Con una carriera che alterna ruoli più ricercati in piccoli film indipendenti ad altri più popolari nelle commedie mainstream hollywoodiane, che le ha già fruttato un Oscar per Mio cugino Vincenzo accanto a Joe Pesci e un'altra nomination per In the Bedroom, senza trascurare la sua attività teatrale, che l'ha da poco vista al fianco di Al Pacino in un lavoro tratto da Oscar Wilde, Marisa Tomei è un'attrice molto nota e amata anche dal pubblico nostrano.
E' stata il primo ospite internazionale dell'edizione 2005 del Napoli FilmFestival, e ha risposto con cordialità alle domande della stampa specializzata nell'elegante cornice del prestigioso Hotel Vesuvio.
La chiacchierata ha toccato vari temi di carattere generale sui suoi ruoli, ma non ha trascurato accenni al suo prossimo progetto e a Factotum, tratto da Charles Bukowski e in uscita a breve.
Signora Tomei, la sua carriera ha attraversato un percorso molto interessante, alternando ruoli più ricercati ad altri più facili, può dirci qualcosa su come sceglie i suoi ruoli? Marisa Tomei: Dipende! I miei ruoli sono sempre di natura diversa e vengono scelti per motivi diversi. Quando guardo ai miei film più importanti, non sempre sono contenta del risultato, allora mi dedico per un po' al teatro o a produzioni più piccole, indipendenti, spesso con amici. I ruoli più importanti sono arrivati spesso per caso.
Può dirci qualcosa sulla genesi di Factotum? Marisa Tomei: Al film hanno lavorato Jim Stark, che ha prodotto i film di Jim Jarmush e Bent Hamer, che conoscono miei amici. Il film nasce a New York nella mia cerchia di amici, c'è stato anche un gran lavoro sulla sceneggiatura tutti insieme. E' il discorso che facevo prima sul piacere di lavorare con persone che conosco, sui progetti che nascono nel mio gruppo di conoscenze internazionali. C'è anche qualcuno di Parigi nel cast.
Il suo nome e cognome parlano italiano, ha origini qui in Italia? Da dove vengono i suoi genitori? Marisa Tomei: Il cognome Tomei viene dalle parti di Lucca, la zona di Volterra, credo, da parte di mio padre. Un mio antenato era in Marina e nel corso di una sosta negli Stati Uniti si è fermato lì illegalmente e ha conosciuto la moglie. Anche da parte di mia madre ci sono origini italiane, mia nonna era di Messina. Poi ho dei parenti anche a Cecina. L'anello che porto è italiano, appartiene alla mia famiglia da quattro generazioni.
Che ne pensa del suo personaggio in Factotum? E' molto diversa da come appare in altri film, come per esempio in Alfie. Marisa Tomei: Ci sono sempre diverse esigenze di sceneggiatura, quindi sono diversa a seconda di come deve apparire il mio personaggio. Trovo il mio ruolo in Alfie uno stereotipo molto fastidioso, non mi piace quel tipo di ruolo.
Si era parlato di un suo documentario sugli italoamericani... Marisa Tomei: Non ricordo bene, deve essere qualcosa di cui ho parlato in un'intervista più di un anno fa. Era un progetto di John Turturro, ma credo non se ne sia fatto più niente.
Di recente ha recitato in teatro con Al Pacino, che può dirci di questa esperienza? Marisa Tomei: E' stata una delle più grandi esperienze della mia carriera. Non solo per l'aver recitato con un grandissimo attore, ma per aver potuto lavorare su un'opera di Oscar Wilde ed aver potuto trattare temi seri e importanti. E poterlo fare con leggerezza, cantando e ballando, con scene sensuali. E' piaevole essere sexy.
E cosa può dire su Al Pacino? Marisa Tomei: Lavora in modo simile a me, quindi è stato un incontro perfetto. Anche ora che non stiamo lavorando insieme, ho avuto difficoltà a comunicare delle mie perplessità su una sceneggiatura e mi è capitato di pensare a lui. Solo pensare a lui mi dà forza per affrontare le difficoltà. E' sicuramente un rapporto da portare avanti. E' una persona magnetica, intensa. Ed è anche molto affascinante.
Parliamo di Il Guru. Si tratta di una commedia. E' un ruolo che sente congeniale? Marisa Tomei: si, mi è piaciuto quel ruolo. Mi è piaciuto avere scene di danza, è un peccato che siano state modificate nella sceneggiatura finale, avrei ballato di più. Anche questi suoni particolari mi hanno divertita. Sono sempre alla ricerca di buone commedie, ma il prossimo ruolo sarà diverso: si tratta di un ruolo più psicologico, in un thriller. E' una produzione indipendente, abbastanza gore e violenta. Il titolo è Danika, di Ariel Vromen.
Ci racconta qualcosa della sua esperienza in India? Ha lavorato con Mira Nair? Marisa Tomei: Non ero in India per lavorare con lei, non era nemmeno lì quando ci sono stata, ma ho potuto conoscere sua madre e visitare Dehli. Ho partecipato a diverse produzioni indiane e pakistane. E' stato interessante confrontarsi con un modo diverso di gestire i ruoli femminili.
Confrontando Bollywood con Hollywood, come le sembra la situazione attuale in America? Trova che ci sia crisi? Marisa Tomei: Non penso che ci sia crisi. C'è chi trova che la situazione sia cambiata, ma non credo che sia cambiato il modo di produrre film. Ci sono meno persone che lavorano, questo sì, le produzioni sono le stesse, ma si è ristretta la cerchia di persone che lavorano.
Un'ultima domanda: si fermerà un po' in Italia? Marisa Tomei: Purtroppo no, devo tornare subito a Los Angeles per lavorare al nuovo film.