Fino a qualche tempo fa non esistevano le serie TV italiane. C'erano gli sceneggiati, i telefilm, le fiction. Soprattutto le fiction. Parlare di serie vuol dire parlare di un prodotto dal taglio internazionale, dal linguaggio più moderno, vicino più a quello del cinema che a quello che era considerato il linguaggio televisivo. Sono solo poco più di dieci anni che si parla anche di serialità italiana, con prodotti di alto livello, venduti in tutto il mondo. Sky è stata la televisione che, prima di tutte le altre, ha creduto nella serialità italiana, l'ha ospitata sui suoi canali, l'ha sostenuta, ha puntato forte. Su Sky in questi anni sono andati in onda prodotti di livello internazionale, ma allo stesso tempo storie tipicamente italiane, radicate nelle nostre tradizioni, nella nostra storia antichissima o recente. Andiamo allora a vedere insieme quali sono le migliori serie italiane di Sky.
10. Petra
Quando parliamo di serie italiane non parliamo solo di serie prodotte in Italia, ma anche di storie italiane e atmosfere dei nostri territori. Perché le serie italiane in questi anni hanno fatto anche questo, immergersi nei nostri luoghi e valorizzarli. Pensiamo a Petra: la serie Sky Original prodotta da Cattleya e diretta da Maria Sole Tognazzi è ispirata alla detective di Barcellona più famosa al mondo, il personaggio creato dalla penna di Alicia Giménez-Bartlett. Nella serie Sky Original è una grande Paola Cortellesi a prestare il volto a Petra Delicato, che diventa un'ispettrice della mobile di Genova, che dall'archivio si ritrova catapultata in prima linea a risolvere dei casi di omicidio e di violenza. La scelta di ambientare le storie di Petra, nata nella Barcellona di Alicia Giménez-Bartlett, a Genova, una città di mare in qualche modo legata a Barcellona, ma con una sua spiccata personalità, è risultata vincente. Petra sembra scritta per Genova, perché è una città che è come Petra, sembra dura, ma in fondo è morbida al suo interno.
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9. I delitti del Barlume
Un altro esempio di questo discorso è I delitti del BarLume, una serie che arriva da lontano: è nata nel 2013 quasi in sordina ed è cresciuta man mano, conquistandosi il suo pubblico. È prodotta da Palomar e ha una struttura d'altri tempi, due episodi autoconclusivi a stagione. Come molte delle serie che troveremo qui, ha una sua base letteraria: è tratta dai romanzi di Marco Malvaldi, e ci porta dritti dentro il mondo di questo scrittore. È la provincia della Toscana, qui evocata in un immaginario paesino, Pineta, dove si muove il barista Massimo Viviani, detective per caso che si trova ogni volta ad indagare su un delitto capitato nella sua cittadina. Ha un sesto senso per le indagini: ma il suo segreto è affidarsi a quattro anziani avventori del suo bar. E così nasce una squadra investigativa. Filippo Timi dona a Massimo Viviani l'aplomb che serve al personaggio, e intorno a lui si muovono i quattro aiutanti, Carlo Monni, Massimo Paganelli, Marcello Marziali e Atos Davini. Con Alessandro Benvenuti che si è aggiunto al team dei pensionati dopo la scomparsa di Carlo Monni. E poi ci sono le atmosfere dell'Isola d'Elba a ricreare quell'universo che Malvaldi ha immaginato su un litorale tra Pisa e Livorno. Alla regia, ecco il tocco disincantato di Roan Johnson, e davanti alla macchina da presa ecco guest star come Corrado Guzzanti e Mara Maionchi.
8. Zero Zero Zero
Ancora un grande scrittore, Roberto Saviano, e ancora un bestseller, ZeroZeroZero, che diventa una serie Sky Original prodotta con Cattleya. ZeroZeroZero è un ambizioso affresco sulle rotte globali della cocaina, girato in tre continenti e in cinque paesi (Italia, Messico, Stati Uniti, in particolare la Louisiana, Marocco e Senegal) e in sei lingue (inglese, spagnolo, italiano, francese, wolof e arabo). La serie è creata da Stefano Sollima, Leonardo Fasoli e Mauricio Katz, e alla regia ci sono lo stesso Sollima, Janus Metz e Pablo Trapero. È una storia che vive di un senso disturbante di costante pericolo, quella sensazione che la malavita sia ovunque, dietro qualsiasi vita normale, a pochi passi da noi. La cocaina è un fiume impetuoso, e sotterraneo, che scorre sotto le grandi città in cui viviamo. ZeroZeroZero è un crime sui generis, una produzione dal grande respiro internazionale, molto diversa dai romanzi criminali che siamo stati abituati a vedere negli ultimi anni. Non c'è il folklore, la connotazione locale, i dialetti marcati. Qui si guarda all'universalità del crimine, che viene portata sullo schermo con una narrazione iperrealistica e, in fase di sviluppo, un approccio giornalistico: visite sui luoghi della rotta della coca, interviste a persone. Per raccontare le vicende dal punto di vista di chi si trova dentro al gioco.
