Diciamolo subito: non è facile scrivere la recensione di Malignant, nuovo film di James Wan in sala dal 2 settembre. Anche il titolo ha più livelli di significato (come è già successo per la saga di Saw, uno dei franchise horror più longevi e amati dal pubblico, ideato proprio dal regista australiano, in cui la parola "saw" si riferisce sia all'aspetto più gore che a quello voyeuristico) e rovinare allo spettatore la possibilità di godersi un viaggio sorprendente e assolutamente folle sarebbe davvero un peccato.
Per prima cosa proviamo a inquadrare questo film all'interno del percorso dell'autore: Saw (2003), secondo film di James Wan, scritto insieme a Leigh Whannell, ha reso il regista celebre in tutto il mondo. Capostipite di una lunga serie di film (sette sequel più un reboot, Spiral - L'eredità di Saw) ha trasformato Wan in uno dei Re Mida dell'horror contemporaneo. Sono arrivate poi anche le saghe di Insidious e The Conjuring (vero e proprio universo horror espanso, che comprende anche gli spin-off sulla bambola demoniaca Annabelle e The Nun - La vocazione del male).
Nel mentre Wan è passato anche ai grandi blockbuster: nel 2015 ha diretto Furious 7, settimo capitolo del franchise Fast & Furious, e soprattutto Aquaman, con Jason Momoa nei (pochi) panni del supereroe DC. Con il suo miliardo e 90 milioni di incasso, la pellicola è diventata la più redditizia del DC Extendend Universe, rendendo il regista uno degli autori di punta per Warner Bros. e creando grandi aspettative per il sequel, Aquaman 2, attualmente in fase di lavorazione, la cui uscita è prevista per il 2022. A quella di regista e autore, "Creepy puppet" (questo il suo nickname su Instagram) ha aggiunto anche la carriera di produttore di film altrui: non soltanto horror, come La Llorona - Le lacrime del male di Michael Chaves, ma anche nuovi potenziali franchise, come quello di Mortal Kombat. Grande fan del videogioco, inizialmente Wan aveva pensato di dirigere in prima persona il film, dovendo poi rinunciare per lavorare proprio ad Aquaman.
Malignant: James Wan torna alle origini
Malignant è dunque il film tra i due Aquaman per James Wan e per il regista è un ritorno alle origini. Un budget più contenuto, grande sfoggio di effetti speciali artigianali, un'inquietudine di fondo poco adatta alle famiglie. Si parte negli anni '90: video registrati su VHS, sale asettiche che appartengono a un ospedale, o forse a un istituto psichiatrico. Tra i corridoi di questo edificio si aggira una dottoressa molto sicura di sé. Tra i suoi pazienti c'è la piccola Madison. A quanto pare ha delle crisi che la paralizzano. La situazione peggiora e, secondo la sua terapeuta, è arrivato il momento di "estirpare il tumore".
Stacco. Ritroviamo Madison adulta, a interpretarla è Annabelle Wallis (Grace nella serie tv Peaky Blinders, che torna a lavorare con Wan dopo Annabelle). I suoi problemi di salute sono passati, ma ha ben altri pensieri: sposata con un uomo violento, cerca di avere dei figli, ma puntualmente li perde perché il marito la picchia, mettendo alla prova la sua salute mentale e fisica. Il calvario di Madison si trasforma in un incubo: una strana presenza si introduce in casa. Potrebbe essere Gabriel, l'amico immaginario che aveva quando era piccola e che chiamava "Il diavolo"? O semplicemente non vede più le cose in modo lucido?
Da The Conjuring a The Nun: come James Wan ha cambiato l'horror americano
Una cosa è certa: Gabriel comincia a compiere una serie di delitti raccapriccianti e ogni volta che entra in azione Madison è come se fosse lì, sul luogo del delitto. Il suo corpo si paralizza, l'ambiente intorno a lei cambia: improvvisamente si ritrova nella stessa stanza dell'assassino. E assiste a ogni uccisione. Presto si rivolge alla polizia e trova l'aiuto di un detective (George Young). Possessioni demoniache, crime drama, thriller psicologico. E i generi non sono finiti qui: Malignant è un ritorno alle origini per James Wan, un piccolo spazio che si è ritagliato per tornare a lavorare con ciò che ama di più. Il tema del corpo, la malattia, l'incapacità di distinguere tra cosa è reale e cosa no, una grande attenzione per gli ambienti e gli oggetti di scena. In questo film ogni scenografia diventa un'estensione del punto di vista della protagonista ed è come se prendesse letteralmente vita.
