Luc Besson larger than life dietro, ma anche davanti l'obiettivo. A Lucca Comics & Games 2025 Besson ha sfoderato le sue doti di showman durante la masterclass ospitata dall'Area Movie che lo ha visto protagonista, coinvolgendo la folla festante di spettatori in un intrigante dibattito sul suo cinema che prende le mosse dalla più recente fatica, Dracula - L'amore perduto, buon successo in sala.
"State dormendo?" ha chiesto, rivolto alla sala buia del suggestivo Teatro del Giglio Giacomo Puccini, per poi chiedere di accendere le luci per poter guardare in faccia gli spettatori. Besson ha offerto al pubblico il suo microfono e ha perfino respinto una domanda in lingua francese, chiedendo di usare il più universale inglese per agevolare il compito della traduttrice e farsi capire da tutti. Il regista ha poi inaugurato l'incontro ripetendo quanto già affermato a Roma e denunciando pubblicamente la sua avversione per l'horror. "Dracula mi fa paura, ma mi piace l'amore" ha detto. "Trovo romanticissimo un uomo che aspetta 400 anni per rivedere sua moglie, perciò è stato bello giocare coi simboli di Dracula, mi sono divertito".
Un regista innamorato dell'amore
Il sentimento è ciò che spinge Luc Besson a raccontare storie. Ripensando alla sua carriera, il regista ammette di aver seguito l'istinto, senza ragionare troppo. "Solo oggi vedo quello che ho fatto prima e capisco che erano tutte storie d'amore fin dal primo film" spiega. "Durante la pandemia ero un leone in gabbia. Così ho chiamato dieci amici e due giovani attori, ho preso il mio telefono e ho fatto un film, June & John. Forse lo potete vedere su internet. Se non lo trovate piratatelo. E dopo andate al cinema a vedere Dracula".
June & John ha permesso a Luc Besson di riscoprire quella scintilla che in realtà non aveva mai perso dopo essersi innamorato della regia a 17 anni. Costretto ad abbandonare il sogno di fare il biologo marino a causa di un incidente durante un'immersione, gli fu offerta l'opportunità di lavorare in un corto grazie all'amico di un amico. Da allora Besson non ha mai smesso, mettendo a frutto il suo amore per l'arte. Nonostante tanti successi, però, il regista ammette di non amare i sequel tanto da invitare i fan a rivedere l'originale.
Come nascono i personaggi di Luc Besson?
Affiancato da interpreti di talento, ultimo Caleb Landry Jones che, dopo il surreale action DogMan, ha deciso di fare il bis calandosi nei panni di Dracula, Luc Besson ha creato personaggi talmente riconoscibili che sono entrati a far parte dell'immaginario collettivo. Ma da dove nascono queste figure così iconiche? "Quando ero piccolo i miei genitori erano istruttori di sub nei Club Med" ha ricordato. "Ho vissuto in Jugoslavia, in Grecia. Ho avuto le prime scarpe a 9 anni, niente tv, cinema o radio, Niente. Il cielo, il mare, i pesci. Così ho dovuto sviluppare la mia immaginazione. Ho preso un pezzo di legno e ne ho fatto una nave, poi navicella spaziale, poi sottomarino, ma era sempre lo stesso pezzetto di legno".
Anche durante l'adolescenza, la fantasia ha rappresentato un'ancora di salvezza per il giovane Besson: "I miei si sono separati e sono finito in collegio. Ero solo e il mio migliore amico era la mia immaginazione. A 16 anni ho scritto Il quinto elemento perché aprivo la finestra e vedevo solo mucche. Volevo fuggire. Un giorno ero in strada, faceva molto caldo. All'improvviso vedo questo uomo con giacca pesante, occhiali e due valigette. Cosa nascondeva? L'ho seguito fino al cortile di un edificio, poi ha imboccato le scale ed è scomparso. Dopo di che ho sentito due spari. e ho pensato che fosse un killer. Così è nato Leon".
Dai personaggi alle musiche: l'arte eclettica
Ma Besson è diventato famoso soprattutto grazie alle sue indimenticabili figure femminili come quella interpretata da Milla Jovovich ne Il quinto elemento, da Anne Parillaud in Nikita o da Natalie Portman in Leon. "Mi ritengo un precursore delle eroine d'azione" dichiara il regista. "Ho molto a cuore le mie protagoniste perché sono stato cresciuto da mia madre, mia zia e mia nonna. Ho avuto molte donne intorno a me, donne forti, lavoratrici. Ma al cinema l'eroe era sempre un uomo. Volevo cambiare le cose". Il cineasta ci tiene però a chiarire di essersi impegnato sia per creare personaggi intriganti femminili che maschili: _"Non ho mai fatto differenze, ho solo cercato di raddrizzare un torto. Dopo Nikita ho visto apparire molte copie nel cinema americano, tanti film contengono personaggi femminili che sembrano uomini. Le mie eroine sono figure complesse, sanno combattere, ma non sono uomini".
Come svela la recensione di Dracula - L'amore perduto, anche la musica nel film di Luc Besson non passa certo inosservata. Da ingrediente essenziale quale è, il regista si è assicurato la collaborazione di uno dei migliori compositori depanorama, Danny Elfman, collaboratore abituale di Tim Burton. "Ho amato subito le sue musiche, è un genio, ho lottato per averlo nel film" spiega Besson. "Il nostro primo incontro è avvenuto su zoom. Danny sembra un po' Dracula, coi capelli sugli occhi, un po' cupo. Mi ha detto, 'Sono 20 anni che aspetto di fare Dracula, sono stato fortunato, ha letto la sceneggiatura. Questa è la prima volta nella vita che qualcuno legge la sceneggiatura e mi manda un messaggio ogni 20 pagine. Ha preso il lavoro molto seriamente, è venuto sul set, quando mi ha fatto vedere la scena con le sue musiche ho pianto".