Incredibile ma vero siamo arrivati al finale di Manifest, il mystery drama al limite del soprannaturale che avrebbe voluto essere l'erede di Lost partendo da un disastroso schianto aereo che cambia per sempre le vite dei suoi passeggeri - e anche di coloro che sono rimasti a terra. Ora che la serie, cancellata da NBC dopo tre stagioni sudate dai fan e salvata da Netflix con un quarto ciclo di durata doppia (20 episodi) divisi in due parti tra fine 2022 e inizio 2023, è arrivata alla fine della pista d'atterraggio, ci sembra il momento giusto per fare il punto sul tanto atteso epilogo. Un epilogo che sta facendo molto parlare di sé poiché avrebbe dovuto fornire tutte le risposte all'insegna del motto dello show "Tutto è collegato". Ci sarà riuscito? Scopriamolo nella nostra spiegazione del finale di Manifest. Ovviamente, occhio agli spoiler.
L'Arca degli Stone
Il 2 giugno, data di uscita dell'ultima parte di Manifest su Netflix, non a caso è anche la Data di Morte a cui vanno incontro i passeggeri del volo 828 e a cui disperatamente cercano di sopravvivere nonostante ciò che dica la profezia-risultato delle Chiamate. L'occasione per il finale è quella di riunire tutti i vecchi personaggi e tutti i passeggeri - almeno quelli sopravvissuti - fin dall'episodio pilota e la proverbiale Arca a cui devono affidarsi e su cui devono salire, in mezzo a continue scissioni vulcaniche provocate da Angelina (Holly Taylor), si rivela nient'altro che l'aereo stesso. L'oramai proverbiale volo 828 è quello che fa avverare in un certo senso la Chiamata del Cal adulto (Ty Doran) e per la quale si era sacrificato, legando indissolubilmente il destino dei passeggeri a quello di tutta l'umanità attraverso l'Apocalisse da sventare. Come farlo? Accettando di salire sul volo-arca e quindi di essere giudicati da un'entità superiore.
È questo che accade ai vari personaggi che abbiamo incontrato per quattro stagioni, e chi è giudicato peccatore diventa polvere venendo spazzato via dalla faccia della Terra. Tra questi Angelina che era convinta di essere l'Angelo salvatore e non quello vendicatore dell'intera vicenda. Ma c'è anche chi si sacrifica per il bene degli altri passeggeri. La Scialuppa di Salvataggio degli Stone è in un certo senso lo stesso volo 828 perché il loro ruolo alla fine era saper riunire tutti i passeggeri per farli risalire sul Volo del Giudizio. Passata questa prova finale e superata la famosa turbolenza che nella storia iniziale era durata poche ore e nella realtà cinque anni e mezzo, i passeggeri e il pilota scendono a terra per ritrovarsi nella realtà che avevano lasciato prima di partire poche ore prima nel 2013. Parallelamente e abbastanza biblicamente, mentre una o più vite finiscono, un'altra sta nascendo, ovvero la figlia di Drea (Ellen Tamaki) e Jared che hanno deciso di chiamare Hope ("speranza").
Manifest 4 parte 2, la recensione del finale della serie Netflix: tutto è collegato
Sliding Doors
Una volta a terra i passeggeri sopravvissuti, increduli, si ritrovano con gli stessi abiti dell'episodio pilota e del primo volo 828 e gli amici e i familiari sono lì ad aspettarli come se fossero passate davvero solo poche ore. Tornano così per l'occasione tutte le grandi perdite dei protagonisti: Cal bambino (Jack Messina), Olive bambina (Jenna Kurmemaj), Grace (Athena Karkanis) e Zeke (Matt Long), che nel finale si rivela l'angelo custode e salvatore di Michaela sull'Arca, colui che la guida nella turbolenza e nella luce. A quel punto tutti possono riabbracciarsi ma con la nuova consapevolezza di ciò che avrebbero potuto perdere o che davano per scontato. Quindi in una sorta di Sliding Doors che è durato un'intera serie (4 stagioni e 69 episodi) e che richiama l'utilizzo dei tanto bistrattati Flash Sideways nella sesta ed ultima stagione di Lost, il serial mette i protagonisti di fronte alle stesse scelte, per le quali non optano però per un'identica soluzione.
