Con la scomparsa di Maurizio Costanzo, avvenuta il 24 febbraio 2023 all'età di 84 anni, se ne va un pezzo di Storia della televisione italiana. Ma anche della storia del costume, del cinema e dello spettacolo in generale. Tante sono state infatti le anime del giornalista e conduttore, a volte anche contraddittorie, lungo una carriera iniziata presto e costellata da una tale densità di opere che è impossibile raccontarla tutta. Animato dalla passione per il giornalismo, Maurizio Costanzo iniziò a lavorare giovanissimo, a diciotto anni, a Paese Sera. Quando parla di quell'esperienza, lo definisce volontariato, nel senso che lavorava senza essere pagato. Ma la palestra è stata di quelle importanti, e la carriera di giornalista è continuata in molte altre testate, Tv Sorrisi e Canzoni, Grazia. In televisione, Maurizio Costanzo ha ideato quello che si può definire uno dei primi talk show televisivi, Bontà loro, nel 1976. Lo avrebbe ripreso, a fine carriera, prima con il titolo di Bontà nostra, poi con il nome originale.
Il Maurizio Costanzo Show, una nuova grammatica televisiva
Ma il programma con cui sarà ricordato Maurizio Costanzo, è, ovviamente, il Maurizio Costanzo Show, spettacolo televisivo andato in onda dal 1982 al 2009, e poi ancora dal 2015 al 2022. Un programma televisivo che è diventato un simbolo della televisione commerciale italiana, la Finivest e poi Mediaset di Silvio Berlusconi, in un periodo in cui, appena nata, stava costruendosi ancora un'identità, che lo stesso Costanzo, con il suo programma, ha contribuito a creare. Il Maurizio Costanzo Show ha di fatto creato una grammatica e una sintassi televisiva, ha costruito uno stile. Un programma confidenziale, un talk show da salotto, ma ambientato in un teatro, il famoso Teatro Parioli di Roma (di cui Costanzo diventò anche direttore). Con un pubblico che, di volta in volta, poteva essere un'audience attonita e in religioso silenzio ad ascoltare il carismatico ospite del giorno, oppure diventare quello di un'arena affamata di panem et circenses, pronto ad attaccare i gladiatori al centro dell'arena. Il Maurizio Costanzo Show è stato uno dei primi programmi in cui il pubblico era protagonista. Ma era un programma in grado di alternare cultura alta alle risse televisive, a raccontare la politica come il gossip, a portare personaggi di altissima caratura e a lanciare nuovi personaggi televisivi. Il tutto miscelato miracolosamente in un unico stile, che era quello del suo conduttore, con il suo aplomb, il suo fare discreto ma deciso allo stesso tempo, abile nell'attizzare il fuoco, ma anche a soffocarlo, con quel suo tipico "boni", ripreso anche da molti imitatori.
Maurizio Costanzo, maestro di allusioni
Sì, Maurizio Costanzo è riuscito a creare uno dei format televisivi più longevi, più particolari, più imitati. Merito di una struttura semplice (un palcoscenico, una platea, gli ospiti, il pubblico, un pianista - Franco Bracardi - e poi una band - con Demo Morselli - un tema del giorno), ma soprattutto dello stile di conduzione unico di Maurizio Costanzo. Gian Paolo Caprettini, nel suo libro Del Maurizio Costanzo Show, definisce così il suo stile di intervista. "È un pontefice dell'interruzione. Riesce cioè a far dire, a far seguitare la conversazione e il ragionare, inframmezzandosi al discorso altrui e nello stesso tempo rendendolo possibile. Costanzo è maestro di allusioni, che accenna e lascia sospese, quasi fossero da concludere da parte dell'interlocutore o dell'uditorio". Pensateci, è davvero così. Anche se, alcune puntate dello show, ad esempio l'Uno contro tutti, in cui un personaggio era da solo sul palco a difendersi dalle accuse di una ventina tra giornalisti e opinionisti, hanno di fatto dato il via a una tipo di tv diversa, più "trash", che sarebbe venuta.
Ha scoperto Valerio Mastandrea e Ricky Memphis
Ma, a proposito di Maurizio Costanzo Show e di cinema, che è quello che interessa a noi di Movieplayer, sul palco del Teatro Parioli sono nati alcuni degli attori che amiamo di più, che oggi consideriamo delle certezze del nostro cinema, ma che allora erano dei ragazzi senza pretese che arrivavano sul palco per mettere in scena se stessi, raccontarsi, tirare fuori quell'umanità che era la cosa più forte che avevano. Così sono nati Valerio Mastandrea e Ricky Memphis, diventati poi attori in grado di essere sullo schermo molto più che la semplice incarnazione di se stessi, il compianto Nik Novecento. E, se parliamo di comici, dal Teatro Parioli sono usciti Daniele Luttazzi, Alessandro Bergonzoni, Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Dario Vergassola, Stefano Nosei e Gioele Dix.
