Puglia, 1958. Ciccio Paradiso (Riccardo Scamarcio) è un contadino che non ci sta a farsi sfruttare. In particolare da Cumpà Schettino (Antonio Gerardi), proprietario terriero con la cui figlia, Bianca (Gaia Bermani Amaral), ha una relazione segreta. Nonostante sia sposato con un'altra donna, Lucia (Valentina Cervi), e abbia un figlio, Ciccio vuole scappare con l'amante, lontano da una vita che gli va stretta. I suoi desideri innescano una reazione a catena che porta L'Ultimo Paradiso, film diretto da Rocco Ricciardulli dal 5 febbraio su Netflix, in varie direzioni.
Prodotto da Netflix insieme a Mediaset, Silver Productions e Lebowski, società di produzione fondata proprio da Riccardo Scamarcio, L'ultimo paradiso nasce dalla collaborazione dell'attore e del regista Rocco Ricciardulli, che hanno scritto il film insieme, cambiandolo strada facendo, a seconda di come il set li ispirava. L'Ultimo Paradiso è una storia che parla del caporalato, ma anche di ossessioni, della necessità di vivere secondo i propri ideali, rimanendo fedeli a se stessi e quindi liberi.
Abbiamo incontrato virtualmente Riccardo Scamarcio, il regista e l'attrice Gaia Bermani Amaral. Giocando con il titolo, abbiamo fatto un paragone con L'ultimo dei Mohicani, il film di Michael Mann con protagonista Daniel Day-Lewis. E in un certo senso questo film per loro è stata una lotta in nome della libertà.
Intervista a Riccardo Scamarcio
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L'Ultimo Paradiso: Riccardo Scamarcio come L'ultimo dei Mohicani
Dato che Ciccio è l'unico a ribellarsi e a lottare per la propria dignità, abbiamo chiesto a Riccado Scamarcio se girando L'Ultimo Paradiso si è sentito un po' come Occhio di Falco in L'ultimo dei Mohicani: "Cerco il più possibile anche io di preservare questa voglia di aggirare le regole nella fase creativa del nostro lavoro. Di lasciare che il flusso creativo possa essere libero. Anche io combatto, a volte consapevolmente, a volte forse inconsapevolmente, una battaglia per la libertà. Penso che ognuno di noi debba farlo e probabilmente ognuno di noi lo fa, chi più chi meno. Il film parla anche di questo, però non in maniera ideologica: lo fa mettendo in scena dei personaggi candidi. Anche nella loro crudeltà, anche violenti. Ma non c'è un giudizio: mette lo spettatore di fronte all'assunzione degli accadimenti. Inevitabili anche."
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Per Gaia Bermani Amaral invece: "In questo film raccontiamo un concetto molto bello: attraverso il cambiamento del singolo, quindi di Bianca e di Ciccio che si amano, che si battono per cambiare le cose, alla fine inesorabilmente anche tutto ciò che li circonda cambia. In qualche modo cambia anche la loro piccola cittadina: è come uno strattone. Questo è fondamentale, perché è sempre dal singolo che parte un cambiamento diffuso e globale."
L'Ultimo Paradiso: la colonna sonora
Oltre ad aver scritto, diretto e prodotto L'Ultimo Paradiso, Rocco Ricciardulli ha anche curato la colonna sonora: canzoni francesi e ritmi spagnoli formano un accompagnamento musicale vitale. Frutto di una collaborazione che ha coinvolto anche il fratello, Pasquale Ricciardulli* "Quando la sera finivamo di girare con mio fratello ci dilettavamo a indagare questo tema, questo fischiettio che Ciccio fa quando incontra Rocchino la prima volta. Da quel fischiettio, come una sorta di effetto domino, abbiamo creato il tema principale, che abbiamo scritto io e mio fratello, che è stato poi arrangiato da Federico Ferrandina, compositore materano, che ha scritto anche altri pezzi della colonna sonora. Qui la musica accompagna in una maniera molto discreta, molto distante, gli accadimenti. Segue l'andamento del film."