Man in the Dark, intervista a Daniel Zovatto: “Stephen Lang è un duro anche nella vita reale”

L'attore costaricano, protagonista del nuovo thriller di Fede Alvarez, ci ha concesso alcuni minuti per parlare della realizzazione del film.

Nato in Costa Rica ma residente da alcuni anni a Los Angeles, Daniel Zovatto fino a questo momento ha sviluppato la propria carriera all'insegna del cinema di genere, in particolare l'horror: dei cinque film in cui ha recitato dal 2013 ad oggi (tra questi un film molto apprezzato come It Follows), solo uno non rientra nei canoni del brivido. Un percorso simile ha avuto luogo anche sul piccolo schermo, poiché Zovatto ha recitato in tre episodi di Fear the Walking Dead e prossimamente apparirà nella serie Brooklyn Animal Control, dove si parla di lupi mannari. Attualmente è in sala con Man in the Dark e per l'uscita italiana abbiamo avuto modo di parlare con lui a proposito dell'opera seconda di Fede Alvarez.

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Cosa ti ha spinto a recitare in questo film?

La motivazione principale era il voler lavorare con Fede, perché mi era piaciuto molto il suo La casa, l'ho trovato davvero fico. Mi interesso molto a chi racconta la storia a cui partecipo e come la racconta e ho capito subito che questo sarebbe stato un film bello folle. Così ho firmato per farne parte.

Considerata la tua filmografia, si può dire anche che sei un fan di questo genere?

Certamente e sono molto fortunato perché ho potuto partecipare ad un genere che, a mio avviso, produce spesso film molto interessanti. Di questo progetto in particolare mi piaceva il fatto che fosse diverso da molti altri copioni che avevo letto. Si tratta di una combinazione di fattori, ma effettivamente il genere è uno di questi.

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Com'è stato lavorare con Fede Alvarez?

È un regista molto aperto alla collaborazione con gli attori e tutti i tecnici. Questo non significa che darà retta a tutto quello che dici: è intelligente e sa ciò che vuole, ma è aperto al dialogo e ti permette di aggiungere del tuo al personaggio. È stato molto piacevole e ora siamo buoni amici. Ha detto una cosa che mi piace molto, riguardo alla collaborazione con gli attori: "So fare il regista, non so recitare. Questo lo lascio fare agli attori."

Un film come questo è chiaramente pianificato nei minimi dettagli. C'è spazio per l'improvvisazione?

È molto pianificato, come dici tu, ma il film si fa in sala di montaggio e Fede è bravissimo a orientare le emozioni del pubblico. Sul set invece, come ho detto, è aperto al dialogo e, se un attore ritiene che una certa battuta non funzioni, è possibile discuterne con lui e cambiarla. Fede è molto professionale, ha sempre la risposta pronta, non è il genere di regista che ti risponde dicendo "Boh, non so."

Man in the Dark: Jane Levy in un momento del film
Man in the Dark: Jane Levy in un momento del film

Com'è stato il rapporto sul set con gli altri attori?

Dylan Minnette e io avevamo già lavorato insieme (in un episodio di Agents of S.H.I.E.L.D., N.d.R.), ed eravamo amici prima di ritrovarci sul set. Eravamo felici di partecipare ad un progetto speciale come questo. Non conoscevo Jane Levy, l'ho incontrata una settimana prima dell'inizio delle riprese, ma è un'attrice fantastica. Avevamo un'ottima chemistry sul set e abbiamo cercato di mantenerla tale anche quando non giravamo.

E che mi dici di Stephen Lang? È un duro anche fuori dal set?

I suoi bicipiti sono più grossi dei miei e io ho quarant'anni di meno, quindi direi di sì, è un vero duro. È un grande professionista, arriva sempre preparato sul set e sa cosa deve fare. Ciò che mi è rimasto impresso è la sua energia, la sua presenza scenica. È anche stato una specie di mentore per me, mi ha dato dei consigli utili, e sono felice di aver potuto lavorare con un attore come lui.

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Com'è stato girare il film in Ungheria?

Fantastico, se non sei mai stato a Budapest ti consiglio di andarci. Abbiamo girato in estate ed era molto bello. Mi piace esplorare nuove culture e nuovi modi di vivere e da questo punto di vista è stata un'esperienza illuminante. Non ero mai stato nell'Europa dell'Est e non avevo mai girato un film fuori dagli Stati Uniti. Mi è piaciuto molto vivere questa esperienza inedita.

Man in the Dark: Daniel Zovatto, Jane Levy e Dylan Minnette in una scena del film
Man in the Dark: Daniel Zovatto, Jane Levy e Dylan Minnette in una scena del film

Sei originario del Costa Rica. Il cinema di genere latinoamericano è tornato in auge ultimamente: ti piacerebbe partecipare a un film realizzato in quei paesi?

Ho lasciato il Costa Rica quando avevo 18 anni e le mie aspirazioni erano sempre legate ad una carriera a Hollywood. Detto questo, l'Argentina, il Messico e il Brasile - anche se lì parlano una lingua diversa dalla mia - producono ottimi film da anni, e ho visto cose bellissime che purtroppo negli Stati Uniti restano sconosciute. Perciò la mia risposta è sì, se dovessi avere la possibilità di recitare in un buon film sudamericano, o di qualsiasi altro paese, accetterei senza esitazioni.