Durante Mimì - Il principe delle Tenebre, esordio alla regia di Brando De Sica, ci siamo divertiti a trovare tutti gli easter eggs e tutte le citazioni dei classici dell'horror. Tra le tantissime, una è preponderante, nonché funzionale per la struttura di un (grande) film che mischia l'orrore al romanzo di formazione. Parliamo del Nosferatu di Murnau, che aleggia in una Napoli gotica, fumettosa e nerissima, tanto da sembrare una sorta di Gotham City. Già perché il film è una sorta di lettera d'amore al genere, che De Sica traduce nella storia di due emarginati, di due freaks: Mimì, interpretato da Domenico Cuomo, e Carmilla, con il volto di Sara Ciocca.
"Murnau è un genio", spiega il regista a Movieplayer.it. "Nosferatu è il capostipite degli horror, ma di pari passo nasceva il cinema fantasy. Realismo e immaginazione, la nascita del cinema. Tra l'altro Nosferatu è un film coloratissimo, e lo abbiamo riscoperto da poco... qui potremmo parlare di horror all'infinito, da Don't Look Now di Nicolas Roeg a Non aprite quella porta...". E se di horror si tratta, ecco il film che ha cambiato Domenico Cuomo, perfetto per un ruolo che sembra scritto apposta per lui: "L'Esorcista mi ha cambiato, è stato un momento brioso della mia crescita...".
Mimì - Il principe delle Tenebre, video intervista a Brando De Sica e Domenico Cuomo
La trama di Mimì - Il principe delle tenebre, appunto, gira attorno ad un adolescente orfano nato con i piedi deformi, timido e vessato dai bulli (anzi, dai criminali), lavora in una pizzeria di Napoli. Per destino, incontra Carmilla, ragazza convinta di essere una discendente diretta di Dracula. Insieme, e in un modo totalmente inaspettato (ed esplosivo), proveranno a trovare un posto nel mondo. "Si cerca un'identità, quando si è giovani", prosegue Brando De Sica nella video intervista. "Allora, si sperimentano tante identità. Magari punk, magari hippie. Oggi poi con i filtri di Instagram e Tik Tok c'è una ricerca di appartenenza e identità, tramite la costruzione di una corazza che difende da un mondo sempre più oscuro e violento. Una corazza che rappresenta uno Stargate che aiuta a fuggire dalla realtà".
In qualche modo, sia Mimì che Carmilla indossano una maschera, cercando una sfuggente individualità: "Le maschere dovrebbero essere un mezzo di protezione, e non la vera essenza di ciò che si è", ci dice Domenico Cuomo. "Parlo da adolescente, e parlo agli adolescenti. Nella vita bisogna fare delle scelte, e nella vita si può anche essere se stessi, scegliendo la parte giusta dove stare". Su questo, si aggancia Brando De Sica, che con Mimì dimostra il suo chiaro talento registico: "Siamo fatti da tanti Io. Da ragazzi li sperimentiamo. Poi, crescendo, riusciamo a centrare questi Io, diventando noi stessi, senza maschere, superando le convenzioni che la società ci impone. Mi piace relazionarmi con le persone che si divincolano dal convenzionale, guardando il mondo con occhi diversi".
I vampiri di Napoli
Nel film ci sono due elementi che combaciano alla perfezione, dando l'umore e il colore giusto alla scene: i personaggi e la location. La geografia di Mimì - Il principe delle Tenebre, infatti, non può prescindere dalla vitalità e dalle atmosfere mistiche di una città unica come Napoli. "Sia i personaggi che le location sono nate insieme", spiega il regista. "Napoli è importante, perché si parla della tomba di Dracula. Immaginavo questo vampiro con l'aspetto di Domenico. Ho pensato ad una discoteca di vari elementi, e Napoli è estremamente magica. La magia è intrinseca in Napoli, e attraverso varie epoche. È atemporale, come un Vampiro. È un film di orfani, di persone che ricercano una famiglia, un posto in cui stare". A proposito, Domenico Cuomo, eccezionale (e non avevamo dubbi) anche lontano dal suo Cardio Trap di Mare fuori, conclude dicendoci: "Sento la napoletanità in modo diverso, essendo nato in un piccolo paese vicino Napoli. Tuttavia, Mimì mi ha fatto capire come si vive l'underground napoletano. Vengo dalla zona del monte Faito, e lo vediamo nel film in due momenti importanti".