tutti, chiarisce perché per introdurre Marc Spector e il suo strambo alter ego era più efficace una miniserie anziché un lungometraggio. Il penultimo capitolo, infatti, è quello che più degli altri scava nei recessi più profondi della mente caotica di Spector, prendendosi dei tempi che il cinema difficilmente avrebbe concesso, soprattutto considerando che finora abbiamo avuto a che fare con solo due delle molteplici personalità del mercenario (il quarto episodio lascia intendere che ne vedremo una terza, ma a questo punto è logico ipotizzare che sarà forse solo per porre le basi per il futuro di Moon Knight all'interno del Marvel Cinematic Universe).

Viaggio nell'aldilà

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Moon Knight: una scena con Oscar Isaac

Il quarto episodio di Moon Knight finiva con Spector in fin di vita, improvvisamente trasportato in una sorta di interregno a forma di ospedale psichiatrico, con lui e Steven in corpi separati e accolti da Taweret, divinità egizia che protegge le madri e i bambini e ha la testa di un ippopotamo. Spetta a lei il compito di traghettarli verso la vita dopo la morte, ma per potervi accedere bisogna pesare i loro cuori su un'apposita bilancia. Da lì emerge che le due personalità sono incomplete, e così Marc e Steven cominciano ad andare a ritroso, scoprendo le origini delle personalità multiple di Spector e come egli sia diventato l'avatar di Khonshu durante una missione in Egitto. Mentre accade tutto questo, Marc ritorna periodicamente nell'ufficio del suo "analista" che in realtà è una manifestazione di Arthur Harrow, il quale ha cominciato a mettere in atto il proprio piano nel mondo dei vivi. Riusciranno Marc e Steven a raggiungere il giusto compromesso per tornare sulla Terra e sconfiggerlo?

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Giustizia divina

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Moon Knight: Oscar Isaac in un'immagine

Se nelle nostre recensioni degli episodi precedenti avevamo espresso un po' di scetticismo sulla decisione di affidare i due capitoli conclusivi a Mohamed Diab, in questa sede possiamo dichiararci piacevolmente smentiti: il cineasta egiziano, che ha accettato di incontrare la Marvel proprio per assicurarsi che la sua cultura fosse rappresentata correttamente sullo schermo, dimostra di aver aspettato questo momento con ansia, tuffandosi nella mitologia egizia con gusto, tra Taweret, il Duat e la prova che Spector deve superare per raggiungere la destinazione finale. È un viaggio che mantiene la propria identità distinta ma - seppure in modo sottile - allude alla cosmogonia del Marvel Cinematic Universe, confermando che esistono varie versioni dell'aldilà all'interno del franchise (l'esempio più lampante è quello visto in Black Panther, dove T'Challa conversa con i propri antenati). Un aldilà che è seducente e terrificante, ricollegandosi alla parziale impronta horror di questo progetto, che al netto di alcuni inevitabili momenti di leggerezza è forse quello che maggiormente si allontana dalla reputazione scanzonata del mondo cinematografico della Casa delle Idee.

Moon Knight, Oscar Isaac: "Il mio personaggio ha molto in comune con Neo di Matrix"

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Moon Knight: una foto di scena

E a contribuire enormemente, in tal senso, è Oscar Isaac, che pur avendo sempre avuto la parte del leone nel corso della miniserie qui è il vero protagonista assoluto, relegando il pur valido Ethan Hawke in un angolo (quasi letteralmente) per avere una lunga conversazione con sé stesso (un effetto ottenuto per lo più senza CGI o altri trucchi ottici, dato che il fratello minore di Isaac, Mike Hernandez, è anch'egli attore e ha fatto da controfigura per diverse scene dove le due identità appaiono insieme). O meglio, in questo caso Taweret si fa valere come personaggio di contorno di tutto rispetto, al contrario di altre figure che negli episodi precedenti erano alla stregua delle comparse, ma il fulcro emotivo rimane la doppia performance di Isaac, forse la più struggente in tutto il franchise per come gli viene dato lo spazio per approfondire le ferite interiori di Marc e i loro effetti devastanti sulla psiche frammentata del protagonista. A suo modo, un traguardo importante prima del finale, suggellato anche dal flashback in cui Khonshu dice la frase che ancora non era stata detta: "Diventa il mio Moon Knight." Detto, fatto. E ora si attende la conclusione.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Moon Knight 1x05, sottolineando come questo penultimo episodio chiarisca tutto in modo drammatico e struggente, e ponga anche le basi per un finale potenzialmente epico.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • Oscar Isaac è sempre più fenomenale nel duplice ruolo di Marc e Steven.
  • L'estetica dell'aldilà egiziano è stupefacente.
  • L'approfondimento del passato di Marc è struggente e doloroso.

Cosa non va

  • Chi preferisce le avventure Marvel più classiche potrebbe non apprezzare il viaggio introspettivo.