L'unica vera première mondiale del Roma Fiction Fest è stata Masters of Science Fiction, l'antologia di fantascienza in 6 puntate trasformata in miniserie tv dagli stessi creatori di Masters of Horror, la serie tv che riuniva i più grandi registi del cinema del terrore (tra cui anche il nostro Dario Argento, il maestro John Carpenter, il mitico Joe Dante e John Landis) arrivata ormai alla sua terza stagione. Quando si dice un nome una garanzia...
I 6 film per la tv di 43 minuti circa ciascuno saranno tutti indipendenti l'uno dall'altro, senza consequenzialità, e andranno in onda per la prima volta negli Usa sulla ABC a partire dal 4 agosto prossimo. Un evento eccezionale che porterà sul piccolo schermo per la prima volta i più bei racconti della letteratura fantascientifica. Come spesso accade, gli argomenti trattati riguardano il futuro, un futuro decisamente poco incoraggiante e senza speranza. E' quel che accade anche nei sei episodi di Masters of Science Fiction, tratti da sei racconti dei più grandi scrittori di fantascienza che la letteratura mondiale ricordi, alcuni scomparsi da molti anni, altri ancora in vita seppur molto anziani. Questi i nomi degli scrittori: Harlan Ellison, Howard Fast, Robert Heinlein, John Kessel, Walter Mosley e Robert Sheckley. A fare da raccordo tra le sei puntate un presentatore d'eccezione, il Professor Stephen Hawking, uno dei più celebri fisici del mondo (da anni paralizzato dalla sclerosi laterale amiotrofica), che introdurrà al pubblico ognuno dei sei film.
Storie cupe, coinvolgenti e piene di suspense su temi di grande attualità adattate per lo schermo da un gruppo di ottimi sceneggiatori coadiuvati dai più importanti luminari del genere. C'è chi ne approfitta per prendersi gioco della società moderna e dei suoi luoghi comuni, qualcuno invece preferisce delineare il futuro intergalattico o quello del pianeta Terra, uno sguardo disincantato sulle sorti di un'umanità sempre più vittima delle decisioni di potenti poco responsabili. Le atmosfere sono tutte estremamente drammatiche e quanto mai tenebrose, gli scenari a dir poco allarmanti. Apocalittici è l'aggettivo più indicato. All'interno di ognuno dei capitoli scene di ordinaria infelicità, casi umani incentrati sulla pochezza dell'essere umano e sulle prospettive future che l'universo ha in serbo per lui.
Grandi storie, grandi scrittori, ma anche grandi attori, volti noti del cinema e della televisione americana: Malcom McDowell, Terry O'Quinn di Lost e Judy Davis. Saranno loro i protagonisti delle sei appassionanti storie che caratterizzano questo grande omaggio del piccolo schermo al genere sci-fi sull'onda del successo di Twilight Zone e Ai confini della realtà.
Proiettati in assoluta anteprima quattro dei sei episodi di Masters of Science Fiction al Roma Fiction Fest, eccone un succulento assaggio...
"A Clean Escape"
Tratto da un racconto di John Kessel e diretto da Mark Rydell, è ambientato in un non lontano futuro post apocalittico, in cui la psichiatra Deanna Evans (una strepitosa Judy Davis) interroga un paziente afflitto da disturbi della memoria che non gli permettono di ricordare più di 40 minuti della sua vita. Dietro a queste amnesie c'è però qualcosa di molto più grande di una semplice patologia: lo sterminio dell'intera popolazione mondiale, a parte le poche centinaia di sopravvissuti che popolano la base sotterranea in cui è ambientato il film. Senz'altro il migliore dei quattro episodi proposti, A Clean Escape è ricco di mistero, costellato di colpi di scena e serrato nei tempi e nei dialoghi. Ogni uomo prima o poi dovrà vedersela con la propria coscienza e pagare per le cattive azioni che ha commesso...
"Jerry Was a Man"
Da un racconto di Robert Heinlein, adattato e diretto da Michael Tolkin, questo secondo episodio ha come protagonista il veterano Malcom McDowell nei panni di un miliardario che insieme alla moglie decide di comprare un androide - Jerry - che ubbidisca ai loro ordini. In un futuro molto lontano verrà raccontato l'assurdo processo indetto contro l'automa che sfuggirà al controllo dei suoi padroni perché inspiegabilmente dotato di tracce di umanità. Aule di tribunale futuristiche e personaggi decisamente eclettici ed una realtà colorata e scintillante. Un film caustico che funge da aspra critica al buonismo e alla meschinità dell'animo umano.
"The Awakening"
Tratto dal racconto The General Zapped an Angel di Howard Fast e diretto da Jonathan Frakes (Star Trek: Next Generation) ha come protagonista Terry O'Quinn il Locke di Lost. L'episodio si apre fuori Baghdad, dove alcuni marines scoprono una misteriosa vittima che non possono nemmeno identificare come umana. In giro per il pianeta altre simili creature cominciano a diffondersi rapidamente e a comunicare. Il mondo sarà presto costretto a scegliere tra la pace e la completa distruzione.
