Gioca d'anticipo la Rai e, a meno di un mese di distanza dall'attesissimo ritorno de I Liceali di Canale 5, presenta Fuoriclasse, una divertente serie generazionale ambientata in una scuola superiore. Stavolta i banchi di scuola sono a Torino, nel liceo scientifico "Caravaggio", che rischia la chiusura per l'esiguo numero degli iscritti, e a puntare i fari sulla tematica scolastica, tanto chiacchierata nell'ultimo anno, ci pensa una professoressa un po' "fuori di testa", Luciana Littizzetto. Per motivi familiari la Littizzetto, ex professoressa prestata alla comicità e negli ultimi anni al piccolo e grande schermo, non ha potuto partecipare alla conferenza stampa di presentazione della serie, ma è intervenuta in diretta telefonica per parlare del suo ruolo di protagonista, Isa Passamaglia, per spiegarci le sue posizioni sulle problematiche che riguardano l'immutabile scuola pubblica italiana e, soprattutto, per farci ridere con la sua consueta spontaneità.
Ad aggiungere una ventata di freschezza, oltre alle battute esilaranti e graffianti dell'attrice torinese, la mano del regista Riccardo Donna, che aveva già portato alla popolarità Un medico in famiglia e che qui, ha affermato, si schiera dalla parte dei ragazzi, complice una carriera scolastica alle spalle non del tutto eccellente. In perfetto equilibrio invece il cast, che vede Neri Marcoré nelle vesti di un marito fedifrago - e non di un professore come si sarebbero aspettati i fan della trasmissione Per un pugno di libri -, in quelle di un vicepreside ignorantello e prepotente Ninni Bruschetta; Fausto Maria Sciarappa è un prof di matematica e un corteggiatore gentile e la bella Fabrizia Sacchi (La prima cosa bella) si ritrova nei panni un po' sgualciti di una quarantaduenne sola.
Fuoriclasse, per la Rai il terzo prodotto seriale della stagione televisiva in corso, andrà in onda su Rai Uno a partire da domenica 23 gennaio in prima serata e intratterrà gli spettatori per 6 serate (con 12 episodi). Il soggetto è liberamente tratto dai libri "Ex cattedra", "Fuori registro" e "Sottobanco" di Domenico Starnone, che ha collaborato al soggetto con il figlio Federico (Anche libero va bene) e rappresenta un tentativo di ringiovanimento del pubblico da parte della rete pubblica, che prova a bissare il successo delle note serie adolescenziali Mediaset.
Che tipo di difficoltà avete incontrato?
Riccardo Donna, regista: E' stato un lavoro faticoso perché ci sono state complicazioni nelle riprese estive. Alcuni attori giovani poi crescevano... Raccontiamo un anno scolastico dall'apertura, dall'incontro tra i professori fino alle vacanze con il saluto sulla spiaggia.
Fabrizio Del Noce, direttore di Rai Fiction: Le riprese sono durate tanto e la stanchezza al ciak di chiusura si sentiva molto sul set, tanto che Luciana ha avuto difficoltà per l'ultima inquadratura.
Luciana Littizzetto, in diretta telefonica: E' stata una delle mie esperienze più faticose e infatti io le vorrei chiedere se la prossima fiction l'ambientate a Lourdes...
Signor Donna invece per lei cosa rappresenta la serie nella sua carriera?
Riccardo Donna: Per me è stato una sorta di catarsi questo ritorno a scuola a Torino. Ho rivissuto un incubo e scoperto che la scuola in 40 anni non è assolutamente cambiata: la scuola va avanti grazie all'impegno delle persone. Ho cercato di raccontarla con un occhio da ultimo banco, dalla parte degli allievi.
Luciana Littizzetto: Riccardo è uno molto preciso e attento: ci ha massacrati!!! E' una fiction con contenuto e in questo momento in cui si disinnescano i tessuti neurali è una bella occasione per riflettere.
La sua esperienza d'insegnante l'ha aiutata per questo ruolo?
Luciana Littizzetto: Ho insegnato alle scuole medie per 9 anni, nella serie invece insegno alle superiori, ma l'approccio è identico perché il mio personaggio ci mette la passione, una cosa che succede nella realtà di quell'Italia che lavora bene.
Quanto della realtà scolastica attuale vuole riflettere questa fiction?
Francesco Piccolo, sceneggiatore: Raccontare la scuola che esiste, con il terreno preparato dai libri di Starnone, era la cosa che ci interessava di più. Dentro questo mondo ci sono i prof. meritevoli, gli studenti che vivono la scuola in maniera positiva e altri dal punto di vista sociale. Speriamo che il racconto pubblico-privato di questa scuola in crisi sia una scuola in cui tutti si ritrovano.