Ad esempio gli Stone possono riabbracciare i propri genitori. Non solo: Ben (Josh Dallas), torna tra le braccia di Grace e della propria famiglia senza preoccuparsi più dei problemi coniugali che potevano aver avuto in precedenza, dopo averla persa per sempre nell'altra realtà, mentre Michaela (Melissa Roxburgh) decide di lasciare Jared (J.R. Ramirez) e non accettare la sua proposta di matrimonio, nonostante in quest'ultima parte si fossero riavvicinati, così come Ben e Saanvi. Questo gesto permetterà a entrambi di incontrare il loro potenziale vero amore: da un lato Zeke, autista all'aeroporto che ovviamente non sa nulla di quanto accaduto ai passeggeri, e dall'altro Drea, detective accorsa sul posto insieme all'agente dell'FBI che ha fatto compagnia per tanto tempo ai protagonisti nell'altra realtà, poiché 11 persone sono misteriosamente scomparse dal volo 828 (le 11 giudicate colpevoli dal giudizio universale, come Angelina). Saanvi (Parveen Kaur) riabbraccia e perdona la propria dolce metà, senza farsi accecare dalla ricerca scientifica, così come fanno molti altri passeggeri alle cui storie abbiamo assistito nel corso di quattro stagioni. I passeggeri sono gli unici ad avere memoria di quanto accaduto e ne devono far tesoro d'ora in poi per la propria vita, eccezion fatta per il piccolo Cal, forse perché la sua versione da adulto si è sacrificata. Un finale troppo buonista e facilmente risolutivo delle tante domande aperte dallo show? Forse, ma allo stesso tempo ci mette di fronte ai grandi bivi della vita e alle reazioni diverse che avremmo a posteriori e che di solito non ci sono concesse con quel tipo di consapevolezza.
Manifest 4: finalmente spiegato perché i passeggeri del volo 828 sono scomparsi
È stato solo un sogno, tutto un sogno?
Nonostante tutte queste possibili spiegazioni e interpretazioni che abbiamo dato al finale di Manifest, per l'aura quasi favolistica della discesa dei passeggeri nella realtà che fu e nella luce in mezzo alle nuvole, potremmo anche trovarci di fronte a una sorta di sogno collettivo. Potrebbero essere tutti morti alla fine del Giudizio Universale sull'aereo, o addirittura potrebbe essere deceduta l'umanità intera in seguito all'Apocalisse iniziata dall'attività sismica. Proprio come un'interpretazione del destino dei passeggeri del Volo Oceanic Airlines nel finale di Lost. Però alcune frasi e indizi disseminati nell'epilogo di Manifest ci fanno pensare altrimenti. D'altronde è la stessa Mick a dirlo in voice over: "Forse in realtà non siamo stati prescelti, ma i passeggeri rappresentavano semplicemente un gruppo misto tra persone predisposte al bene come al male, imperfette, una percentuale di tutta l'umanità, delle sue passioni, delle sue ossessioni, dei suoi vizi e delle sue virtù. Grazie a questo, sono potuti essere giudicati in modo equo".
Una sorta di campione statistico per un esperimento divino, come affermerà Saanvi. E un modo per dimostrare all'entità superiore, qualunque essa sia - dato che vengono nominate e coinvolte più religioni anche ancestrali nel serial - che l'umanità merita di avere una seconda occasione, proprio come i passeggeri con le loro vite rimaste appese. Questo poiché hanno dimostrato in situazioni di estremo dilemma etico e di pericolo di voler provare ad aiutare gli altri e rispondere alle Chiamate anche riguardo persone che tecnicamente non conoscevano. Peccato ci siano voluti cinque anni e mezzo prima per coloro che sono rimasti, e poi altrettanti per i passeggeri stessi, per riuscire a capirlo.