"The Discarded"
Il pluripremiato scrittore Harlan Ellison è l'autore del romanzo da cui è tratto l'episodio diretto da Michael Petroni e interpretato da Brian Dennehy e dal grande John Hurt. The Discarded (tradotto in I reietti) racconta di una minoranza disprezzata che viene condannata a vagare per sempre nell'oscurità dello spazio su un'astronave. Il gruppo tenterà un ultimo disperato patto nella speranza di ottenere rifugio sulla Terra, ma il pianeta per loro ha in serbo una bruttissima sorpresa. Ricco di effetti speciali e di affascinanti quanto inquietanti 'mutazioni genetiche', questo episodio si contraddistinge per la bellezza dei costumi, per le ambientazioni dark e per l'intensa interpretazione di John Hurt.
Il futuro del mondo è a portata di tv, la speranza è che nulla di tutto questo si avvicini lontanamente a quel che ci aspetta nella realtà...
La parola ai protagonisti
Approfittando della presentazione della 3ª stagione di Lost, Terry O'Quinn ha incontrato i giornalisti anche in occasione della presentazione di Masters of Science-Fiction. Ad accompagnarlo a Roma alla conferenza stampa di presentazione anche la bravissima Judy Davis (gli appassionati la ricorderanno ne Il pasto nudo di Cronenberg) ed i due ideatori della serie Andrew Deane e Keith Addis.
A che tipo di pubblico sono dirette queste due antologie, l'horror e la fantascienza, e che risposta vi attendete dal pubblico statunitense?
Andrew Deane: Francamente non sappiamo cosa aspettarci dal pubblico, la campagna pubblicitaria che abbiamo messo in piedi mi sembra molto valida, questo è un ottimo punto di partenza. Certo. Il sabato sera è un po' menomante per noi, ma ci auguriamo che Masters of Science Fiction riesca comunque ad avere seguito come Masters of Horror.
Forse negli USA le cose vanno meglio, ma qui in Italia la prospettiva di un canale tematico è lontanissima, forse non c'è una cultura sufficiente e in pochi hanno compreso le enormi potenzialità del genere.
Keith Addis: Ci fidiamo ciecamente della Sharada Film (proprietaria dei diritti anche di Masters of Horror ndr.) il distributore italiano che ha acquistato i diritti tv e home video della serie. La nostra speranza è che in patria Masters of Science Fiction abbia lo stesso successo di classici come Battlestar Galactica e Twilight Zone.
Che percorso e quali derivazioni legano questa serie con quella dell'orrore che ha riscosso un grandioso successo internazionale?
Andrew Deane: Molti degli artisti - registi, sceneggiatori e attori - che hanno partecipato a Masters of Horror erano di fama internazionale e visto l'alto gradimento ci siamo chiesti quale altro genere potesse essere trasformato in un'antologia di successo. Non ci è stato difficile scegliere all'unanimità la fantascienza.
Come vi è venuta l'idea di coinvolgere il Prof. Hawking?
Keith Addis: L'ho contattato io personalmente a Cambridge ed è stato felice di partecipare al progetto. D'altronde ogni serie di successo ha avuto sempre presentatori prestigiosi e carismatici, basti pensare ai gialli di Hitchcock, a Rod Serling per Twilight Zone (arrivato da noi come Ai confini della realtà) e The Outer Limits. Ci abbiamo pensato molto, ci voleva la persona giusta che potesse attrarre il pubblico con il suo fascino. Chi meglio di un luminare come lui...
Le storie raccontate secondo lei rappresentano un modo per esorcizzare le nostre paure per il futuro?
Andrew Deane: E' il genere che di per sé racconta spesso questo tipo di scenari, talvolta apocalittici. Volevamo storie affascinanti, non volevamo essere in alcun modo presuntuosi nel modo di raccontarle. Masters of Science Fiction è senz'altro uno spettacolo adulto per adulti, qualcosa di sempre più raro in tv.
Come attori cosa vi ha attirato di più di queste storie?
Judy Davis: Quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura di A Clean Escape sono rimasta colpita dalla questione centrale, dall'abitudine che hanno i potenti di fuggire alle loro responsabilità. Attualmente nel mondo stiamo assistendo ad eventi strani, a manovre sospette di chi ha in mano le redini di tutto. Ma è stata una bella sfida anche dal punto di vista recitativo, perché ho avuto la possibilità di lavorare al fianco di un grande attore come Sam Waterston e di un grande regista come Rydell.
Terry O'Quinn: Conoscevo bene la storia da cui è tratto il mio episodio, sin dai tempi dell'università. All'epoca ero protagonista della pièce teatrale e mi ha fatto molto piacere reinterpretare la storia ma in una versione molto più drammatica, quasi in tono di ammonimento e dalle atmosfere cariche di ambiguità.