Maps to the Stars: l'incubo di David Cronenberg è... Hollywood
Le nevrosi dei divi di Hollywood, il sesso sui sedili posteriosi delle limousine, il suo sentirsi un regista comico e le risposte spiazzanti alla stampa. Tutto questo è David Cronenberg, a Cannes accompagnato dalle star Julianne Moore, John Cusack, Mia Wasikowska, Sarah Gadon e Robert Pattinson.
Nel corso di una lunga e gloriosa carriera ha tradotto in immagini gli incubi più reconditi della nostra mente. Tra mostruosi incroci genetici, controllo della mente, ibridi uomo macchina, deliri di onnipotenza e paranoie familiari, il canadese David Cronenberg approda a Cannes con una nuova pellicola che stavolta punta il dito contro una realtà meno onirica, ma altrettanto morbosa. Maps to the Stars non è altro che una critica pungente e originale alle nevrosi che albergano negli abitanti di Hollywood, nella ricerca del successo a tutti i costi e nella frustrazione che deriva dal fallimento. Al centro del plot troviamo un baby divo di successo (Evan Bird), la sua scombinata famiglia e le persone che ruotano attorno a quest'ultima, vive e morte. Originali e coraggiose le scelte di casting. A fianco dei 'veterani' John Cusack e Julianne Moore troviamo la giovane stella Mia Wasikowska e la riconferma di Robert Pattinson e Sarah Gadon, che ottengono nuovamente la fiducia del regista per due ruoli sopra le righe. "Quando ho deciso il cast ho fatto il 72,5 percento del mio lavoro. La ragione è semplice. Circondarmi di attori che sanno cosa stanno facendo rende molto più facile il mio compito".
Cronenberg e gli attori: un amore ricambiato
A confermare il legame magico che si crea sul set tra cineasta e interpreti è John Cusack, che in Maps to the Star interpreta il Dottor Stafford Weiss, popolare guru dell'aiuto aiuto nonché padre del baby divo protagonista e della sua inquietante sorella: "La sceneggiatura e la regia di David sono talmente precise da non permetterci di cambiare qualcosa. E' come interpretare una piece teatrale. Ogni parola è già al posto giusto. Non per questo manca la creatività, ma la precisione viene prima di tutto". Gli fa eco Julianne Moore: "David ti incoraggia a mettere nel personaggio tutto ciò che possiedi. E' così entusiasta e così gentile che vuoi dare il meglio anche solo per compiacerlo. Per tutti noi è un privilegio lavorare con lui. In più abbiamo avuto a disposizione una sceneggiatura meravigliosa ed è stato un piacere interpretarla". "David crede nelle persone che ingaggia" aggiunge Mia Wasikowska "perciò lascia la libertà di interpretare e far propria la sceneggiatura con il suo modo di girare". "Io non posso parlare di sceneggiatura perché ho accettato la proposta di David prima di leggerla" confessa Robert Pattinson. "Adoro far parte del suo mondo, è sempre un'esperienza eccitante".
Cronenberg regista di commedie?
"La gente mi dice "Penso che dovresti girare una commedia" e io rispondo loro che finora non ho fatto altro che questo"
Noto per le sue opere cupe e terricanti, dove lo humor che è una delle principali qualità della sua persona è presente solo in sottofondo, celato tra gli orrori, in Maps to the Star David Cronenberg ha lasciato che l'umorismo emergesse in superficie mescolandosi al dramma e regalando alla sua opera un tono diverso rispetto alle precedenti. Al riguardo Cronenberg dichiara: "Penso che tutti i miei film siano divertenti. Le persone mi dicono 'Penso che dovresti girare una commedia' e io rispondo loro che finora non ho fatto altro che questo. Ogni film è diverso dall'altro, ma solo perché gli sceneggiatori vi impartiscono la loro visione unica, in questo caso lo sguardo su Los Angeles fornito da Bruce Wagner. Dovete dare la colpa a lui, non a me!"
