Se c'è un aspetto che ha sempre caratterizzato i film d'animazione della Illumination Entertainment è l'assenza (o quasi) di trama, puntando piuttosto su una sequela di gag senza un filo logico di causa e conseguenza. L'eccezione alla regola esiste sempre e in questo caso è rappresentata dalla trilogia di Cattivissimo Me e, come vedremo in questa recensione di Minions 2: Come Gru diventa cattivissimo, anche dal sequel distribuito da Universal Pictures al cinema dal 18 agosto.
L'origin story dell'antieroe
Siamo abituati dai film supereroistici alle origin story degli eroi protagonisti. Ma come nascono invece i super cattivi? È quello che prova a raccontare Minions 2: Come Gru diventa cattivissimo, il sequel-prequel della saga spin-off dei Minions, che vince proprio grazie alla presenza di un giovanissimo Gru, che abbiamo imparato a conoscere adulto e improvvisato padre adottivo. In questo film Gru invece è adolescente e ha già incontrato i Minions come da scena post credits del precedente film, ma per il momento gli omini gialli combinaguai sono amici più che assistenti del ragazzino, che riceve poche attenzioni dalla madre e le cerca nei suoi simpatici e un po' sciocchi compagni di gioco.
Il sogno di Gru è di entrare nei Malefici 6, la Lega dei Supercattivi, e per farsi notare da loro ha già delle invenzioni cattivissime in atto. Arriva poi l'occasione della vita: uno dei membri è deceduto nell'esaltante e rocambolesco prologo del film mentre cercava di recuperare una potente reliquia insieme alla banda, e quindi ora sono in atto le audizioni per sostituirlo. La pellicola si presenta insomma come un romanzo di formazione al contrario: l'obiettivo di Gru è diventare Cattivissimo come da titolo e nel farlo dovrà imparare a dare il giusto peso alle cose e alle persone, come i suoi preziosi Minions. Nonostante sia quindi quasi più un film su Gru e sul suo percorso che sui Minions e il loro avvicinarsi sempre più al "mini capo", quest'aspetto diviene la forza del film, che può reggersi su una trama seppur semplice ma comunque solida. Anzi è proprio nelle sequenze in cui i gialli assistenti tendono a prendere il sopravvento che il ritmo vacilla... nonostante anche loro imparino a crescere pur rimanendo identici fisicamente.
Comicità fisica e anni '70
Essendo un prequel, Minions 2 è ambientato nel passato e gli anni '70 fanno da cornice alle rocambolesche avventure di Gru e compagnia: sono presenti nelle location (il contatto con i Malefici 6 è un negozio di vinili, o ancora arriviamo in una salagiochi Arcade), nella colonna sonora a tutto volume (Born To Be Alive, Funkytown, Dance To The Music o una versione minionesca di You Can't Always Get What You Want), nella pop culture (riferimenti a Spielberg e Tarantino, ai b-movie, al kung fu) e nei costumi e nelle acconciature dei personaggi. Non risultano però una presenza ingombrante durante la visione e la comicità molto fisica e nonsense dei gialli protagonisti fa il resto, insieme al loro rapporto altalenante con il piccolissimo e ancora non cattivissimo Gru. L'animazione mantiene il livello dei precedenti film e tutto è giocato sugli aspetti al contrario del voler essere cattivo invece che eroe, a cominciare dalle gag.
Minions 2: Dopo gli anni 60 e gli anni 80 ecco gli anni 70
La caratterizzazione della Lega dei Supercattivi è interessante e sembra strizzare l'occhio a serie come Hunters (abbiamo una nera dai capelli vaporosi e una suora killer coi nunchaku), così come il doppiaggio dato da Max Giusti (e Steve Carell in originale) alla vocina di Gru adolescente. Inoltre il rapporto tra Gru e i Malefici 6 così come tra lui e i Minions riflette sul discorso di eredità generazionale anche dall'altra parte della medaglia (quanto la stanno sfruttando nel Marvel Cinematic Universe ma per gli eroi più potenti della Terra?), cercando di utilizzare una comicità irriverente, spiritosa, sopra le righe e anticonvenzionale (ma non riuscendoci sempre). Quasi fosse uno spettro di ciò che verrò, la pellicola riflette anche sul senso della famiglia, più quella che si costruisce che quella di sangue: da un lato la Lega con le proprie lotte intestine (sono pur sempre dei Supercattivi), dall'altro Gru e i suoi Minions spettro di ciò che diverrà lui da adulto con Lucy, Margo, Edith e Agnes. Anche ogni antieroe ha bisogno di un villain e in questo si sposa bene l'idea dei Malefici 6 come Supernemico da affrontare per ottenere, paradossalmente, la nomea di Supercattivo più Supercattivo di tutti. Tanto conosciamo tutti cosa c'è nel cuoricino nero e pasticcione di Gru.
Conclusioni
Una trama semplice ma solida si conferma la forza del film nella nostra recensione di Minions 2: Come Gru diventa cattivissimo, unita alla comicità fisica e nonsense dei Minions e alle strizzate d’occhio non troppo invasive agli anni ’70. Una pellicola che funziona meno paradossalmente proprio quando sono i gialli omini a prendere il sopravvento e rubare la scena.
Perché ci piace
- L’aver sfruttato la presenza di un giovanissimo Gru per dare una trama, seppur semplice, al film
- Il romanzo di formazione al contrario come origin story dell’antieroe
- La comicità fisica e nonsense dei Minions…
Cosa non va
- …che ogni tanto prende un po’ troppo il sopravvento
- Il film perde efficacia proprio quando sono i Minions a prendersi la scena e si dedica spazio solamente alle loro sottotrame