Tra i personaggi però ce n'è uno che sembra nato dalla fantasia più che dalla realtà: la preside suora. Come mai questa scelta?
Francesco Piccolo: La preside suora è un personaggio che mette in scena come in una commedia le questioni della scuola. La commedia però pone delle domande, com'è il suo compito, per cui non propone delle soluzioni.
Doriana Leondeff, sceneggiatrice: Abbiamo pensato che il modo migliore per avvicinarci alla realtà fosse proprio l'immaginazione. Questa scuola è un microcosmo che si avvicina molto alla realtà, in cui ci sono delle lievi forzature come questa, ma restando sempre in situazioni plausibili.
Federico Starnone, sceneggiatore: Ci siamo chiesti se fosse possibile, dopo aver finito la sceneggiatura, e così ci siamo documentati, ma non abbiamo trovato suore in vesti di presidi ma solo di vicepresidi. Però pensavamo che fosse possibile perché la scuola è attraversata da tantissime cose e a volte queste cose vi si infrangono contro. L'abito della preside le racconta tutte, porta una sorta di bandiera etica per ricordarci l'importanza del rapporto tra potere ed etica.
Dietro la scrittura c'è l'adattamento delle opere di Domenico Starnone. Quanto conta la sua firma in questo progetto?
Federico Starnone: I tre libri sono stati per noi una chiave interpretativa di questo mondo, un occhio critico che ci ha permesso la ricerca di quello che non c'è nella realtà. Non volevamo raccontare le solite situazioni ma individuare meglio le contraddizioni e le emergenze.
Luciana Littizzetto: Avevo letto e apprezzato i suoi libri quando insegnavo. Nei suoi libri ci sono sfumature che se non hai insegnato non puoi capire e nemmeno immaginare.
Luciana Littizzetto: Con Neri sullo schermo ho sempre relazioni come questa. Qui lui interpreta mio marito che però si è invaghito di una più giovane e più bella, che poi si rivelerà una persona molto carina, e se n'è scappato con lei alle Mauritius. Lo detesto per la maggior parte della fiction!
Neri Marcoré: C'è molta grettezza nel considerare un marito che lascia la moglie per una più giovane e carina in questo modo! Nella serie interpreto Riccardo e all'inizio c'è il trauma dell'abbandono, che pesa sul figlio Michele. Poi cercheremo di avere un rapporto civile...
Come descrivono invece gli altri attori i loro personaggi?
Fausto Sciaratta: Io sono Enzo Vivaldi, prof di matematica e spasimante di Isa. Faccio parte del gruppo pro Passamaglia, che condivide una linea di condotta più permissiva dei prof con gli studenti.
Ninni Bruschetta: Il professore Lobascio, che interpreto, in realtà è una persona seria e onesta, non cavalca mai nessuna tigre, s'ispira a valori cattolici e non ha secondi fini!!
Fabrizia Sacchi: Il mio personaggio è Nadia Mittolò, una brava professoressa che si occupa dei più piccoli. E' una quarantaduenne che fa quasi delle sedute di psicanalisi dalla Littizzetto, ma non ha un uomo ed è sola. Anche lei porta avanti con gli altri le battaglie pro Passamaglia.
Signora Littizzetto se fosse ancora un'insegnante cosa direbbe alle quindicenni di oggi che in questo preciso momento storico hanno dei modelli molto discutibili?
Luciana Littizzetto: Le prediche sono sempre pericolose e lasciano il tempo che trovano, lo so per la mia esperienza di madre. Alla loro età anch'io ero una ribelle e non ascoltavo i miei genitori. E' meglio tirare il freno con le ragazze di quest'età, come i miei figli. Domenica a Che tempo che fa ci saranno la Marcegaglia e la Camusso: anche loro sono due donne con le tette, ma non hanno dovuto fare il percorso di cui si parla in questi giorni. Loro sono gli emblemi delle donne che hanno un'alternativa!
Qual è il suo punto di vista sulle proteste dell'ultimo anno degli studenti?
Luciana Littizzetto: Credo che in tutto questo marasma ci sia stata una scintilla di vita, una cosa che ultimamente in Italia non c'era più. Quello che è successo ha mostrato una reazione, che credo sia una cosa positiva. Se c'è stato tanto polverone, forse dobbiamo ascoltare anche questa parte. In Italia non si parla più, c'è un derby continuo. Non c'è dialogo, l'unica cosa che invece ci può portare da qualche parte.