Recensione A casa con i suoi (2006)

La rivincita dei trentenni ancora legati al cordone ombelicale, in un quadro ipocrita e pretestuoso della middle class americana

Mammoni alla riscossa

A casa con i suoi. Già a poche ore dalla visione è estremamente facile scordarsi un titolo simile. Un po' per una facile confusione con film dello stesso genere ed estremamente simili nella titolazione, un po' per il totale anonimato in cui il film cade sin dalle sue prime battute.
Tutto lo svolgimento del plot è di una prevedibilità disarmante. Ci si ritrova a fare battutine sullo scontato prosieguo della pellicola di momento in momento, e puntualmente tutte le previsioni vengono rispettate.

Si potrebbe far notare che la pellicola affronta in modo scanzonato quello che è un fenomeno sociale da approfondite quello dei (si direbbe volgarmente) "ragazzi mammoni", ovvero del sempre più tardo abbandono della casa materna da parte della generazione dei trentenni.
Ma anche da questo punto di vista il film è fiacco e ammiccante. La figura sgradevole di un semi-mantenuto palestrato, che si accascia da una parte all'altra della sua agevole vita sfruttando il rapporto con i genitori unicamente per liberarsi, attraverso l'impatto delle proprie ragazze con la convivenza insolita tra il latin lover e i suoi vecchi, dei rapporti di cui ben presto si stufa. Né serve a migliorare, anzi, l'impatto con il film, un petulante re(?)incontro finale con i genitori (che si compie tra l'altro ad obbiettivo beceramente raggiunto), né la patetica scena corale di festeggiamenti costruita su basi di scrittura totalmente inesistenti.
Il film così va a rimpinguare la polverosa pila delle commedie stereotipate, sfornate dagli studios in gran quantità più o meno da quando il cinema è nato. Stranamente al box office USA non è passata inosservata. Non spicca per brillantezza, non fa particolarmente ridere. L'unico motivo che viene in mente è che affronta con compiacenza una situazione sociale spesso guardata con un misto di compassione e condanna, ma che è sempre più usuale e frequente oggi giorno.
Matthew McConaughey sembra intepretare volutamente una macchietta: bello, palestrato, mammone, con Porche e lavoro di tutto riposo, sportivo e blablabla. Sarah Jessica Parker è la parodia di quel che era in Sex and the City, la serie che le ha dato la notorietà, finta (ma vera) mercenaria dell'amore, in cerca dell'uomo giusto. E mentre inizialmente il loro rapporto sarà viziato dal fingere di lei, dopo un inevitabile litigio segue un'altrettanto inevitabile riconciliazione.

Tutto quel poco che il film ha da dire lo dice nel peggiore dei modi possibili. Una pellicola fatta per fare, pretestuosa, di cui non si sentiva assolutamente bisogno.