Il cinema: il sodalizio con Pupi Avati e Una giornata particolare con Scola
Ma Maurizio Costanzo è stato molto importante per il cinema anche da un altro punto di vista. Diede infatti vita a un primo progetto scritto del film Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini, E partecipò alla sceneggiatura di molti film. Il sodalizio più importante è quello con Pupi Avati: Costanzo è tra gli autori di Bordella, La casa dalle finestre che ridono, Tutti defunti... tranne i morti e Zeder. E lavorò anche alla stesura della sceneggiatura del capolavoro di Ettore Scola, Una giornata particolare, interpretato da una coppia indimenticabile, Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Nel 1978 dirige anche un film, Melodrammore, interpretato da Amedeo Nazzari, a suo ultimo film. Saverio Costanzo, il figlio nato dal matrimonio con Flaminia Morandi, è oggi uno dei migliori registi italiani della sua generazione. Ma forse non tutti sanno che Maurizio Costanzo, insieme a Paolo Villaggio, creò il personaggio di Fracchia: fu proprio Costanzo a scoprire Villaggio e a lanciarlo nello show Quelli della domenica.
Se telefonando scritta con Ennio Morricone
C'è un altro tassello della vita di Maurizio Costanzo che forse non è noto a tutti. Il giornalista non è mai stato considerato un autore di canzoni, eppure quella che scrisse è rimasta nella storia della musica italiana. È Se telefonando, di cui scrisse il testo, per la musica del grande Ennio Morricone, e un'interpretazione indimenticabile di Mina (prima di una lunga serie di reinterpretazioni, tra cui quelle dei Delta V e di Nek). La canzone è famosa perché Ennio Morricone raccontò di essersi ispirato, per il saliscendi sonoro della canzone, alle sirene della polizia di Marsiglia. Il testo, che Costanzo scrisse con Ghigo De Chiara, ha una storia curiosa. Il verso "Poi nel buio la tua mano d'improvviso sulla mia" fu giudicata ambigua e foriera di doppi sensi dagli autori stessi e quindi passibile di censura. Fu proprio Costanzo a risolvere il problema virando la frase al plurale "Poi nel buio le tue mani d'improvviso sulle mie". Mina decise di incidere entrambe le versioni. Fu scelta la seconda. Ma la prima comparve dopo anni nella raccolta Mina Gold.
La prima sitcom italiana: Orazio
Ma se Maurizio Costanzo ha uno spazio enorme nella Storia della televisione italiana, con il Maurizio Costanzo Show, ha anche uno spazio più piccolo, ma non per questo da trascurare. Insieme a Simona Izzo, sua compagna del tempo, e con la sua casa di produzione Fortuna Audiovisivi, creò quella che può essere considerata la prima sitcom, o situation comedy, italiana, Orazio, di cui fu autore e attore protagonista. Era il 1984, e avrebbe bissato l'esperienza nel 1989 con Ovidio. Un altro sodalizio è quello con la presentatrice Marta Flavi, diventata sua moglie prima di Maria De Filippi, con il matrimonio è stato anche una sorta di passaggio di testimone, verso un impero mediatico come è ancora oggi quello della conduttrice, padrona di casa dei più importanti show Mediaset. Maurizio Costanzo è stato forse il primo esempio dell'abbattimento di quel confine, oggi ancora più labile di allora, tra giornalismo e show. Quella parola che oggi va tanto di moda, infotainment, all'epoca del grande successo di Maurizio Costanzo non esisteva, ma possiamo dire che, in Italia, l'infotainment lo ha creato proprio Costanzo.
La P2 e la lotta alla Mafia
Entrato di diritto nella storia della tivù italiana, Costanzo è stato al centro della cronaca anche per avvenimenti esterni al mondo dello spettacolo. Il primo è lo scandalo legato alla sua presenza nella lista segreta degli aderenti alla loggia massonica P2, che gli costò, per un breve periodo, l'allontanamento dalla tv, prima di rientrare proprio con il Maurizio Costanzo Show. Il secondo, legato proprio alla trasmissione, è il suo deciso impegno nella lotta alla Mafia (fu famosa la maratona, tra Rai e Fininvest, insieme a Michele Santoro) che gli fece rischiare la vita nell'attentato di via Fauro, vicino al Teatro Parioli, il 14 maggio del 1993. Una macchina imbottita di tritolo esplose, fortunatamente in lieve ritardo, proprio mentre stavano passando le automobili di Costanzo e della scorta. Non ci fu alcuna vittima, e più tardi, i collaboratori di giustizia ammisero che Maurizio Costanzo era l'obiettivo di quell'attentato.