La disperazione di esistere
Havana Segrand, interpretata da Julianne Moore, è un ottimo esempio del materiale umano di cui Cronenberg si fa beffe nella sua ultima opera. Un'attrice figlia d'arte affetta da mille nevrosi, priva di veri affetti, costretta a competere in tutti i sensi con fantasma della madre defunta, anche lei diva di Hollywood. "Per interpretare Havana ho spinto Julianne oltre il limite. E' un personaggio ridicolo ed estremo. A Hollywood esistono molte persone come lei, desiderose di raggiungere la fama perché senza di essa cesseranno di esistere. Sono morti viventi e la disperazione nasce proprio dai loro fallimenti lavorativi". Aggiunge Julianne Moore: "Il mio personaggio è tragico e divertente perché la vita stessa è divertente, tutto è divertente. Possiamo trovare lo humor in tutto. Havana è disperata perché vuole essere riconosciuta e amata ed esterna il suo disappunto piuttosto che lavorare sulla sua interiosità. E' infantile in ogni sua manifestazione".
Robert Pattinson, l'amante delle quattro ruote
Dopo avergli fatto trascorrere la maggior parte della sua esistenza su una limousine in Cosmopolis, l'ironico Cronenberg ha affidato a Robert Pattinson il ruolo di un autista di limousine che ha il compito di scorrazzare divi e dive su e giù per le colline. In Cosmopolis Pattinson si ritrovava a fare sesso in auto con Juliette Binoche. Stavolta è proprio Julianne Moore la sua nuova preda sedotta, anch'essa, sui sedili posteriori della lussuosa auto. Quale delle due è la miglior passeggera? "Sono tutte e due sul sette" scherza il divo inglese "ma devo confessare che quella con Julianne è stata un'esperienza meravigliosa, molto appagante". Riguardo alle riprese di scene di sesso in macchina, David Cronenberg, ha una lunga esperienza avendo firmato in tempi non sospetti un'opera disturbante come Crash. Al riguardo il regista si schernisce rinunciando a prendersi il merito della trovata. "Un'intera generazione di americani è stata concepita sui sedili posteriori delle auto. Quando il distributore di Crash ha sollevato dubbi sostenendo che il mio film avrebbe potuto far venire strane idee alle persone, ho controbattuto dimostrando di non aver inventato niente. La rivoluzione sessuale è stata in parte influenzata anche dall'invenzione e dalla diffusione delle auto che permettevano ai giovani di sfuggire al controllo del genitori. Perciò non credo di irrompere in un territorio inesplorato mostrando scene di sesso in auto nei miei film. Per lo meno uso belle macchine".
Gli orrori di Hollywood
Da un autore che ha sempre mostrato il lato più disgustoso della realtà, sfatando la fiaba che alcuni politici vogliono vendere alle masse in cerca di facile consenso, era difficile attendersi qualcosa di diverso di una fiaba nera che mostra il lato oscuro di Hollywood e dei suoi abitanti. Cronenberg, regista indipendente per vocazione ed estraneo all'edonismo americano per natali, commenta ironicamente i lati negativi di un'industria che osserva da lontano: "Non c'è niente di repellente nell'industria cinematografica. E' tutto favoloso. Guardate noi oggi. Ci stiamo divertendo un sacco". Aggiunge Julianne Moore: "Io adoro l'industria. Non sono qui per criticarla, visto che ne faccio parte. Il cinema, come le altre arti, ha un valore immenso. Per me l'aspetto più affascinante del cinema è la necessità di esternare sentimenti ed emozioni per renderne partecipi gli spettatori. Nel rapporto privato tra due persone la cosa più difficile è proprio rendere partecipe l'altro dei nostri sentimenti. Trovo l'idea di esplorare questo aspetto usando come background proprio Hollywood davvero meravigliosa". Alla domanda se esistano riferimenti a persone reali dietro ai personaggi fittizi creati, Cronenberg nega, ma John Cusack aggiunge che "in un ecosistema che si nutre di speranze, rabbia, delusione e disperazione ci sono stereotipi e non persone. C'è il predatore, c'è la diva delusa, c'è l'arrivista. Sono figure che esistono ovunque, non è necessario dargli un'identità precisa, anche se la disperazione di Hollywood ha una connotazione più infantile". "In realtà" conclude Cronenberg "il mio non è solo un film su Hollywood. Lo potrei ambientare nella Silicon Valley o a Wall Street e troverei le stesse persone ambiziose e disperate. Può essere trasposto ovunque senza perdere il suo afflato di verità perché i temi che tratta sono universali".