Lisbeth Salander è tornata: con una nuova faccia, quella di Claire Foy, che raccoglie il testimone di Noomi Rapace e Rooney Mara, un nuovo tatuaggio e una nuova storia, questa volta scritta non da Stieg Larsson, autore della trilogia Millennium, ma da David Lagercrantz. Tratto da Quello che non uccide, l'omonimo film di Fede Alvarez - qui potete leggere la nostra recensione di Millenium - Quello che non uccide - ci porta direttamente nel passato dell'hacker, ai tempi della sua infanzia tormentata, vissuta, insieme alla sorella Camilla, alla mercé di un padre violento.
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Presentato in anteprima mondiale alla tredicesima Festa del Cinema di Roma, Millennium - Quello che non uccide punta tutto sul carisma della sua protagonista, Claire Foy, passata dai panni regali della regina Elisabetta II nella serie The Crown al latex di Lisbeth Salander. Abbiamo incontrato l'attrice inglese sul red carpet romano, dove ci ha confermato di aver amato il cambio di look: "Non ho potuto tenere il tatuaggio tutto il tempo, era rimovibile: doveva essere perfetto, quindi ogni volta l'abbiamo tolto e riapplicato. Amo quel tatuaggio: il look, i piercing, lo abbiamo disegnato insieme, quindi l'ho amato." L'aspetto di Lisbeth rispecchia il suo vissuto, come ci ha confermato Foy: "Il dolore ha reso Lisbeth una sopravvissuta: le ha fatto crescere una pelle incredibilmente dura, ma allo stesso tempo ha anestetizzato i suoi sentimenti, perché ne ha provato troppo. Nella vita dobbiamo ammorbidirci: dobbiamo bilanciare dispiaceri e gioie. Si può vivere solo nel presente: ciò che è stato è stato. L'esperienza può aiutarti e guidarti, ma è essenziale essere presenti e andare avanti."
Sylvia Hoeks, già cattivissima in Blade Runner 2049, dà volto a Camilla Salander, sorella di Lisbeth, sua principale antagonista in questo capitolo: "Già sulla carta il personaggio di Camilla mi ha intrigato molto, mi sono sentita davvero vicina alla sua vulnerabilità. All'inizio del film vediamo due bambine, Camilla e Lisbeth, si vogliono molto bene e Camilla si prende cura di Lisbeth, che delle due è la più forte: Camilla è più vulnerabile, mentre Lisbeth è quasi troppo forte, il loro scontrarsi crea uno specchio, in cui vedono il loro dolore."
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Lisbeth Salander e la paura
Negli anni il personaggio di Lisbeth Salander è diventato icona della lotta delle donne contro la prevaricazione maschile. Come riesce Lisbeth a incutere paura nel cuore degli uomini? Per Sylvia Hoeks: "La reputazione di Lisbeth la precede: non ha rimorsi, si preoccupa solo di ciò in cui crede. Una donna che non ha nulla da perdere è ciò più spaventoso che puoi incontrare se sei un uomo." Per il regista Fede Alvarez invece: "Lisbeth ha un taser e ama usarlo nelle parti intime degli uomini: è una cosa che mi fa davvero paura. Nel film lo usa su un uomo appeso a testa in giù e lui si fa la pipì in faccia. È una cosa che mi ha fatto davvero paura."
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