Lunar City, la recensione: conquistare lo spazio per conoscere se stessi

La recensione di Lunar City, il nuovo film di Alessandra Bonavina che ci parla delle prossime missione lunari e di come gli scienziati vogliano insediarsi stabilmente sul satellite terrestre.

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Lunar City: Alessandra Bonavina sul set

Parlare in termini comprensibili a un più ampio pubblico possibile dell'esplorazione spaziale non è semplice, ma è l'obiettivo che si è posta l'Agenzia Spaziale Italiana, insieme all'ESA e alla NASA. Per farlo è stata scelta la regista Alessandra Bonavina, a cui è stata affidata una trilogia, di cui Expedition è il primo episodio e Lunar City, documentario presentato come evento speciale alla Festa del Cinema di Roma, è il secondo e centrale tassello. In questa recensione di Lunar City cercheremo di capire se l'obiettivo è stato mantenuto, se il bilanciamento tra aspetti tecnici che necessariamente devono esserci se si vuole impostare un discorso serio su un argomento così complesso e una facilità di comprensione siano ben equilibrati.

Un film istituzionale

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Lunar City: Alessandra Bonavina in compagnia di un'astronauta

Non è un caso che Lunar City sia stato realizzato nel 2019. Lo sappiamo, è stato ampiamente celebrato: sono cinquant'anni da quel 20 luglio 1969 in cui l'uomo sbarcò sulla Luna. Lunar City, oltre a elencare e celebrare i raggiungimenti che la più importante agenzia spaziale mondiale ha ottenuto nel corso degli anni, spiega in che modo l'uomo ritornerà sul satellite della Terra, come ci si sta preparando. Dopo un bell'avvio, con un montaggio serrato e una carrellata di successi e fallimenti ottenuti dagli scienziati nell'esplorazione dello spazio, il documentario si stabilizza su uno stile canonico. Sarebbe più corretto dire "istituzionale", perché in effetti la natura del film è questa, quella di spiegare in modo anche didattico (ma mai pedante) diversi aspetti dei progetti spaziali direttamente dalla viva voce di chi li crea, li cura e li porta avanti.

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Lunar City: un momento del documentario

E così Lunar City si pone esattamente a metà strada tra i molti documentari spaziali presenti, per esempio, sulle piattaforme streaming e un prodotto più rigoroso e tecnico. Non c'è molto spazio per le immagini a effetto, ma la macchina da presa porta lo spettatore in luoghi altrimenti inaccessibili, come l'abitacolo degli astronauti, con gli astronauti in persona che spiegano le varie funzioni. Certo, non tutti i protagonisti chiamati in causa sono capaci di dare una forma più narrativa ai dati che sono lì a elencare (d'altro canto non è il loro mestiere), ma nonostante questo Lunar City non diventa mai noioso o complicato da seguire, anche per la durata, poco più di un'ora.

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Lunar City: una scena del film

Lunar City e i film che raccontano la vita futura nello spazio

Perché esplorare lo spazio?

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Lunar City: una sequenza del film

Ma perché si spendono così tanti soldi per delle missioni spaziali? Perché è importante conoscere altri pianeti? Uno degli obiettivi di Lunar City è dare una risposta concreta a questo interrogativo. Conoscere mondi può aiutare gli scienziati a conoscere meglio il nostro e, in generale, a costruirsi un'idea più strutturata su quali siano le leggi che regolano l'universo. Inoltre, e qui subentra una tematica molto attuale come quella ecologica, le risorse terrestri non sono infinite, e cercare luoghi altri dove l'uomo possa prosperare non è più solo la premessa per una storia di fantascienza, ma un obiettivo concreto.

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Lunar City: un momento del film

Scopriamo così che la volontà delle prossime missioni sulla Luna (la prima delle quali avverrà nel 2024) non è solo raggiungerla, non più "toccata e fuga", ma costruire una base dove gli astronauti possano rimanere a lungo, un banco di prova per la vita fuori dal nostro pianeta che funzionerà da vero e proprio test per il grande obiettivo: raggiungere Marte. È un documentario che sembra diventare fantascienza nel momento in cui ci spiega molto precisamente che quello che riteniamo materia di film di finzione in realtà non lo è più, e che pensare a una base fissa dell'uomo sulla Luna è davvero quello che la NASA sta progettando.

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Conclusioni

In questa recensione di Lunar City, abbiamo rilevato come il secondo film della trilogia dedicata all’esplorazione spaziale diretta da Alessandra Bonavino tenti di rimanere costantemente in equilibrio tra l’intento didattico di spiegare un tema complesso come l’esplorazione spaziale a un pubblico “generalista” e la necessità di fornire più complessi elementi scientifici non proprio alla portata di chiunque. Ne esce un film che tutto sommato non affatica mai lo spettatore, anche se gli richiede un’attenzione vigile, ma il tutto è facilitato dalla durata: solo un’ora.

Movieplayer.it
3.0/5

Perché ci piace

  • Spiega in modo semplice ma accurato perché esplorare lo spazio abbia un'importanza molto estesa, non solo a livello scientifico.
  • Inserisce tematiche moto attuali come quella ecologica.
  • La durata, appena un'ora, è quella giusta per non appesantire lo spettatore.

Cosa non va

  • Alcuni degli intervistati non riescono a evitare tecnicismi difficilmente comprensibili a un pubblico non esperto.