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7. Whe Are Who We Are
Anche We Are Who We Are, la serie Sky-HBO diretta da Luca Guadagnino, è ambientata in Italia, ma siamo in una base militare americana vicino a Chioggia. È il classico non luogo: non è l'America, lontana migliaia di chilometri, ma non è nemmeno l'Italia, perché la base è territorio americano e ha regole tutte sue. È una terra di nessuno, come è una terra di nessuno esistenziale quella in cui vivono i protagonisti della storia, Fraser (Jack Grazer) e Caitlin, una ragazza che non si ritrova pienamente nel suo lato femminile. Il loro non è un amore convenzionale, è una comunione di intenti, una sintonia tra due persone che stanno affrontando un percorso, un passaggio. We Are Who We Are parla di fluidità di genere, di libertà di esprimersi. Ma la serie firmata da Luca Guadagnino, con la sceneggiatura di Paolo Giordano e Francesca Manieri, è una storia universale. È una storia d'amore, anzi una storia di storie d'amore, è un racconto sull'identità, vista da tanti punti di vista. I ragazzi alla scoperta della loro sessualità, ma anche i ragazzi italiani che cercano i coetanei americani per cercare di uscire dal "buco" dove vivono. Gli adulti, divisi tra il loro ruolo pubblico e quello privato, tra i legami che hanno costruito negli anni e quelli nuovi che potrebbero stringere. I militari, divisi tra il loro essere tali e il loro essere persone, con i loro affetti e i loro bisogni. Dirige Luca Guadagnino. E basta la parola.
6. Romulus
Romulus, la serie Sky Original prodotta dalla Groenlandia di Matteo Rovere, è l'Italia alle sue origini, prima della fondazione di Roma. Raccontata su una linea che parte da Apocalypto - per il suo realismo filologico, e arriva ai fantasy alla Game Of Thrones, per l'emotività del racconto e i colpi di scena. Tutto questo è possibile? Sì, se pensiamo che è un mondo che è precedente alla storia scritta, dove realtà e leggenda si mescolano. E un mondo così è perfetto per creare un racconto fedele alla realtà ma allo stesso tempo immaginifico. Matteo Rovere ci ha raccontato di aver immaginato un mondo dove la percezione del reale è anche fantasy per i personaggi. Se ci pensiamo, loro vedono nelle forze che scaturiscono da questo mondo tanti elementi che non sanno spiegarsi, come il divino, il vaticinio, il sogno, gli spiriti del bosco. Tutti questi elementi che nella percezione dei protagonisti sono qualcosa di sconosciuto, che confina con il magico. E che quindi diventano fantasy. Un fantasy che affonda nelle nostre radici profonde, nella nostra storia.
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5. 1992, 1993, 1994
È la nostra storia recente, invece 1992, seguita da 1993 e 1994, serie Sky prodotta da Wildside. Sono solo 25 anni fa (o già 25 anni fa?) e non racconta solo Tangentopoli, l'ascesa di Silvio Berlusconi e Forza Italia, l'inizio della Seconda Repubblica. Ma vuole parlare di ieri per parlare di oggi, raccontare il passato prossimo per riflettere sul presente, su come i costumi e i caratteri di quegli anni abbiano formato quelli di oggi. Ricostruzione storica, political drama, soap opera e noir, 1994 è anche un esauriente trattato di comunicazione politica e di filosofia della politica. Pensiamo alla stagione 3, cioè a 1994, e al racconto del confronto televisivo tra Occhetto e Berlusconi, ricostruito magistralmente, è stato davvero materia di studio: il luccichio dello stemma di Forza Italia sulla giacca del Cavaliere, il total look marrone di Occhetto sono entrati nella storia della nostra comunicazione politica. La grande bellezza di 1994 è anche questa: darci lezioni di storia, di comunicazione e allo stesso tempo riuscire a emozionarci. E, a proposito di "grande bellezza", il Leo Notte di Stefano Accorsi che non vuole diventare ministro, ma essere quello che sceglie i ministri, è un po' come Jep Gambardella che non vuole essere invitato alle feste, ma avere il potere di farle fallire.