Malignant: basta con i jump scare (finalmente!)
Una piaga che affligge da tempo molti horror contemporanei è la tecnica del jump scare: improvvisamente si sente un rumore, si avvicina una figura, qualcuno grida e lo spettatore salta letteralmente sulla poltrona. Uno stratagemma non particolarmente originale per spaventare il pubblico. Purtroppo però, vista la sua efficacia, se ne abusa sempre di più. Lo stesso The Conjuring - Per ordine del diavolo (terzo capitolo della saga di The Conjuring diretto da Michael Chaves) ne fa un uso quasi fastidioso: ogni volta che il ritmo rallenta arriva puntuale uno jump scare a ridestarci. Con Malignant invece James Wan si è sforzato di rinnovarsi, di fare qualcosa di completamente diverso dai film che l'hanno portato all'attenzione dell'industria. Il risultato è qualcosa che a un certo punto muta e diventa completamente folle.
A un certo punto Malignant mette il piede sull'acceleratore e se si decide di fare questa corsa folle può diventare una sorpresa. Non fatevi ingannare dal trailer: questo non è il film che ci si può aspettare. Il sangue è il filo conduttore: tutto nasce col sangue e tutto ne è alimentato. La protagonista è ossessionata dall'avere un figlio, dal creare un legame biologico e anche il regista stesso è affascinato dall'aspetto clinico, dal tavolo operatorio, da dettagli anatomici che ricordano le prime pellicole body horror di David Cronenberg. La mutazione, il corpo estraneo sono temi che ritornano in continuazione. I colori del film rispecchiano questa idea di dualismo tra opposti che convivono: i rossi e i blu (un accostamento che ritorna spesso nel cinema di Wan) vanno a sottolineare la contrapposizione tra bene e male, mente e corpo, realtà e sogno, tessuto sano e cellula estranea. Annabelle Wallis regge su di sé gran parte del film e noi siamo con lei anche quando tutto sembra diventare troppo assurdo. Non ci sono mezze misure con questo film: o se ne abbraccia lo spirito e ci si lascia trascinare dalla macabra fantasia e voglia di giocare di James Wan, o si rigetta.
Malignant e la sorellanza
Tra le tante idee messe sul piatto da James Wan in Malignant, c'è anche quella di dare un sotto testo attuale alla storia della protagonista: in una realtà in cui una presenza oscura turba la mente della protagonista, la persona che forse fa davvero più paura è il marito violento. In Malignant Wan riflette sulle conseguenze che hanno le nostre azioni violente: il modo con cui trattiamo gli altri può determinare il nostro destino. In questa ottica è centrale il personaggio di Sydney, la sorella di Madison interpretata da Maddie Hasson. È lei l'unica a essere sempre dalla parte della protagonista, anche quando rivediamo gli inquietanti filmini che la ritraggono da piccola. Anche grazie al sostegno della sorella minore, Maddie arriverà a dire che vuole riprendersi la sua mente e il suo corpo: una frase che nel contesto della storia ha un significato importante, ma che oggi, in anni in cui si riflette sempre di più sull'importanza, sopratutto per le donne, di essere padroni del proprio corpo, Malignant dimostra ancora una volta di essere un'opera inaspettatamente interessante.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di Malignant, James Wan si è ritagliato uno spazio in cui poter dare sfogo a tutto ciò che ama di più: la mescolanza di generi, l’amore per gli effetti speciali artigianali, l’ossessione per il corpo umano. Annabelle Wallis regge su di sé il peso del film e noi siamo con lei anche quando tutto diventa particolarmente folle. Se si decide di seguire questa corsa sorprendente, la pellicola diventa inaspettatamente divertente.
Perché ci piace
- James Wan torna alle origini con un film più piccolo e artigianale.
- Malignant, nel bene e nel male, è un film sorprendente.
- Se ci si lascia trasportare da questa corsa folle, Malignant è un film inaspettatamente divertente.
Cosa non va
- Il pubblico più sensibile potrebbe trovare disturbanti diverse scene gore.