4. Romanzo Criminale
Non ci stancheremo mai di dire quanto Romanzo criminale - La serie sia stata importante per la serialità italiana. È stata una brillante intuizione di Cattleya, che ha capito che sul mercato c'era spazio per una serie che raccontasse ancora, oltre il film di Michele Placido, la storia della Banda della Magliana, di Dandi, Freddo e Libano (e del commissario Scialoja, non scordiamolo). E che il poliziottesco italiano degli anni Settanta sarebbe potuto rivivere in una serie capace di conquistare il pubblico anche all'estero. In questa classifica troviamo ancora una volta un libro, il romanzo di Giancarlo De Cataldo, e ancora una volta Stefano Sollima, vero Re Mida della serialità italiana di questi ultimi anni, perfetto per ricreare per la tv le atmosfere di quel cinema che ormai non c'è più.
3. Il miracolo
Ancora una serie letteraria, ma stavolta non è tratta da un libro. Niccolò Ammaniti ha scritto (insieme a Stefano Bises, Francesca Manieri, Francesca Marciano) e diretto (con Francesco Munzi e Lucio Pellegrini) una sceneggiatura originale per Sky, Il miracolo. La sua sfrenata immaginazione ha dato vita alla statua di una Madonna che piange, e l'ha messa nel luogo più improbabile, il covo di un boss della Ndrangheta. Il Miracolo è serie diventata subito cult. E non solo per la scrittura di Ammaniti che, chi ha letto i suoi libri lo sa, ha una sorpresa dietro ogni pagina, e qui dietro ogni inquadratura. Ma anche perché Il Miracolo si è rivelata una serie in grado di leggere nel profondo del nostro Paese, nel momento storico, politico e sociale che sta vivendo l'Italia. Nel cast ci sono Guido Caprino, Alba Rohrwacher e Lorenza Indovina. Il miracolo è stato un evento unico nel panorama televisivo italiano. Ma presto avrà un gemello: è in arrivo su Sky Anna, la nuova serie scritta proprio da Ammaniti. Che probabilmente entrerà a far parte di questa classifica molto presto.
2. The Young Pope, The New Pope
Nel suo dittico The Young Pope e The New Pope, Paolo Sorrentino ci racconta il suo Vaticano con le solite, bellissime immagini. Ma fa molto di più: entra nel cuore della questione della Fede e del nostro rapporto con Dio, facendosi le domande che tutti, da secoli, ci facciamo. Dio ci può ascoltare? Ci ha abbandonato? Se esiste e tutto vede, perché lascia accadere alcune cose? Se il Paradiso esiste, cosa ci troveremo? Sorrentino riesce davvero ad essere universale, a interpretare il sentimento di molte persone. E a darci una risposta, come fa il Cardinal Gutierrez di Javier Camara: "Dio non gestisce le nostre vite, non corregge le nostre debolezze. Dio non ferma la nostra mano che si immerge nel peccato. Tutto ciò che Dio fa è amare. Alla fine Dio ci salva. E ci salva con un bacio. Proprio come Mosè". Sorrentino ci mostra anche una delle nostre più grandi paure, che il terrorismo islamico colpisca anche in Italia. L'attentato a San Pietro è un tabù che viene messo in scena, un modo di esorcizzare le nostre paure, di mostrare qualcosa sperando che non accada.
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1. Gomorra
Gomorra - La Serie è come Ciro. Gomorra è immortale. La serie italiana più di successo, quella che ha generato più fandom, come molte delle opere che abbiamo visto in questa classifica, nasce da un libro: Gomorra, lo storico libro inchiesta di Roberto Saviano. Era già diventato un film di successo, diretto da Matteo Garrone. E ancora una volta la grande intuizione di Riccardo Tozzi di Cattleya è stata capire che ci fosse altro spazio per sviluppare quelle storie, per dare loro un altro taglio. Se il film di Matteo Garrone in un certo senso cercava di restituire la realtà del libro, pur viaggiando tra favola e archetipi, la serie, ancora una volta grazie alla mano di Stefano Sollima, è riuscita ad andare oltre, a creare una sorta di Tragedia Elisabettiana mescolata al film di Mafia: un connubio dirompente. Non a caso, è stata venduta in 190 territori nel mondo. Genny Savastano e Ciro Di Marzio, con i volti di Salvatore Esposito e Marco D'Amore ormai sono icone. E ci sembra impossibile che la storia finisca qui. Ma con Sky On Demand e NOW TV le storie si possono vedere e rivedere.